La disoccupazione giovanile alle stelle Diffondere a tappeto l'appello "Giovani date le ali al vostro futuro" La bestia del capitalismo in crisi divora il lavoro e la vita dei giovani, le migliori forze produttive e il futuro delle masse popolari e della classe operaia. I dati dell'indagine ISTAT pubblicata l'1 ottobre sono agghiaccianti. Ad agosto la disoccupazione giovanile (15-24anni) è del 40,1%, con un incremento del 0,4% da luglio 2013 e del 5,5% da agosto 2012. Si tratta di un record storico. È tra i giovani del Mezzogiorno, soprattutto donne, che si concentra il tasso maggiore di disoccupazione con il terribile dato che ormai oltrepassa il 51% di giovani donne prive di lavoro. Dietro le percentuali il dato assoluto: 667mila giovani tra i 14 e 24 anni non hanno un lavoro! Ma se in quattro giovani su dieci non lavorano, gli altri sei hanno pressoché tutti contratti a tempo determinato, supersfruttati e malpagati, privi di tutele sindacali e sanitarie e, peraltro, nel Mezzogiorno sono vittime del lavoro nero, schiavi a basso prezzo delle organizzazioni mafiose. Il dato di per sé estremamente preoccupante risulta di certo sottostimato dalle convenzioni di calcolo dei tassi adottate sulla base degli standard europei, costruiti per nascondere la questione esplosiva della negazione del futuro ai giovani. Moltissimi giovani, soprattutto nel Sud, che non lavorano non risultano infatti ufficialmente disoccupati, poiché hanno rinunciato alla ricerca ufficiale di un lavoro. Un altro dato è estremamente preoccupante. Se negli ultimi 3 anni sono stati persi un milione esatto di posti di lavoro, da 6,3 a 5,3 milioni, nella fascia di età dai 14 a 34, la situazione diviene particolarmente difficile per i giovani adulti, tra i 25 e i 34 anni, per i quali si è registrato un calo di 760.000 occupati. Nel secondo trimestre 2013 in questa fascia di età lavoravano appena 4,329 milioni di giovani, contro i 5,089 milioni del 2010. Ancora una volta è il Sud a pagare maggiormente. Il tasso di disoccupazione in questa fascia di età è ormai al 30% dal 20,6% di appena tre anni prima. Per le giovani meridionali si attesta sul 31,5%. Anche al Nord l'aumento della disoccupazione è consistente passando dal 7,3% del secondo trimestre 2010 al 10,9%. Tra le cause principali di questa difficoltà di accesso al lavoro, le progressive restrizioni per maturare la pensione, introdotte recentemente dalla ex-ministra del massacro del lavoro del governo Monti, Elsa Fornero, riconfermate da Letta, che obbligano a rimanere ancora sul lavoro i più anziani, i blocchi dei turn over nella pubblica amministrazione, oltre alla delocalizzazione di imprese industriali all'estero. Diffondere a tappeto l'appello: "Giovani date le ali al vostro futuro" Se i dati bastano a fornirci un quadro della gravità e della diffusione di questo terribile problema, ciò che interessa principalmente alle masse giovanili, giovani operai in testa, e, dunque, anche al Partito, è lottare per conquistare il lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato. Un tema che ci sta particolarmente a cuore, come dimostrano il comunicato stampa della Commissione giovanile del CC del PMLI dal titolo "La colpa della disoccupazione è del capitalismo e dei suoi governi" e l'appello della medesima Commissione: "Giovani, date le ali al vostro futuro". Che le Cellule e le Organizzazioni, i giovani militanti e simpatizzanti del PMLI diffondano il più possibile agli organi di stampa il Comunicato sulla disoccupazione e nelle loro città, davanti agli stabilimenti in chiusura, alle scuole e alle università più combattive, ai centri sociali e di aggregazione, durante le manifestazioni operaie, studentesche e di movimento, il volantino con l'appello ai giovani! In essi è contenuta la posizione del PMLI che i giovani in lotta devono conoscere, insieme agli strumenti ideologici e politici che proponiamo per ribaltare una situazione di sfruttamento e deprivazione del lavoro che non è ineluttabile, se si cercano punti di convergenza con le altre lotte in corso, a partire da quelle della classe operaia, e ci si orienta strategicamente contro il nemico comune, che è il capitalismo, per distruggerlo e conquistare il socialismo. 9 ottobre 2013 |