Prime reazioni nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro Netto dissenso dei lavoratori all'accordo governo-sindacati Sciopero di 4 ore alla Electrolux di Susegana e di un'ora alla Fiat di Melfi In molte fabbriche, specialmente metalmeccaniche si respira aria di contestazione a proposito dell'accordo sulla controriforma delle pensioni siglato da governo e dai sindacati di Cgil, Cisl e Uil nelle prime ore del mattino del 20 luglio scorso. Già nella giornata di venerdì dalle fabbriche metalmeccaniche piemontesi sono arrivate nelle redazioni dei giornali le prime prese di posizione contro l'ennesimo tradimento dei vertici sindacali. Netto il "giudizio negativo" espresso nell'ordine del giorno approvato dalle Rsu della Fiat di Mirafiori, in particolare sul "sistema delle quote" che "non corrisponde alle aspettative e al mandato dei lavoratori" e si chiede "l'immediata convocazione delle assemblee e il voto vincolante di tutti i lavoratori prima della firma dell'accordo". Malcontento e delusione si toccavano con mano anche nei commenti raccolti a caldo tra le lavoratrici e i lavoratori di Mirafiori ai cambi turno, a cui sono bastate le grandi linee apprese dai primi notiziari per far dire loro che l'accordo siglato da governo e sindacati "nell'insieme è come la Maroni, solo un po' diluita". E siccome sanno bene che si sta giocando sulla loro pelle, chiedono che i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Epifani, Bonanni e Angeletti tornino in fabbrica a render conto del loro operato e vogliono avere l'ultima parola. "Vogliamo che il governo tolga lo scalone come si era impegnato alle elezioni" è quanto gridano le Rsu Saet Chivasso (Torino). Anche per le Rsu della Fucine Rostagno di Cuorgné (Torino) "l'accordo non risolve il problema dello 'scalone' ma lo trasforma semplicemente in 'scalini' e non risponde in maniera adeguata alle problematiche dei lavoratori sottoposti a mansioni usuranti". Stessa denuncia viene dalle Rsu della Imit di Novara. Prese di posizioni contrarie all'accordo sono arrivate dalla Lear di Grugliasco, dalla Teksid di Carmagnola e Borgaretto, fino alla Berco, la Dierre, la Denso. Un comunicato firmato dalle Rsu Fiom della Ferrari di Maranello, dell'Avio di Pomigliano, della Terim, della Maserati, dalla Rsu Smalti Modena, dalla Rsu Slc-Cgil SPS (tutte aziende del modenese) "esprime un giudizio di totale contrarietà all'accordo raggiunto" e esigono che la segreteria nazionale della Cgil "ritiri immediatamente la sua firma all'accordo e proclami lo sciopero generale contro quest'ennesima contro-riforma delle pensioni". In caso contrario chiedono le dimissioni della segreteria nazionale della Cgil "per dovere di coerenza nei riguardi dei mandati congressuali" del 2006 cui è venuta meno. Altre prese di posizione contro l'accordo sono venute dalle Rsu Fincantieri di Trieste e dalla Filcams di Trento. Al momento in cui scriviamo la più forte e incisiva iniziativa di lotta è stata intrapresa dai lavoratori della Electrolux di Susegana (Treviso) che hanno proclamato 4 ore di sciopero a fine turno per il 24 luglio e ben 8 ore di sciopero per il 27 luglio. Il comunicato diffuso dalla Rsu che proclama gli scioperi "ritiene profondamente sbagliata e gravosa la nuova riforma delle pensioni" e ritiene "importante dare un segnale forte per fermare la nuova riforma che alza negli anni sia l'età pensionabile che il numero degli anni di contribuzione necessari per accedere alla pensione". Altrettanto forte è stata la risposta dei lavoratori del grande stabilimento della Fiat di Melfi (Potenza) che lunedì 23 luglio hanno scioperato per un'ora. L'iniziativa di lotta indetta dalla Fiom-Cgil, che è riuscita, come informa un comunicato, a fermare "una delle due linee di montaggio della Grande Punto". 25 luglio 2007 |