Documento della Cellula "1° Maggio-Portella 1947" di Palermo del PMLI Per l'Italia unita, rossa e socialista. Contro i governi della destra e della "sinistra" borghesi che lavorano per il capitalismo Per Palermo governata dal popolo e al servizio del popolo. Astieniti! Delegittimiamo le istituzioni rappresentative borghesi. Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo Le elezioni del nuovo sindaco di Palermo, del consiglio comunale e degli 8 consigli circoscrizionali si terranno il 6 e 7 maggio 2012, l'eventuale ballottaggio per il sindaco il 20 e 21 maggio. Tanti i candidati a sedere sulla massima poltrona delle istituzioni rappresentative borghesi del capoluogo siciliano, e centinaia i candidati a "conquistare" una poltrona nei consigli. Il "vincitore" delle primarie del "centro-sinistra", Fabrizio Ferrandelli, sulle cui elezioni è stato aperto un fascicolo dalla Procura per presunte attività illecite nello svolgimento delle operazioni di voto, è particolarmente appoggiato dall'area del PD favorevole all'alleanza con il governatore Raffaele Lombardo, (MPA). Anche Sel di Vendola appoggia Ferrandelli nonostante che l'imputazione coatta del presidente della Regione Siciliana per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato mostri la natura clientelar-mafiosa dell'alleanza di governo tra il PD siciliano e Lombardo. I partiti della "sinistra" borghese pur di governare sono disposti a vendersi l'anima. Si tratta di elezioni comunali particolarmente importanti: chi vincerà metterà le mani sugli enormi fondi pubblici della quinta città d'Italia per popolazione. Per avere un'idea dei soldi in circolazione basti considerare che i bilanci comunali annuali di Palermo superano abbondantemente il miliardo di euro che, come dimostrano le vicende degli ultimi anni, possono garantire il proliferare di un ampio sottobosco di clientele, grazie a deleghe, esternalizzazioni, collaborazioni a pioggia, con buona pace dei buchi di bilancio scaricati sulle masse popolari. La bagarre pre-elettorale tra capibastone dentro la "sinistra" borghese e la destra palermitane ha dato l'ennesima dimostrazione che in atto è uno scontro tra bande per la conquista dei posti di potere dentro le istituzioni borghesi e non un vero confronto su come risolvere i problemi reali e concreti delle masse popolari. Palermo è stata ridotta, dalle amministrazioni di destra e di "sinistra" che si sono alternate in questi anni, ad essere, come emerge in diverse ricerche scientifiche universitarie, l'ultima classificata in Italia per vivibilità: affitti troppo cari, strade sporche, servizi inadeguati, altissimo tasso di disoccupazione. Tale situazione deriva direttamente da quasi un ventennio di pessima amministrazione, nel quale si sono succeduti dapprima sette anni ininterrotti di "centro-sinistra", con Leoluca Orlando, oggi IdV, e poi i dieci anni ininterrotti di destra con Diego Cammarata (PDL). Le scelte dell'uno e dell'altro si sono adeguate alle esigenze e agli interessi del capitalismo nazionale sostenendole con solerzia, favorendo privatizzazioni e ingrassando la mafia, fomentando il neofascismo (con la restrizione degli spazi di democrazia borghese in seno al consiglio e la gestione personalistica dei fondi pubblici, l'incremento del voto di scambio, ecc.), restringendo i diritti dei lavoratori (con la creazione di un bacino di precari comunali non ben quantificabile, ma che secondo alcuni supera le 10.000 unità e favorendo il lavoro nero), tagliando i servizi comunali. Luisa Latella, commissario straordinario nominato a fine gennaio dal governo Monti, dopo le tardive dimissioni di Cammarata, ha stimato un disavanzo di 140 milioni di euro nel 2012, dei quali 98,7 milioni appartengono a debiti con le società partecipate. Tra i motivi del dissesto finanziario, oltre la pessima amministrazione dei fondi pubblici, attribuibile negli ultimi anni direttamente al sindaco uscente Cammarata, anche i minori trasferimenti economici dallo Stato, dovuti al famigerato decreto "Salva Italia" del governo Monti, appoggiato anche dal PD nazionale, dall'altro i minori trasferimenti regionali, del governo Lombardo, tenuto in vita con interessata ostinazione dal PD siciliano. Insomma un insieme di responsabilità trasversali ha generato un dissesto finanziario che le istituzioni borghesi faranno pagare alle masse, con l'aumento esponenziale di tasse e tariffe deciso proprio in questi giorni dal consiglio comunale uscente, con l'introduzione dell'Imu (Imposta municipale unica) al 4,8 per mille per la prima casa e al 9,6 per tutte le altre tipologie e ha raddoppiato l'irpef dallo 0,4 allo 0,8%. A questi