Documento del Comitato Lombardo del PMLI sulle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio Puniamo con l'astensionismo la giunta fascio-leghista della Moratti Non cadere nella trappola riformista di Pisapia e della "sinistra" borghese Per Milano governata dal popolo e al servizio del popolo Il 15 ed il 16 maggio le elettrici e gli elettori di Milano saranno chiamati alle urne per l'elezione diretta del sindaco, del consiglio comunale e dei consigli circoscrizionali. Ancora una volta noi marxisti-leninisti lombardi invitiamo il proletariato, le masse popolari e i giovani a delegittimare le istituzioni rappresentative borghesi attraverso l'astensionismo (disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco). L'astensionismo è l'arma elettorale che le masse milanesi devono impugnare per delegittimare le istituzioni borghesi cittadine, che hanno dilapidato le risorse economiche e sociali di questa città per soddisfare unicamente le esigenze affaristiche delle lobby e delle consorterie del grande capitale finanziario milanese, nazionale ed europeo. Questo è l'unico modo, sul piano elettorale, per dare forza all'unico Partito che vuole strappare Milano al capitalismo, allo sfruttamento dei lavoratori, al supersfruttamento dei precari, al crescente degrado dei quartieri popolari e delle periferie urbane, alla dilagante speculazione edilizia, all' impoverimento di massa, al caro-casa e al caro-affitti, alla discriminazione razzista e schiavista verso i migranti, all'emarginazione degli anziani, al degrado giovanile e in definitiva alle rapaci grinfie delle bande di destra e di "sinistra" della borghesia, interessate unicamente ad accrescere il loro capitale a scapito della maggioranza dei milanesi checché ne dicano i loro referenti politici interessati unicamente ad attrarre voti per sé utilizzando senza scrupoli l'inganno, la demagogia e la menzogna. La storia e le condizioni attuali di Milano, capitale economica del capitalismo italiano, dimostrano in modo lampante che la borghesia, i suoi partiti (fra cui anche quelli falsi comunisti) e le sue istituzioni non sono in grado di migliorare la situazione in cui versa la città e la sua popolazione. Solo la lotta del Partito marxista-leninista italiano, del proletariato, dei lavoratori a tempo indeterminato e precari, dei pensionati e degli studenti possono migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse milanesi. Solo sotto la direzione di tale Partito il proletariato potrà finalmente abbattere il capitalismo e conquistare il potere politico, che è la madre di tutte le questioni, per l'Italia unita, rossa e socialista. E così ribaltare l'attuale infelice situazione per dare a Milano, come alle altre città del Paese, un volto veramente democratico e mutare radicalmente le condizioni economiche e politiche delle larghe masse lavoratrici e popolari affinché regnino benessere e giustizia sociale. I misfatti della giunta della neopodestà Moratti Nei suoi cinque anni di governo cittadino, la giunta neofascista Moratti-De Corato ha proseguito a trasformare Milano nel modello di metropoli dell'imperante regime neofascista avvalendosi appieno dei poteri assoluti che questo regime ha dato al sindaco la cui carica, per questo motivo, meglio si definisce col termine di neopodestà come ai tempi di Mussolini. La neopodestà Moratti ha di fatto completato lo smantellamento di tutti i servizi sociali pubblici erogati dal Comune al fine di darli in pasto agli interessi di lucro dei privati capitalisti aggravando così spaventosamente le condizioni economiche delle masse lavoratrici e popolari milanesi. Allo scopo di renderla compatibile alle finalità del profitto capitalistico la gestione del Comune di Milano, con tutti i suoi Settori, è stata sottoposta ad una ristrutturazione liberista di "aziendalizzazione" all'insegna della produttività, redditività e della competitività nel mercato europeo e globale. Ciò ha comportato già dalla Giunta precedente del neopodestà confindustrial-fascista Albertini l'esternalizzazione delle aziende municipalizzate tramutate da enti a scopo di pubblico servizio a imprese a scopo di lucro la cui proprietà comunale permane fintantoché i capitali sono da investire mentre cessa con la definitiva privatizzazione quando cominciano ad arrivare i