Per Catania governata dal popolo e al servizio del popolo! Stancanelli, Bianco, Caserta, Iannitti, D'Urso e Adorno sono servi del capitalismo! Delegittimali astenendoti! Il prossimo 9 e 10 giugno si terranno le elezioni amministrative per il nuovo sindaco di Catania, del consiglio comunale e dei sei consigli circoscrizionali. Sei i candidati per la poltrona di sindaco: Raffaele Stancanelli, Enzo Bianco, Maurizio Caserta, Matteo Iannitti, Tuccio D'Urso e Lidia Adorno. Stancanelli e Bianco Il capoluogo etneo ha visto peggiorare le condizioni economiche delle casse del Comune durante l'ultima amministrazione di "centro-destra", capitanata da Stancanelli (PDL), degno erede di Umberto Scapagnini che fu sindaco di Catania dal 2000 al 2008. Stancanelli, sostenuto da PDL, "Grande Catania", "Tutti per Catania", "Forza Catania", si ricandida alla guida di Catania ricordando di come il Comune usufruì di fondi (140 milioni di euro) stanziati dal governo Berlusconi nel 2009 grazie alla suo impegno, non dice però che il comune è sull'orlo del dissesto finanziario, grazie alla sua amministrazione, e presto entrerà in pieno dissesto. Egli non ha fatto nulla per le lavoratrici e i lavoratori catanesi, contribuendo anzi, alla perdita di posti di lavoro con la svendita (per menzionarne una) della Multiservizi. Stancanelli e compari, servi dei vari imprenditori, da Ciancio a Virlinzi, dal 2008 al 2013, si sono resi protagonisti di feroci privatizzazioni, di speculazione edilizia (vedi corso Martiri della Libertà), di speculazione sul lungo mare "Playa" in favore della cementificazione delle coste, della svendita dell'ex-piazza Europa ora "Parcheggio Europa S.P.A.", della piazza Abramo Lincoln. Di immobilità nelle questioni A.M.T., Almaviva. L'amministrazione Stancanelli si è contraddistinta anche per il progressivo abbandono della periferia e dei quartieri popolari, sempre più in mano alla criminalità organizzata. Per il disinteresse nei confronti dei senza casa, per le ordinanze xenofobe contro i lavavetri. Per l'appoggio all'ex-rettore dell'Università di Catania Recca, ora UDC, durante il suo "regno", quello nei confronti della proposta di intitolare al fucilatore di partigiani e fondatore dell'M.S.I. Giorgio Almirante, una via a Catania. Infine, ma non meno importante, noi non dimentichiamo quando all'alba del 30 ottobre 2009, le "forze dell'ordine", dietro indicazione del PDL cittadino con Pogliese e Stancanelli in primis, sgomberarono con violenza inaudita il cpo Experia. Enzo Bianco, candidato del PD alle elezioni comunali e sostenuto dalle liste "Articolo 4", "Sinistra per Catania", "Democrazia Federale", "Il Megafono", "Primavera per Catania", "Patto per Catania", già sindaco di Catania dal 1988 al 1989 e dal 1993 al 2000 per due mandati consecutivi e ministro dell'interno dei governi D'Alema II e Amato II. A livello nazionale viene ricordato per la gestione violenta e criminale della piazza durante il Global Forum di Napoli, nel marzo del 2001. Nel 2005 le masse popolari catanesi ne sanciscono la sconfitta alle elezioni comunali. Nel 2013 si candida per l'ennesima volta. Tra i sostenitori troviamo tre ex-vice neopodestà di Scapagnini, Mimmo Sudano, Marco Forzese (alleato di Crocetta alle ultime elezioni regionali), Giuseppe Arena, l'ex assessore di Stancanelli Sebastiano Arcidiacono, Valeria Sudano, Lino Leanza, Luca Sammartino, Pippo Nicotra (della lista "Articolo 4", tutti ex di Stancanelli). Diceva "ma quale ritorno al passato", "io sto lavorando a una nuova Catania". Infatti, nella coalizione di Bianco abbiamo esperienze diverse: ex-MPA, ex-UDC, ex-ala critica del PD in rottura col partito. Per pescare voti dall'ala moderata c'è Leanza, ex DC tornato nel 2012 all'UDC, dopo essere stato ex-vice presidente del governo