Il doppio conflitto d'interessi del ministro Passera e del suo vice Ciaccia Quando Monti ha offerto a Corrado Passera il ministero dello Sviluppo Economico, l'ex amministratore delegato di Intesa Sanpaolo gli pose due condizioni per entrare a far parte dell'esecutivo. La prima: insieme allo Sviluppo economico ha preteso e ottenuto anche le Infrastrutture e Trasporti. La seconda è la nomina del suo fiduciario Mario Ciaccia a viceministro con delega proprio alle Infrastrutture e Trasporti. Romano, 64 anni, grande ufficiale dell'ordine al merito della repubblica italiana, presidente di sezione onorario della Corte dei Conti, membro dei comitati direttivi dell'Istituto Affari Internazionali, dell'associazione Civita e degli amici dell'accademia dei Lincei, con all'attivo già numerosi incarichi politici al fianco di diversi ministri, Ciaccia insieme a Passera è latore di un doppio conflitto di interesse da far invidia perfino a Berlusconi. Basti pensare che negli ultimi nove anni egli è stato uno dei massimi promotori dei progetti per le grandi opere e, in qualità di amministratore delegato e direttore generale di BIIS (Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo) del gruppo Intesa Sanpaolo, ha favorito l'apertura di linee di credito alla Pubblica Amministrazione e a favore delle cosiddette "public utilities" per oltre 33 miliardi di euro. Solo la Regione Lazio è stata finanziata per oltre 2,5 miliardi. Idem il ministero della Difesa, che con i soldi di BIIS si è comprato i nuovi caccia e le fregate di Fincantieri. In sostanza, ogni 100 euro di debito pubblico, 2 sono prestiti fatti da Ciaccia il quale adesso, insieme a Passera, Monti e a tutti gli altri macellai dell'alta finanza, siede nel governo che quei debiti deve pagare. Inoltre la BIIS sta partecipando con 3 miliardi di euro al finanziamento delle grandi infrastrutture, con prestiti che i realizzatori, attraverso il cosiddetto "project financing", dovrebbero ripagare allo Stato con i profitti realizzati nella gestione delle opere e Ciaccia è il regista di alcune tra le maggiori operazioni: dalle autostrade lombarde, alla Salerno-Reggio Calabria, dal Quadrilatero stradale tra Marche e Umbria al Terzo Valico ferroviario Genova-Milano fino alla nuova piattaforma Maersk di Vado e poi ancora ai progetti per il porto di Trieste, gli interventi urbanistici come quelli già realizzati per la Fiera di Milano o l'Eur di Roma, gli aeroporti di mezza Italia, i progetti per eolico e solare, acquedotti e termovalorizzatori. In tutto ciò è coinvolta più o meno direttamente la BIIS a cui ora Ciaccia come vice ministro potrà garantirne da un lato la spedita realizzazione e, dall'altro, qualora le infrastrutture non si rivelassero redditizie, garantirà comunque il saldo dei lavori coi soldi dello Stato, ossia coi miliardi rubati al popolo. "Abbiamo erogato finanziamenti all'Anas per la realizzazione della terza corsia del Grande Raccordo Anulare di Roma, per un importo di 390 milioni di euro; e del secondo lotto della Salerno-Reggio Calabria, per oltre 430 milioni di euro", ha ricordato recentemente Ciaccia; "Siamo presenti nel Passante di Mestre con un investimento di 800 milioni di euro e abbiamo favorito la realizzazione di parcheggi in varie città per un importo di 130 milioni. Abbiamo attuato il collocamento e la sottoscrizione di parte dell'emissione obbligazionaria della ex società Infrastrutture Spa per la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Milano-Napoli, per un importo di 320 milioni di euro. Siamo i consulenti per la realizzazione e gestione delle autostrade Brescia-Bergamo-Milano e delle Tangenziali esterne di Milano, rispettivamente per 1,6 e 1,4 miliardi di euro". BIIS è inoltre advisor dell'autostrada regionale Cremona-Mantova (project financing da 430 milioni) e della