profitti. Azienda Trasporti Milanese S.p.A. ( la cui gestione delle linee provinciali è stata scorporata e ceduta a inefficienti aziende private locali), AEM ( poi assorbita nel monopolio capitalistico dell'energia A2A), AMSA, MM Servizio Idrico Integrato, SEA, Sogemi, Farmacie, Centrale del latte (assorbita dalla Granarolo), Scuole civiche, Milanosport, Milano Ristorazione (vera e propria scatola cinese speculativa di subappalti) sono già state inserite in questa logica ognuna raggiungendo differenti stadi di privatizzazione ma tutte accomunate da un sensibile peggioramento complessivo del servizio erogato, e delle condizioni di lavoro di chi vi opera, accompagnato da un pesante aggravio di tariffe e prezzi che ha aumentato non di poco il caro-vita delle masse lavoratrici urbane e pendolari e di quelle popolari milanesi. In quel poco che è rimasto di pubblico ci sono i servizi scolastici e formativi che dopo un processo di "razionalizzazione" e "riqualificazione" - che vede da un lato la chiusura di molti corsi e di intieri plessi scolastici e formativi, e dall'altro l'abbellimento delle poche scuole più vendibili - punta al passaggio di ciò che rimane alla già costituita Fondazione Scuole Civiche che verrà poi svenduta al miglior offerente. Lo smantellamento delle scuole comunali come è stato con la chiusura dei corsi serali dei licei scientifico e psico-pedagogico dell'Istituto Civico "Gandhi", che hanno permesso a molti studenti-lavoratori di ottenere il diploma di maturità ed una formazione professionale con corsi serali a prezzi contenuti, favorisce indubbiamente quelle private, in prevalenza cattoliche, che potranno innalzare le loro rette ulteriormente senza più dover competere con quelle economiche delle civiche scuole. Ma il privato non è stato solo il punto d'arrivo di un processo di cessione esterna dei servizi pubblici; la giunta Moratti ha garantito anche la penetrazione privata con la moltiplicazione esponenziale della messa in appalto di altrettanti servizi pubblici ed ausiliari: il servizio di informazione telefonica al pubblico, le pulizie, l'esattoria, la gestione dei musei e una parte dei servizi cimiteriali, gli asili nido oltre alla grande e appetitosa mangiatoia (di soldi provenienti dalla collettività) della manutenzione delle strade. Persino i servizi interni all'amministrazione comunale come il giro posta e la manutenzione informatica sono stati appaltati. In tutti questi servizi appaltati vengono sfruttati senza diritti migliaia di lavoratori precari e migranti che si sostituiscono ai dipendenti comunali sindacalmente tutelati che vengono spostati in altri ambiti e con altre mansioni. Un elenco di dirigenti esterni dagli stipendi d'oro sono stati chiamati a incarichi di rilievo dalla neopodestà Moratti a prescindere dalle reali attitudini dei singoli e unicamente per un premio di fedeltà politica, gente uscita dal Consiglio comunale o comunque trombata alle precedenti elezioni ma che sono rientrati dalle finestre dell'Ufficio Risorse Umane per una spudorata logica clientelare. Oltre 60 dirigenti e funzionari, sono stati assunti dall'esterno con contratti a termine e con lauti stipendi, che in tutto sono costati alle casse comunali, e quindi alla collettività, la bellezza di 9 milioni di euro, alla faccia della tanto sbandierata economicità e del "non ci sono i soldi per assumere stabili i precari comunali"! Le case popolari sono state inserite in un processo di vendita, detto di "cartolarizzazione", che ha drasticamente ridotto la disponibilità abitativa pubblica rendendo così infinite le graduatorie di bando e l'attesa per una assegnazione alloggio, aggravata da criteri selettivi sempre più restrittivi come la residenza di 5 anni. Tutto questo ha favorito le speculazioni del capitalismo immobiliare che hanno fatto impennare alle stelle il caro-casa e il caro-affitti con la conseguente mattanza di sfratti di questi giorni, la maggioranza dei quali per morosità. Inoltre la gestione delle Case popolari è stata ceduta all'Aler che ha spregiudicatamente lucrato sulla pelle degli inquilini aumentandogli spese e affitti e ricambiandoli con un sensibile peggioramento delle già fatiscenti condizioni abitative. Mentre nessun immobile comunale viene concesso per le attività ricreative senza scopo di lucro