regionale del filomafioso Raffaele Lombardo. Agli elettori di sinistra si rivolge Orazio Licandro (PDCI) con la lista "Sinistra per Catania". Bianco, tra l'altro, ha rilanciato la proposta che prevede la graduale dismissione delle strutture sanitarie del centro storico in favore di un campus universitario la cui gestione verrebbe affidata ad imprese private. Questa la sua risposta al problema dei fuori sede, nulla sulla mancanza, ben più grave, di borse di studio per gli studenti universitari in difficoltà economica. Caserta, Ianniti, D'Urso e Adorno Il candidato a nepodestà Maurizio Caserta, appoggiato dalla lista civica "Per Catania Maurizio Caserta", docente universitario presso la Facoltà di Economia e Commercio di Catania, sostenuto dall'alta borghesia catanese (IDV ufficialmente compreso), punta sull'imprenditoria giovane e gli "incubatori" sociali. La sua proposta per ripartire è basata sul rilancio della piccola, media e grande impresa, del patrimonio culturale e del turismo. Glissa quando però gli si chiede della passata vicinanza con Lombardo e della partecipazione agli Stati generali del Comune a trazione PDL-MPA. Matteo Iannitti, coordinatore dei GC di Catania, candidato sindaco con la lista "Catania Bene Comune", dice no al debito pubblico, alla cementificazione, alle privatizzazioni, alla speculazione edilizia finanziaria, per i servizi civili. Dichiara di voler combattere per la tutela dei "beni comuni", per il registro delle unioni civili, di volere la gestione pubblica di acqua e rifiuti. Denuncia lo stato di abbandono in cui versano i quartieri popolari, la "borghesia mafiosa" e il malaffare a Catania. Parla di lotta ai "poteri forti" della città, ma non è altro che l'ennesimo inganno da parte della "sinistra" borghese che tenta di tenere l'elettorato di sinistra legato alle istituzioni rappresentative borghesi. Iannitti è "rivoluzionario" a parole, riformista nei fatti. Tuccio D'Urso, sostenuto dalla lista civica "Aggiusta Catania Tuccio D'Urso sindaco", ex-direttore dell'ufficio speciale per l'emergenza traffico del Comune di Catania nominato da Scapagnini, rinviato a giudizio solo pochi giorni fa per truffa e frode per i lavori di ampliamento della metropolitana di Catania dice di essere "in campo per la città piegata dalla mala politica". Propone solidarietà, messa in sicurezza dei conti del Comune, creazione di "patrimonio" valorizzando terreni e immobili "innescando il circuito del nuovo e del bello", parla di "Rifiuti Zero", lavoro, agricoltura, di riscoprire e rivalutare la "creatività popolare". Ma, punto fondamentale della sua campagna elettorale è costruire un grande Casinò a Catania che sarebbe "il volano per un'economia che deve ripartire", nella restaurata Villa Manganelli. Così per D'Urso si eviterebbero i viaggi dei siciliani amanti del "gioco" nella vicina Malta. Lidia Adorno, docente precaria, sostenuta dal Movimento 5 Stelle, si presenta come il nuovo che avanza e definisce "una meravigliosa avventura di cambiamento" la sua esperienza di candidata a sindaco del capoluogo etneo. Parla di quartieri abbandonati dalle istituzioni, dell'importanza di esprimere "spessore morale e culturale", di sviluppo sostenibile, di turismo e cultura (definiti cardini centrali del programma), di rimodulazione della gestione dei rifiuti, del porto da convertire in turistico, di bilancio comunale controllato da tutti, dell'istituzione del registro delle coppie di fatto, di raccolta differenziata. Parla semplicemente di voler ridurre gli sprechi. La "candidata fantasma" del M5S spera che la venuta del megalomane, milionario e qualunquista di destra Grillo, possa darle una mano a recuperare consensi. Lo stesso cercherà di fare Stancanelli con la prossima visita a Catania di Berlusconi. Sei servi