rappresentanti della borghesia dovrebbero dare il voto gli operai, i lavoratori, i disoccupati, i pensionati, i precari, gli studenti?! Perché? Per consentire loro di continuare a massacrarli e a fare i loro affari? Soltanto sfumature impercettibili distinguono i programmi dei candidati del "centro-sinistra", tra cui Leoluca Orlando, appoggiato da IdV, FdS, Verdi e un'Altra Storia di Rita Borsellino da quelli del candidato di destra Massimo Costa, appoggiato da PDL e UDC, o di Alessandro Aricò, appoggiato da FLI, MPA, ApI. Niente di concreto sui problemi reali, ma tanto sulle linee di politica del lavoro che sostanzialmente sono le stesse. Sembra di sentir parlare Sacconi o la Fornero: flessibilità, riconversione, efficienza, e chi più ne ha più ne metta. Intanto la disoccupazione è cresciuta esponenzialmente: sono 78 mila le persone in cerca di occupazione rispetto alle 67 mila del 2007. Fra i giovani tocca la cifra record del 31% e la percentuale sale al 44,7% nella fascia tra i 15 e i 25 anni. Arriva al 29,8% invece fra i 25 e 34 anni. Oltre il 38% dei giovani non studia e non cerca lavoro, perché ormai sfiduciata nella effettiva possibilità di avere un lavoro. La stragrande maggioranza dei giovani palermitani svolge lavori in nero, sottopagati e ipersfruttati. I lavoratori di ogni categoria protestano. Gli operai palermitani hanno subito dure batoste dalla crisi del settore metalmeccanico, in particolare quelli dei Cantieri navali di Finmeccanica che rischiano il licenziamento. A questi si aggiungono gli operai precari delle ex-municipalizzate: Gesip, Amat, Amap, Amg. Sono centinaia le attività commerciali e imprenditoriali che hanno chiuso i battenti come lo storico "Migliore". Palermo è una città universitaria. Mai tuttavia il Comune si è preoccupato di aiutare con un piano di edilizia agevolata le decine di migliaia di fuorisede provenienti da tutta la Sicilia che, già gravati dalle pesanti rette, non hanno diritto ad alcuna facilitazione e si ritrovano a pagare cifre esorbitanti per alloggi spesso scalcinati. Il centro storico è degradato, sporco e abbandonato a se stesso così come le periferie, e la situazione non migliora affatto nei quartieri più ricchi. L'emergenza abitativa continua ad aggravarsi e le famiglie senzacasa sono costrette a dormire all'addiaccio oppure, le più fortunate, riescono ad occupare qualche stabile abbandonato o non utilizzato. I servizi pubblici sono quasi inesistenti a causa dei tagli, e insufficienti alle esigenze delle masse popolari: i trasporti sono diminuiti in frequenza e aumentati nei costi, così come i servizi idrici che con la "gestione integrata" si sono dimostrati essere un fallimento. Esistono ancora quartieri privi di servizio continuo di erogazione dell'acqua. Un dramma che rischia di aggravarsi dopo l'inquinamento della falde acquifere della città per l'infiltrazione di percolato nella discarica di Bellolampo per il quale è indagato il sindaco uscente con ipotesi di reato che vanno dal disastro doloso, alla truffa alla gestione abusiva della discarica. I rifiuti lasciati per le strade costantemente, soprattutto in centro e nelle periferie, rendono l'aria irrespirabile e non esiste marciapiede che non sia una discarica a cielo aperto. La raccolta differenziata non ha funzionato per nulla, poiché non vi è mai stata la volontà politica di farla funzionare e incrementarla. Altri servizi come gli asili nido comunali, i consultori pubblici, i centri sociali per anziani e giovani sono praticamente inesistenti. La microcriminalità dilaga e la mafia, già presente sulle poltrone di governo, ha allargato la sua rete di relazioni dentro le istituzioni borghesi. Le proposte del PMLI La pressione dei candidati borghesi affinché l'elettorato li voti sarà enorme, ma alle masse popolari palermitane, agli operai, ai precari, ai disoccupati, alle donne, agli anziani, ai giovani che stanno pagando l'enorme crisi finanziaria generata dal capitalismo e gestita a favore del capitalismo dai governi nazionali, regionali e dalle amministrazioni locali chiediamo di non votarli e di Astenersi (disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco) e di far volare alle stelle l'astensionismo. L'astensionismo è lo strumento elettorale per dire "NO!" alle misure di lacrime e sangue che stanno affamando le masse e mettendo in ginocchio la nostra amata Palermo; "NO!" alla mafia; "NO!" al neofascismo; "NO!" alla modifica dell'articolo 18. Chiediamo alle masse di adoperarsi per confermare e superare l'altissimo astensionismo raggiunto alle ultime consultazioni comunali, in modo da isolare e delegittimare le istituzioni rappresentative borghesi. Noi