auto gestite dai giovani (altrimenti costretti ad occupare stabili abbandonati) il Comune concede sfacciatamente pubblici spazi ai nazifascisti facendoli passare come associazioni no profit quando invece devono essere costituzionalmente messi fuorilegge. Per la gioia dei magnati della speculazione edilizia la Moratti ha fatto approvare a scatola chiusa tramite il voto blindato della sua maggioranza consigliare Il Piano di Governo del Territorio (PGT), strumento urbanistico che pensa e disegna la Milano dei prossimi venti anni, con pesanti impatti sui destini di un'ampia porzione di territorio lombardo che toglie vincoli, prevede enormi interventi edilizi a vantaggio di immobiliari e speculatori inoltre tutti gli immobili abusivamente costruiti violando la destinazione d'uso dell'area sono stati di fatto condonati come ad esempio la "Bat-villa" del figlio della Moratti. Migliaia di nuovi uffici e appartamenti, grattacieli in una città già devastata dal cemento e piena di alloggi sfitti, edilizia privata e non case popolari. Servizi pubblici privatizzati a vantaggio della Compagnia delle Opere, della LegaCoop, dei Ligresti, dei Cabassi, dei Pirelli, dei Zunino, dei Caltagirone, delle grandi banche e delle molteplici imprese edilizie pronte ad accaparrarsi i ghiotti subappalti dietro le quali spesso si nascondono gli interessi di riciclaggio di fondi neri della 'ndrangheta e delle altre mafie. È il trionfo del privato in ogni ambito, della sussidiarietà, della città vetrina della borghesia. Una città pensata contro i bisogni, i diritti, le priorità di chi la vive, ma solo funzionale al massimo del profitto e della speculazione. Una città che sacrificherà scali ferroviari e spazi pubblici per gli appetiti immobiliari. Una Milano che rinuncia alla priorità del trasporto pubblico in nome delle grandi infrastrutture del trasporto privato e delle merci su gomma. Una Milano che consuma il territorio agricolo circostante, svende il patrimonio pubblico, sgombera campi rom, centri sociali e chiunque non possa permettersi affitti o mutui da usura legalizzata, un PGT che regala la città a chi negli anni l'ha devastata, a chi ci genera le bolle immobiliari. Tutto col pretesto di preparare Milano all'evento internazionale dell'Expo 2015 che col titolo altisonante "nutrire il pianeta, energia per la vita" propone il modello agro-alimentare imposto dalla globalizzazione neoliberista e imperialista, fatto di OGM, monocolture, sementi ibride, cibi massificati e plastificati; un modello che affama 3/4 della popolazione mondiale, inquina e distrugge la biodiversità e arricchisce solo le grandi aziende monopolistiche del settore. Inoltre la Moratti ha promesso che con il PGT vaste aree verranno bonificate per essere adibite a verde (non specificatamente pubblico); ma come già visto ad esempio nelle aree di Santa Giulia, Bisceglie, etc più che bonifiche gli speculatori hanno preferito realizzare discariche per rifiuti industriali tossici e veleni di ogni genere, anche qui per i lucrosi traffici delle mafie e nulla garantisce che ciò non si ripeta anche in futuro. Quando è ormai chiaro che per risolvere l'annoso problema del traffico e dell'inquinamento occorre un forte potenziamento e prolungamento degli orari del trasporto pubblico di superficie e sottosuolo con mezzi non inquinanti (come ad esempio all'idrogeno), occorre una rete di linee che si estendano circolarmente e non solamente a raggiera, occorrono tariffe e abbonamenti a costi popolari e unificati su tutta la rete dei trasporti pubblici provinciali milanesi e brianzoli (che necessariamente comporta la rifusione di questa in un unico ente gestore pubblico e quindi la rimunicipalizzazione dell'ATM e lo scioglimento della Spa la cui disastrosa gestione privatizzata ha peggiorato gravemente il servizio), la giunta Moratti nulla ha fatto in questo senso mentre invece ha esteso i parcheggi a pagamento sino alla periferia incrementando da una parte le multe e dall'altra i profitti dei proprietari dei parcheggi privati sotterranei. Non paga di ciò la neopodestà con il pretesto di risolvere l'emergenza traffico e smog (nelle classifiche sull'inquinamento Milano è al primo posto in quella europea e tra i primi in quella mondiale) ha introdotto un pedaggio agli automobilisti tramite l'Ecopass