della classe dominante borghese che si arricchisce succhiando il sangue dei lavoratori e delle masse popolari. Una riproposizione a livello locale del governo Monti, messo su con un golpe bianco da Napolitano, dalla grande finanza e dall'Unione Europea imperialista. E dell'attuale governo Letta-Berlusconi, al servizio del capitalismo e dell'Unione Europea. Nessuno dei candidati a sindaco, neanche coloro i quali sono appoggiati da partiti falsi comunisti come il PRC (nella lista "Catania Bene Comune" a sostegno di Iannitti) o il PDCI (nella lista "Sinistra per Catania a sostegno di Bianco), mette in discussione il capitalismo. I marxisti-leninisti non accettano l'esistenza del capitalismo, qualunque sia il suo governo. La proposta del PMLI Il PMLI ribadisce che non aspira ad entrare in queste istituzioni borghesi, né tanto meno a governarle, ma piuttosto a combatterle, disgregarle e distruggerle. A questo scopo invita le elettrici e gli elettori catanesi ad impugnare con forza l'arma dell'astensionismo, che consiste nel disertare le urne, oppure annullare la scheda o lasciarla in bianco. Non c'è attualmente uno voto elettorale più valido per delegittimare, isolare e indebolire il regime capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista, interventista, guerrafondaio e filo-mafioso e per assestargli un duro colpo nelle sue articolazioni istituzionali "periferiche". Il nostro astensionismo è una scelta tattica, non strategica e di principio, non è quindi un disimpegno dalla lotta di classe. Che se ne abbia consapevolezza o meno, l'astensionismo è un voto che esprime una protesta, un dissenso, una sfiducia, una dissociazione dal regime, dai partiti parlamentari e dalle istituzioni borghesi. Noi lavoriamo e lottiamo perché esso sia concepito e utilizzato nell'ottica della lotta di classe, la quale, per essere efficace, va portata attualmente tutta quanta al di fuori delle istituzioni rappresentative borghesi che, anche a livello locale, non sono altro che orpelli con cui la classe dominante borghese maschera la propria dittatura sul proletariato e le masse popolari. Questo sistema politico ed economico non è riformabile dall'interno, con un cambiamento di uomini, donne e norme, come si illudono ancora molti intellettuali democratici e antifascisti. Parte dei programmi di alcuni candidati a sindaco possono anche essere condivisibili, ma questi candidati sanno benissimo che in caso di vittoria dovranno scendere a patti con la borghesia catanese, compresa quella mafiosa. I candidati della "sinistra" borghese o dei partiti falso comunisti (dove sono finite falce e martello? Si vergognano per caso dei propri partiti o dei simboli del lavoro e dell'emancipazione del proletariato?) non sono altro che l'ennesima illusione elettorale, governativa, riformista, pacifista e legalitaria, che frenano pesantemente la lotta contro il barbaro sistema capitalistico, il suo Stato e i suoi governi. Affinché l'astensionismo generico e spontaneo faccia più male possibile ai nemici e agli ingannatori del proletariato e del popolo occorre trasformarlo in astensionismo organizzato, in astensionismo politicamente qualificato dal punto di vista anticapitalista, antiparlamentare, antistituzionale e antigovernativo. Per realizzare ciò proponiamo di creare ovunque le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo costituite dalle Assemblee popolari e dai Comitati popolari fondati sulla democrazia diretta. Per i marxisti-leninisti catanesi l'alternativa sta nella lotta di classe contro il capitalismo, per il socialismo! Nell'immediato dobbiamo rivendicare i nostri diritti senza fare alcun affidamento sulle istituzioni borghesi. L'amministrazione comunale, qualsiasi sia il suo tutore, deve darci ciò che ci spetta! Chiediamo alle