Disoccupati due giovani su cinque A marzo 70 mila donne hanno perso il lavoro I dati Istat sull'occupazione a marzo, diffusi significativamente alla vigilia del 1° Maggio, fotografano una situazione che definire drammatica è usare un eufemismo, a riprova del fatto che il peggio è tutt'altro che passato. In generale la disoccupazione resta sull'11,5%, ossia 2 milioni 950mila disoccupati, registrando un aumento dell'1,1% rispetto allo stesso periodo nel 2012 e un incremento su base annua dell'11,2%. L'occupazione diminuisce anche nelle grandi imprese, contestualmente al calo del numero di ore lavorate. Ancora più grave il dato che riguarda la disoccupazione giovanile, una vera e propria piaga per i 15-24enni che a marzo raggiunge il 38,4%. Stiamo parlando di ben 635mila giovani in cerca di un lavoro. Per non parlare delle altre migliaia di giovani (e purtroppo non solo) che si aggirano nella giungla dei contratti precari e dei lavori "atipici". La crisi colpisce duramente anche le donne: l'Istat rileva che le lavoratrici sono calate di ben 70mila unità rispetto a febbraio, un crollo non trattenuto nemmeno dall'aumento dell'età pensionabile per le donne. Aumenta il ricorso alla cassa integrazione che si "mangia" 33,9 ore ogni mille lavorate. A fronte di dati del genere, tutto quello che il rinnegato Napolitano si è sentito in dovere di dire, in un intervento per il 1° Maggio pubblicato sull'Unità, è stato: "Sta esplodendo in Europa e anche su più vasta scala la questione della disoccupazione giovanile, di una generazione senza lavoro. È questa la nuova grande questione sociale del nostro tempo". Ci rallegriamo che dopo cinque anni di crisi, innumerevoli proteste e finanche suicidi di giovani senza lavoro se ne sia accorto. Ma non ha detto una parola sui provvedimenti urgenti che andrebbero adottati, anzitutto un piano straordinario per l'occupazione giovanile che passi per l'abolizione dei contratti precari, compresi apprendistato, stage gratuiti e voucher, l'abbassamento dell'età pensionabile, l'eliminazione delle discriminazioni lavorative e salariali per giovani e donne, interventi per l'occupazione, lo sviluppo e l'industrializzazione nel Mezzogiorno. La situazione non è più tollerabile. Ne sono responsabili principalmente le manovre da ecatombe sociale per salvare i profitti della grande borghesia monopolistica e finanziaria. Ci auguriamo che i disoccupati e i giovani si mettano al più presto alla testa dell'opposizione di classe e di massa contro il governo Letta-Berlusconi che regge il sacco al capitalismo e all'Unione europea imperialista e quindi continuerà a tartassare le masse lavoratrici, giovanili e femminili. 8 naggui 2913 |