per entrare nella cerchia di quel che furono le Mura Spagnole. La giunta si è resa promotrice dell'apertura di nuove caserme di carabinieri e polizia per sfoderare un mastodontico apparato repressivo utilizzato per concretizzare i dictat dell'imperante regime neofascista. Oltre alla tipologia di sgomberi già citati, la repressione è stata attuata nell'esecuzione di sfratti con "forza pubblica", dispersione di manifestazioni "non autorizzate", "intervento rapido" per impedire agli studenti di occupare le scuole, schedatura dei lavoratori in sciopero per ingiungergli la precettazione prefettizia, caccia ai migranti "clandestini" (in ottemperanza della legge Bossi-Fini) da internare nei campi di concentramento CIE e a tutto si aggiungono le ordinanze liberticide contro i commercianti immigrati di via Paolo Sarpi e di via Padova con chiusure anticipate degli esercizi e divieti di carico e scarico, il proibizionismo sugli alcolici per gli under 16, le misure antiaccattonaggio, etc. Questi gli esempi più eclatanti dello Stato di polizia a cui la giunta Moratti ha sottoposto la città. La Moratti e i fascioleghisti Letizia Moratti sarà ancora una volta la candidata della destra del regime. Sarà a capo di una coalizione nero-verde in cui la Lega Nord reclama più spazio. Che Milano sia un test nazionale è dato dal fatto che per appoggiare la candidatura di "donna Letizia" è sceso in campo il neoduce in persona. La cosa ha creato un po' di mal di pancia agli alleati leghisti tanto è vero che l'europarlamentare Matteo Salvini ha recentemente annunciato: "Le elezioni di Milano come test nazionale per il governo" sono un messaggio "sbagliato perché in campagna elettorale bisogna parlare della città: la gente chiede delle case popolari del Giambellino, non delle toghe rosse e dei giudici". Ma la questione vera del loro malessere sta nel fatto che pretendono, essendo il secondo partito della coalizione visto che l'UDC correrà con il Terzo polo, la "cadrega" di viceneopodestà. Che la Lega abbia un ruolo crescente nei giochi di potere meneghini è capibile leggendo il programma elettorale della Moratti. Nelle prime tre righe, infatti, sono citati due temi cari al Carroccio: il federalismo fiscale e la distribuzione più equa delle spese sociali tra italiani e immigrati. "Grazie al federalismo fiscale - si legge nella versione definitiva del programma morattiano - Milano aumenterà i servizi sociali e culturali senza gravare sui cittadini e senza mettere la tassa di soggiorno, attribuendo i fondi secondo criteri di residenza e rispetto della legalità". Che dire? Ecco la versione meneghina del programma del governo neofascista, presidenzialista, federalista, xenofobo, razzista, interventista del neoduce Berlusconi. Il keynesiano Pisapia e la "sinistra " borghese Lo sfidante della nuova Thatcher Letizia Moratti è l'avvocato ex PRC Giuliano Pisapia. Egli ha vinto, un po' a sorpresa, le primarie della "sinistra" borghese nel novembre scorso. Pur dichiarandosi al di sopra dei partiti, è risaputa la sua vicinanza a SEL. Non è un caso infatti che per lui si sia scomodato il leader nazionale di SEL, il trotzkista neoliberale Vendola, che a novembre tenne un comizio al Teatro Dal Verme nel capoluogo lombardo. Il PD locale, in preda a continue faide interne, andò in confusione : è indubbio che la vittoria di Pisapia abbia stravolto i piani del PD così come quelli della destra del regime. Superate, almeno a parole le divisioni, le varie anime della "sinistra" sono tutte impegnate a promuovere la candidatura nell'avvocato riformista. Ci spiace che nel gioco elettorale della "sinistra" borghese siano stati coinvolti dei movimenti e dei gruppi sinceramente anticapitalisti. Se andiamo ad analizzare bene su un piano di classe il programma di governo di Pisapia per Milano, notiamo che è un programma di stampo keynesiano: la base di esso sta nella proprietà privata (sia pure statale) dei mezzi di produzione, nel mercato capitalista, nella compravendita della forza-lavoro, nello sfruttamento del lavoro salariato, nel mantenimento dell'apparato statale borghese di oppressione, nel potere esclusivo politico, legislativo e giudiziario della classe dominante, che sono notoriamente sanzionati dalla vigente Costituzione democratico-borghese (che peraltro oggi è resa