Documento dell'Ufficio politico del PMLI Votare per il capitalismo o votare per il socialismo? Votare per il capitalismo o votare per il socialismo? Questa è la domanda fondamentale che dovrebbe orientare la scelta elettorale di ogni elettrice e elettore cosciente, responsabile e informato. Di sicuro l'elettorato di sinistra. Su ogni cosa occorre avere una posizione e un atteggiamento di classe per non favorire i nemici di classe, anche sul piano elettorale. I borghesi, per conservare la propria società e il proprio potere, cercano di stemperare tutto, e predicano: non nemici ma avversari; non conflitti antagonistici ma posizioni diverse in una cornice istituzionale e economica comune. In altre parole non lotta di classe ma collaborazione tra le classi, in particolare tra proletariato e borghesia. Non lotta tra fascisti e antifascisti ma riconciliazione nazionale. Nella realtà però esistono i nemici, le contraddizioni di classe e i conflitti di classe. Allora occorre schierarsi. O col capitalismo, che è la società della borghesia, o col socialismo, che è la società del proletariato e delle masse lavoratrici e popolari. Il capitalismo si nutre di sfruttamento dell'uomo sull'uomo e del sangue dei lavoratori. Ha seminato e semina l'Italia di morti nelle guerre imperialiste, come quelle in Iraq e in Afghanistan, e nei luoghi di lavoro, come la strage degli operai della ThyssenKrupp e di quelli di Molfetta e l'omicidio del portuale di Genova. Il capitalismo è sostenuto da tutti i partiti che sono in gara per le elezioni del 13 e 14 aprile per ottenere dei seggi parlamentari. Anche da quelli che a parole si definiscono anticapitalisti e persino comunisti. Perché non hanno il socialismo nel loro programma e hanno da sempre combattuto il socialismo realizzato da Lenin, Stalin e Mao. Chi è a favore del capitalismo ha perciò un'ampia possibilità di scelta di voto elettorale. Chi invece è a favore del socialismo ha un'unica possibilità di scelta, quella di votare per il PMLI, astenendosi. In base a considerazioni tattiche, ciascuno può decidere di disertare le urne, oppure annullare la scheda o lasciarla in bianco. Ci si può astenere per motivi diversi e disparati, tutti legittimi e efficaci, per esprimere il proprio dissenso verso i partiti parlamentari, le istituzioni rappresentative borghesi e il governo uscente. Ma l'astensionismo che fa più male e lascia il segno più profondo è quello espresso consapevolmente e apertamente come un voto dato al PMLI e al socialismo. Noi vorremmo che chi segue questa indicazione comprendesse a fondo che attualmente l'astensionismo marxista-leninista è la sola tattica elettorale valida per abbattere le illusioni elettorali, parlamentari, governative, riformiste e pacifiste che frenano pesantemente la lotta contro il capitalismo, il suo Stato e i suoi governi; per infondere nel proletariato, nelle masse e nelle nuove generazioni la coscienza, la cultura, la mentalità, la pratica sociale rivoluzionarie, anticapitaliste, antistituzionali e marxiste-leniniste; per delegittimare, isolare, indebolire e disgregare le istituzioni rappresentative borghesi e i partiti che le appoggiano e ne fanno parte. Noi vorremmo che l'astensionismo di sinistra di dissenso verso i partiti e il governo precedentemente votati e sostenuti si trasformasse in astensionismo marxista-leninista anticapitalistico e per l'Italia unita, rossa e socialista. Noi vorremmo che l'elettorato di sinistra spendesse tutte le proprie preziose energie per l'avvento del socialismo e per la conquista del potere politico da parte del proletariato, che è la madre di tutte le questioni, e senza la quale non è possibile alcun cambiamento sostanziale in Italia. Solo così si può dimostrare di essere dalla parte degli operai, dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e dei pensionati a basso reddito. Il socialismo Applicando le indicazioni del "Manifesto del Partito Comunista" di Marx e Engels, di cui ricorre il 160° Anniversario della pubblicazione, e sulla base dell'esperienza storica della dittatura del proletariato, con al centro gli insegnamenti di Lenin, Stalin e Mao, nel socialismo cambieremo tutto. Dal sistema economico alle istituzioni; dall'ordinamento giuridico, giudiziario e militare all'istruzione. Cancelleremo le differenze tra città e campagna, tra lavoro manuale e lavoro intellettuale. La legge economica fondamentale non sarà più quella della realizzazione del massimo profitto, in vigore nel capitalismo, ma quella del massimo soddisfacimento delle esigenze materiali, sociali e culturali delle masse. Ognuno darà secondo le proprie capacità e avrà secondo il proprio lavoro. Creeremo le condizioni per eliminare le classi sociali e quindi