Droga in Senato Arrestato lo spacciatore direttore delle Poste, iscritto all'Api di Rutelli Il direttore dell'ufficio delle Poste del Senato, Orlando Ranaldi, di 53 anni è stato arrestato lo scorso giovedì 25 settembre dai carabinieri per spaccio di cocaina. Secondo quanto ritengono gli inquirenti Ranaldi è ritenuto addirittura il braccio destro di un boss albanese che gestiva i pusher nella parte sud dell'hinterland di Roma. Infatti il direttore ritirava la droga assieme ad altri complici a Roma, rifornendosi da un boss albanese per poi venderla nell'hinterland per conto dell'organizzazione. Tra le persone finite in manette ci sono anche un vigile urbano del Comune di Valmontone, Stefano Gallo, che si sarebbe prestato, anche con auto di servizio, a smerciare droga per conto del gruppo criminale. La Procura capitolina ha avviato decine di perquisizioni nei confronti di altri soggetti legati a vario titolo alle attività della banda. Durante l'indagine, durata circa sette mesi, sono stati arrestati diversi soggetti in flagranza di reato e sono state sequestrate centinaia di dosi di cocaina. Secondo i magistrati l'affare Ranaldi è solo l'ultimo di una serie di avvenimenti che da due anni stanno tormentando Roma, diventando una vera e proprio piazza di spaccio, con decine di zone o quartieri che vedono il controllo di decine di mini-clan, per lo più formati da giovani, spesse volte controllati dai clan della camorra, della 'ndrangheta e della mafia, sia italiana che albanese. Il direttore dell'ufficio delle Poste del Senato, ora agli arresti domiciliari, aveva anche relazioni politiche con l'API di Francesco Rutelli al punto che, sul suo profilo Facebook, si mostra a un convegno di una festa di giovani al lago di Piediluco, e poi quasi accanto al senatore. Furibonda la reazione di Rutelli, "vergognoso, una cosa indegna. Un killeraggio", che precisava in un comunicato stampa che il direttore delle Poste in effetti di Alleanza per l'Italia non era un iscritto attivo, "ma un semplice iscritto, uno dei 50mila: e comunque ora Ranaldi è stato espulso". Diversa l'ammissione del senatore di Api Riccardo Milana: "Conosco Ranaldi da tanti anni, come un vecchio amico del mio stesso paese d'origine, ma certo credo che nessuno potesse immaginare il suo coinvolgimento in una vicenda di questo tipo". E ciò la dice lunga, dopo il "caso Lusi", sulla tenuta del partito di Rutelli in termini di controllo nei confronti dei suoi iscritti, atteso che in passato ha imbarcato anche un capobastone di un clan italo-albanese per lo spaccio di droga, ossia un suo (ex) iscritto, Ranaldi. 24 ottobre 2012 |