carta straccia dal Titolo V sul federalismo votato dal "centro-sinistra" e dalle continue controriforme neofasciste del nero governo Berlusconi). Infatti come non definire neokeynesiane proposte come: "Micro credito per il sostegno della piccola impresa e del commercio locale", oppure "Rilancio dell'agenzia nazionale per l'innovazione,per favorire il finanziamento delle iniziative imprenditoriali giovanili"? Una visione sostanzialmente riformistica che non cambia nulla di concreto per il proletariato, i lavoratori e le masse popolari milanesi. Anzi incrementa il loro sfruttamento da parte del capitalismo. E i dirigenti falsi comunisti del PRC e PdCI che fanno? Ovviamente appoggiano il loro ex parlamentare. Col riformismo e il parlamentarismo difendono il capitalismo e le sue istituzioni in camicia nera e cercano una conciliazione della lotta di classe nel quadro dello Stato borghese. Perché non vogliono la rivoluzione proletaria e il socialismo. In quest'ottica, non ci stupisce affatto la presa di posizione benevola di Pisapia sulla quotazione in borsa di Sea (vista addirittura come "un'occasione per lo sviluppo") o il suo arcinoto appoggio a Expo 2015. Noi marxisti-leninisti riteniamo che Pisapia sia espressione della "sinistra" borghese che è l'altra faccia della stessa medaglia del regime neofascista in cui siamo per ora costretti a vivere e che quindi non vada assolutamente votato! La nostra proposta elettorale Il PMLI a Milano propone: 1. Dare la priorità al risanamento delle periferie urbane e dei quartieri popolari. 2. Il diritto alla casa per tutti con un piano del Comune mirato a soddisfare il fabbisogno abitativo attraverso il riuso e il risanamento di vecchi edifici, l'utilizzo delle case sfitte e la costruzione di nuove case popolari con affitti accessibili a tutti, immigrati e Rom compresi. 3. Il divieto degli sfratti fino a che non sia offerta un'adeguata abitazione alternativa, specie per gli anziani e le famiglie a basso reddito. 4. L'obbligo del Comune di costruire per i nomadi in sosta temporanea, strutture di soggiorno in muratura attrezzate di servizi, e per l'assistenza sanitaria, per la raccolta di rifiuti, e collegate con i mezzi di trasporto pubblici. Per gli stanziali l'obbligo di fare piani di inserimento nella vita sociale, lavorativa e scolastica nel territorio di competenza. 5. Il lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati, i precari e i lavoratori. 6. L'assunzione di nuovo personale a tempo indeterminato nella pubblica amministrazione cittadina per reintegrare il turn-over. 7. Il diritto alla salute gratuito ed universale per tutti. 8. Socializzare la vita nei quartieri della città attraverso la costruzione e il finanziamento pubblico di centri sociali e di servizi, luoghi di ritrovo e di attività associativa, culturale, ricreativa e sportiva autogestiti dalla popolazione interessata. 9. La scuola e l'università pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti-lavoratori. Il Comune deve dotare le scuole di biblioteche, sale di lettura e strutture attrezzate gratuite al servizio degli studenti per attività informatiche; installare mense scolastiche gratuite con cibo di qualità. 10. Il divieto da parte del Comune di rilasciare concessioni edilizie per insediamenti abitativi in vicinanza di elettrodotti. 11. Tutelare l'ambiente con la costruzione di parchi pubblici e la limitazione del traffico urbano. 12. NO a EXPO 2015 e al nuovo PGT di Milano! Perciò noi invitiamo le elettrici e gli elettori milanesi a non votare i partiti che sostengono apertamente, o di fatto, il capitalismo e di astenersi disertando le urne oppure annullando la scheda o lasciandola in bianco. Votate l'unico partito italiano anticapitalista, il PMLI, astenendovi! Votate il PMLI, astenendovi, per spingere in avanti la lotta di classe per abbattere il governo del neoduce Berlusconi! Votate il PMLI, astenendovi, per esprimere il vostro appoggio alla lotta per l'Italia unita, rossa e socialista! Votate il PMLI, astenendovi, per delegittimare le istituzioni rappresentative borghesi! Create le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo costituite dalle Assemblee popolari e dai Comitati popolari basati sulla democrazia diretta! Partito marxista-leninista italiano Comitato lombardo 18 aprile 2011 |