Pedemontana Veneta, l'autostrada che collegherà le province di Bergamo, Monza, Milano, Como e Varese. BIIS controlla il 6,03% della società di gestione della Pedemontana e contestualmente si occupa dell' arranging del debito, stimato in circa 3 miliardi di euro su un costo complessivo dell'opera di 4,7 miliardi. Nell'agosto 2010, la banca di Ciaccia ha poi concesso un credito di 15,7 milioni ad Invester, la finanziaria dell'imprenditore lombardo Rino Gambari, primo socio privato della Brescia-Padova, ricevendo in pegno le quote di proprietà della società autostradale. Della Serenissima, Intesa Sanpaolo detiene già il 6% del capitale attraverso la controllata Equiter. BIIS è attiva nel settore ferroviario attraverso il controllo diretto di Cofergemi, la società che si occupa della linea ad alta velocità Genova-Milano. Inoltre controlla il 12% di Portocittà, la Spa che intende ristrutturare il porto di Trieste. In Liguria ha intrapreso una partnership con Regione e amministrazione comunale di Genova per lo sviluppo di grandi progetti come il Terzo Valico, la Gronda di Ponente ed il rafforzamento delle infrastrutture portuali locali (oltre 7 miliardi di investimenti). BIIS ha pure sottoscritto crediti per un miliardo di euro a favore delle imprese impegnate nei lavori della nuova Fiera di Milano ed è arranger di alcuni dei più discutibili programmi destinati alla Sicilia, come il "miglioramento dell'adozione idrica" di Siciliacque Spa (investimenti per 564 milioni) e la realizzazione dei termovalorizzatori da parte di un pool d'imprese a guida Falck (1,2 miliardi) e Sicil Power (450 milioni). Altro importante settore d'intervento della banca di Ciaccia è la cosiddetta "cartolarizzazione dei crediti sanitari", attraverso l'emissione di obbligazioni costruite sui crediti vantati da aziende del settore nei confronti delle Regioni (in prima fila Abruzzo, Molise, Lazio, Campania e Sicilia). "Sempre nel campo delle cartolarizzazioni, la BIIS ha lanciato il 23 dicembre 2009 una maxi da 1,33 miliardi legata ad un portafoglio costituito da titoli obbligazionari emessi da enti locali italiani, mentre il 24 luglio 2009 ha realizzato l'attesa emissione da 3 miliardi di euro di obbligazioni bancarie garantite da crediti al settore pubblico". Non solo, Intesa Sanpaolo è anche azionista per il 39% di Autostrade lombarde, soggetto promotore della BreBeMi; inoltre controlla il 5% del capitale di Tem, a cui si aggiunge uno 0,25% di azioni in mano direttamente a BIIS. Insomma controllori e controllati sono una cosa unica e a governare sono i conflitti d'interesse. Per non parlare dell'inutile e dannoso Ponte sullo Stretto di Messina. Da presidente di Arcus (la società a capitale pubblico che avrebbe dovuto investire il 3% delle risorse della famigerata legge Obiettivo in iniziative culturali e artistiche nei territori investiti dai lavori per le mega infrastrutture), Ciaccia aveva programmato con l'Associazione Civita lo studio di "possibili connessioni e collegamenti per far divenire il Ponte di Messina una opportunità di sviluppo per il turismo e per i beni culturali della Sicilia e della Calabria". Grazie a Ciaccia la BIIS è divenuta capofila del pool di banche che ha rilasciato la garanzia fideiussoria per la partecipazione alla gara ad Eurolink, il consorzio d' imprese aggiudicatario dell'appalto del Ponte (linee di credito per 350 milioni di euro). Non a caso il 21 luglio 2009 la BIIS ufficializzava per bocca del suo amministratore delegato Passera di essere pronta a intervenire direttamente nel finanziamento dei lavori. Mentre Ciaccia precisava: "I soldi ci sono e da molto tempo - disse Passera - il mondo bancario ha bisogno solo di certezze operative che solo la politica può dare". E guarda caso ora la politica sono di nuovo loro: Passera e Ciaccia. 21 dicembre 2011 |