catanesi e ai catanesi di chiudere con la delega in bianco, il riformismo e il parlamentariasmo di battersi in prima persona per: 1) Un piano comunale per il lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati e i lavoratori; 2) L'abolizione del lavoro nero; 3) La ripubblicizzazione delle ex-municipalizzate e l'assunzione in pianta stabile di tutti gli operai; 4) Il diritto alla casa per tutti con un piano del Comune mirato a soddisfare il fabbisogno abitativo attraverso il riuso e il risanamento di vecchi edifici, l'utilizzo delle case sfitte e la costruzione di nuove case popolari con affitti accessibili a tutti, immigrati e Rom compresi; 5) Il divieto degli sfratti fino a che non sia offerta un'adeguata abitazione alternativa, specie per gli anziani e le famiglie a basso reddito; 6) L'obbligo per il Comune di costruire per i nomadi in sosta temporanea, strutture di soggiorno in muratura attrezzate di servizi, e per l'assistenza sanitaria, per la raccolta di rifiuti, e collegate con i mezzi di trasporto pubblici. Per gli stanziali l'obbligo di fare piani di inserimento nella vita sociale, lavorativa e scolastica nel territorio di competenza; 7) Un piano comunale per il soddisfacimento dei diritti e dei bisogni economici, sociali, culturali, formativi, sanitari, sportivi, ricreativi dei bambini e degli adolescenti, compresi i figli degli immigrati; 8) Il diritto alla salute gratuito ed universale per tutti; 9) Un piano comunale straordinario per dotare tutto il territorio catanese, in particolare le periferie, di una fitta rete di servizi pubblici e gratuiti per la prima infanzia (nidi, scuole dell'infanzia, trasporti, servizi di doposcuola, centri estivi) fino a completa copertura delle necessità e con orari e prestazioni in grado di soddisfare le esigenze lavorative e sociali dei genitori, in particolare delle donne; 10) Un piano comunale per la ristrutturazione e l'ammodernamento di tutte le scuole comunali; 11) La scuola e l'università pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti. Il Comune deve dotare le scuole di biblioteche, sale di lettura e strutture attrezzate gratuite al servizio degli studenti per attività informatiche; installare mense scolastiche gratuite con cibo di qualità, controllate da comitati di genitori; 12) La costruzione e il finanziamento pubblico di centri sociali e di servizi, luoghi di ritrovo e di attività associativa, culturale, ricreativa e sportiva gestiti dalle masse sulla base della democrazia diretta; 13) Un piano comunale per il soddisfacimento dei diritti e dei bisogni economici, sociali, culturali, sanitari, sportivi, ricreativi degli anziani; 14) Un piano comunale per alloggi a basso costo e servizi culturali, formativi, sportivi, ricreativi per gli studenti fuori sede; 15) L'immediata pubblicazione del patrimonio sequestrato ai boss mafiosi e un piano per l'utilizzazione immediata a fini sociali di tale patrimonio; 16) Un piano comunale per il risanamento del centro storico, delle periferie urbane e dei quartieri popolari con finanziamenti pubblici; 17) Un piano comunale per il trasporto urbano pubblico potenziato gratuito per i disabili, i pensionati poveri, i disoccupati, e per spostamenti di lavoro e di studio; 18) L'ammodernamento e la gestione pubblica della rete idrica urbana; 19) Il potenziamento della raccolta differenziata; 20) La chiusura dei covi neofascisti. Facciamo volare l'astensionismo anche a Catania, come è accaduto alle elezioni comunali del 26 e 27 maggio in altre città in cui la diserzione dalle urne ha toccato la vetta del 36,7%. Per Catania governata dal popolo e al servizio del popolo! Per l'Italia unita, rossa e socialista! Partito marxista-leninista italiano Cellula "Stalin" della provincia di Catania Catania, 28 maggio 2013 |