arrivare al comunismo incui ciascuno darà secondo le proprie possibilità e riceverà secondo i propri bisogni, e ognuno potrà realizzare se stesso in tutta la sua pienezza, senza alcuna disparità di sesso in tutti i campi. Il piano di PD e PDL per la terza repubblica Se non si punta a cambiare tutto attraverso il socialismo, si finisce col non cambiare niente, per quanto riguarda il sistema economico, le istituzioni, la classe al potere, la politica interna e estera. La storia e la pratica del capitalismo italiano e dei suoi governi, compresi quelli di "centro-sinistra" parlano chiaramente. Lo si vede anche dai programmi elettorali dei partiti parlamentari nessuno dei quali mette in discussione il capitalismo e il potere della borghesia, e dà risposte soddisfacenti ai problemi reali delle masse. Addirittura quelli del PD e del PDL sono pressoché uguali. La disputa è solo quale tra questi due partiti deve governare gli affari della borghesia. Gli altri fanno unicamente da contorno e da sgabello a loro due. Compresa l'imbelle e interclassista Sinistra arcobaleno, parte integrante della "sinistra" borghese e ruota di scorta del PD, che la userà se ne avrà bisogno per formare un eventuale governo e che ha già deciso di usarla per le giunte comunali, provinciali e regionali. Vedi l'accordo ignominioso di Roma egemonizzato dal destro democristiano e papista Rutelli. Quello che maggiormente impressiona, e che dovrebbe far riflettere seriamente l'elettorato di sinistra, è che questo "nuovo" falso partito di sinistra, pieno di rinnegati del comunismo e di pentiti della falce e martello, non vede e non denuncia il piano del neoduce Berlusconi e del neonazionalista e presidenzialista Veltroni, che mira a realizzare la terza repubblica portando a termine il lavoro già fatto con la seconda repubblica. Il che significa accentuare i caratteri e i connotati del vigente regime capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista. Anche se questi due rappresentanti della destra borghese e della "sinistra" borghese non dovessero arrivare al cosiddetto "governo delle larghe intese", ormai è certo e scontato che collaboreranno per dare all'Italia capitalista una forma di Stato - il federalismo - e di governo - il presidenzialismo - conforme al disegno della P2 e alle necessità della classe dominante borghese per difendere i propri interessi in Europa e nel mondo, attraverso l'interventismo e le guerre imperialiste e la fascistizzazione delle istituzioni e della vita sociale, cementata dalla repressione e dalla criminalizzazione delle masse in lotta e dei migranti. Il decreto legislativo sulle espulsioni dei migranti non desiderati varato all'ultimo minuto dal governo Prodi ne è un amaro anticipo. Data la gravità politica di tale piano, tutto l'elettorato dovrebbe negare il voto ai loro partiti e ai rispettivi reggicoda passando all'astensionismo. Mentre l'elettorato di sinistra dovrebbe avere un motivo in più per votare il PMLI e il socialismo astenendosi. Le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo L'elettorato di sinistra dovrebbe anche impegnarsi a costruire in tutte le città e in tutti i quartieri le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta. Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti - compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni - che si astengono alle elezioni, che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime. Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale. I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, astensioniste fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini - eleggibili fin dall'età di 16 anni - devono essere rappresentati in maniera paritaria. I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale devono rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale. Le battaglie immediate del PMLI C'è tanto da lavorare sui piani ideologico, politico e organizzativo prima di arrivare al socialismo. Ma ciò non deve far paura ai fautori del socialismo, coscienti che come dei pionieri aprono una strada che nessuno mai, prima della fondazione del PMLI e dei dieci anni precedenti alla sua preparazione, ha veramente osato aprire e percorrere. Tenendo ferma la bussola orientata verso il socialismo, non dobbiamo risparmiare energie per lottare contro gli atti del futuro governo borghese e anticomunista, qualunque esso sia, che nuociono alle masse, restringono gli spazi della democrazia borghese e lanciano l'Italia in avventure militari imperialistiche. Praticando in ogni campo e fronte di lotta un'accorta e larga politica di fronte unito e di unità di azione con le forze sociali, politiche, sindacali, culturali e religiose con le quali abbiamo in comune