marxisti-leninisti auspichiamo inoltre che l'elettorato di sinistra più cosciente non cada nella trappola elettoralista tesa dai candidati sedicenti comunisti per prosciugare l'enorme bacino di astensionismo palermitano e incanalare gli anticapitalisti nell'alveo del partecipazionismo e dell'elettoralismo borghesi. L'astensionismo tattico marxista-leninista non è un semplice voto di protesta, ma rappresenta un voto anticapitalista e antimafioso contro i governi della destra e della "sinistra" borghesi, contro le istituzioni rappresentative borghesi e per l'Italia unita, rossa e socialista. L'astensionismo non è un non voto, ma è un voto a tutti gli effetti. Noi vorremmo che fosse un voto dato al PMLI e al socialismo. Noi vorremmo che tutti gli anticapitalisti e gli astensionisti di ogni quartiere si riunissero nelle Assemblee popolari per stabilire la propria piattaforma politica e rivendicativa e per programmare le proprie lotte, attività e iniziative sociali aperte a tutte le masse del proprio territorio. Noi vorremmo che le Assemblee popolari fossero costituite in ogni quartiere cittadino da tutti gli abitanti ivi residenti, compresi le ragazze ed i ragazzi di 14 anni, che si astengono alle elezioni, che dichiarano di essere anticapitalisti, antifascisti e fautori del socialismo e siano disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni rappresentative borghesi, il potere centrale, regionale e locale e il sistema capitalistico. Noi vorremmo che le Assemblee popolari eleggessero, con voto palese e con mandato revocabile in qualsiasi momento, il proprio governo, denominato Comitato popolare. Noi vorremmo che i Comitati popolari di quartiere e cittadino rappresentassero il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente dei governi di quartiere e comunale. Intanto noi vorremmo che Palermo fosse governata dal popolo e al servizio del popolo, ma ciò non è possibile sotto il capitalismo, perciò bisogna cambiare il sistema economico, statale, istituzionale e la classe dominante e sostituirla con quello socialista e con la classe operaia. Un'impresa titanica e di lungo periodo, ma assolutamente essenziale. Intanto chiediamo alle palermitane e ai palermitani di battersi per: 1) Un piano comunale per il lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati e lavoratori; 2) Il rilancio dei cantieri navali palermitani; 3) L'abolizione del lavoro nero; 4) L'abolizione dello sfruttamento minorile e infantile; 5) L'assunzione stabile e a salario intero di tutti i lavoratori precari presso il Comune di Palermo in cui prestano servizio; 7) Impedire la vendita di Gesip, Amap, Amia, Amat; 8) La ripubblicizzazione delle ex-municipalizzate e l'assunzione in pianta stabile di tutti gli operai; 9) Un piano comunale mirato a soddisfare il fabbisogno abitativo attraverso il riuso e il risanamento dei vecchi edifici, lŽutilizzo delle case confiscate alla mafia, delle case sfitte e la costruzione di nuove case popolari con fitti accessibili a tutti immigrati e Rom compresi; 10) Un piano comunale straordinario per dotare tutto il territorio palermitano, in particolare le periferie, di una fitta rete di servizi pubblici e gratuiti per la prima infanzia (nidi, scuole dell'infanzia, trasporti, servizi di doposcuola, centri estivi) fino a completa copertura delle necessità e con orari e prestazioni in grado di soddisfare le esigenze lavorative e sociali dei genitori, in particolare delle donne; 11) Piano comunale per il soddisfacimento dei diritti e dei bisogni economici, sociali, culturali, formativi, sanitari, sportivi, ricreativi dei bambini e degli adolescenti, compresi i figli degli immigrati; 12) Un piano comunale per la ristrutturazione di tutte le scuole comunali; 13) Un piano comunale per la copertura di tutte le scuole elementari e gli asili della città con il tempo pieno e la mensa e per il riscaldamento; 14) Un piano comunale per il soddisfacimento dei diritti e dei bisogni economici, sociali, culturali, sanitari, sportivi, ricreativi degli anziani; 15) Un piano comunale per alloggi a basso costo e servizi culturali, formativi, sportivi, ricreativi per gli studenti fuori sede; 16) L'immediata pubblicazione del patrimonio sequestrato ai boss mafiosi e un piano per l'utilizzazione immediata a fini sociali di tale patrimonio; 17) Un piano comunale per il risanamento del centro storico e delle periferie urbane con finanziamenti pubblici; 18) Un piano comunale per il trasporto urbano pubblico con tariffe minime; 19) L'ammodernamento della rete idrica urbana. Partito marxista-leninista italiano - Cellula "1° Maggio-Portella 1947" di Palermo Palermo, 31 marzo 2012 |