Disoccupazione giovanile al 40,5%. Quella generale al 12,8% Il 52,8% delle ragazze del Mezzogiorno sono disoccupate La disoccupazione si aggrava di mese in mese: secondo i dati diffusi dall'Istat il 31 maggio, in aprile la disoccupazione generale è arrivata al 12,8%, pari a 3milioni e 83mila disoccupati, ma il dato tanto più sconvolgente quanto intollerabile è che la disoccupazione giovanile è arrivata al 40,5% (41,9% non destagionalizzato), e visto che la tendenza non accenna minimamente a fermarsi, esiste il grosso rischio di arrivare al 50% di giovani disoccupati, soglia superata soltanto da Grecia (62,5%) e Spagna (56,4%), mentre il Portogallo supera di poco l'Italia con il 42,5% di giovani disoccupati. Purtroppo si conferma anche il primato negativo del nostro Mezzogiorno, con 65mila giovani disoccupati in più rispetto all'anno scorso, mentre ben il 52,8% delle ragazze fra i 15 e i 24 anni è senza lavoro. La disoccupazione generale al Sud si colloca al 20,1%. A queste cifre devono aggiungersi i dati sui movimenti fra gli occupati: i dipendenti a tempo pieno calano del 3,4% a fronte di un aumento del 6,2% del part-time non volontario. Ipocritamente in quanto il suo obiettivo non è la piena occupazione giovanile bensì l'estensione del precariato, per poter assumere e licenziare giovani lavoratori come usa e getta, lo stesso governatore di Bankitalia Visco ha affermato che "negli anni a venire i giovani non potranno semplicemente contare di rimpiazzare i più anziani nel loro posto di lavoro". Ma andrebbe aggiunto che un altro grosso problema dei giovani è che vedono eclissare sempre più la prospettiva della pensione, se sommiamo l'innalzamento continuo dell'età pensionabile al fatto che faticano ad accumulare contributi per via dei contratti precari a cui molti giovani sono costretti. Comunque più che dati statistici sembrano un bollettino di guerra, o meglio di macelleria sociale, condotta dalla borghesia e dal suo governo Letta-Berlusconi per salvare il grande capitale sul sangue e sul sudore delle masse lavoratrici e popolari, innanzitutto giovanili e femminili. Una situazione ormai inaccettabile dalla quale non si potrà certo uscire con i provvedimenti annunciati dal governo, che tra l'altro puntano sul precariato e sull'ipersfruttamento dei giovani, bensì con un piano straordinario che preveda l'abolizione dei contratti precari, l'abbassamento dell'età pensionabile, l'eliminazione delle discriminazioni lavorative e salariali per giovani e donne, interventi per l'occupazione, lo sviluppo e l'industrializzazione nel Mezzogiorno. I giovani devono chiederlo a gran voce mettendosi alla testa dell'opposizione di classe e di massa al governo Letta-Berlusconi, che facendo gli interessi del capitalismo e dell'Unione europea imperialista è il primo ostacolo alla soluzione dell'emergenza occupazionale giovanile e non solo. 12 giugno 2013 |