le stesse rivendicazioni materiali immediate, dobbiamo batterci per vietare all'Italia di partecipare a qualsiasi guerra imperialista di aggressione, occupazione e saccheggio di risorse di altri paesi, anche se sotto l'egida dell'Onu, della Nato e dell'Unione europea, di partecipare allo "scudo stellare" degli Usa e alla produzione dei bombardieri F35, per l'uscita dell'Italia dalla Nato, dalla Ue, dall'Ueo e da tutte le altre alleanze imperialiste e militari, per la chiusura delle basi Usa e Nato in Italia, per la revoca dell'autorizzazione del governo italiano al raddoppio della base Usa a Vicenza, per il ritiro immediato dell'Italia dall'Afghanistan, dai Balcani, a cominciare dal Kosovo, dal Libano e dall'Iraq, per il dimezzamento delle spese militari, il ripristino dell'esercito di leva e l'abolizione di quello professionale, per il rifiuto del nucleare. Dobbiamo batterci per lo sviluppo e l'industrializzazione del Mezzogiorno non dando alcuno spazio alle mafie, il lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati e i lavoratori, l'abrogazione della legge 30 e del Pacchetto Treu, la cancellazione di ogni forma di precariato e di flessibilità, compresi i contratti a termine, la difesa dell'art. 18 dello "Statuto dei lavoratori" e dei contratti nazionali di lavoro, le 35 ore settimanali a parità di salario, la sicurezza certa e controllata sul lavoro, forti aumenti salariali non legati alla produttività, la restituzione del fiscal drag, il ripristino della scala mobile, il diritto alla casa per tutti, compresi i migranti, l'abolizione dell'ICI sulla prima casa, il risanamento delle periferie ghetto, la diminuzione dei prezzi e delle tariffe, l'abrogazione della legge Bossi-Fini sull'immigrazione. Dobbiamo batterci per la nazionalizzazione di tutte le più grosse banche e aziende, a cominciare dall'intero gruppo Fiat, un sistema fiscale basato sulle imposte dirette che attui una vera ed effettiva progressività nella tassazione dei redditi, attraverso una lotta rigorosa all'evasione, erosione ed elusione fiscali e l'unicità di imposta per tutte le fonti di reddito, una imposta patrimoniale progressiva su tutti i beni immobiliari e mobiliari (titoli azionari e simili, depositi bancari, ecc.), con l'esenzione della prima casa di abitazione e il piccolo risparmio entro il tetto di 130 mila euro indicizzati, la riduzione della ritenuta fiscale sugli interessi bancari al 20%, il prelievo su cedole, dividendi e plusvalenze finanziarie al 20%. Dobbiamo batterci per le pensioni, la sanità, l'acqua, la scuola e l'università pubbliche, per l'eliminazione di qualsiasi ticket sanitario e delle liste di attesa, per cancellare i progetti della Tav in Val Susa, del Ponte sullo Stretto, del Mose a Venezia, dei rigassificatori e degli inceneritori, per la raccolta differenziata, il riciclaggio e il riuso dei rifiuti, che vanno drasticamente ridotti attraverso la riduzione degli imballaggi delle merci, per lo sviluppo dell'energia naturale, pulita, rinnovabile, non inquinante. Dobbiamo batterci per la piena parità tra donne e uomini in campo politico, sociale, sindacale, professionale e familiare, per la socializzazione del lavoro domestico, l'abolizione del Concordato, l'abolizione della legge 40 sulla fecondazione assistita, la difesa della 194, l'introduzione della pillola RU 486, il riconoscimento delle coppie di fatto indipendentemente dell'orientamento sessuale, il testamento biologico, l'eutanasia. Dobbiamo batterci affinché gli stipendi del presidente della Repubblica, del presidente del Consiglio, dei ministri, dei parlamentari, dei presidenti, dei sindaci e degli assessori regionali, provinciali e comunali, così come quelli degli alti funzionari dello Stato, non superino il triplo del salario medio operaio dell'industria. Chi condivide la linea, la strategia e la tattica elettorale del PMLI si unisca subito ai marxisti-leninisti nelle Squadre di propaganda dell'astensionismo marxista-leninista, e insieme daremo colpi più duri e più devastanti al capitalismo, al regime e alle ingannatorie e oppressive istituzioni rappresentative borghesi colluse con la mafia, che ormai è parte integrante della classe dominante borghese, del sistema capitalistico e del loro Stato. Uniamoci per battere la destra e la "sinistra" del regime capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista! Uniamoci per lottare contro i piani di Berlusconi e Veltroni della terza repubblica! Uniamoci per l'Italia unita, rossa e socialista! Uniamoci per creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo! Asteniamoci disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco! Coi Maestri e il PMLI vinceremo! L'Ufficio politico del PMLI Firenze, 3 marzo 2008 |