Durante il terzo sciopero generale in tre settimane Duri scontri ad Atene contro le misure di austerità Un morto per infarto causato dal gas dei lacrimogeni sparati dalle "forze dell'ordine" Molotov contro la polizia Il governo di coalizione guidato da Antonis Samaras, formato dal suo partito Nuova democrazia, dai socialisti del Pasok di Venizelos e Sinistra Democratica di Koubelis, ha raggiunto l'accordo con i rappresentanti della troika europea sul piano di Atene per i nuovi tagli di 13,5 miliardi di euro, non ancora sulla controriforma del lavoro. Tanto dovrebbe bastare affinché la Grecia possa incassare la nuova rata di 31,5 miliardi di euro per pagare i suoi creditori, stipendi e pensioni. Le pesanti contropartite imposte dalla troika sono invece respinte dai lavoratori e dalle masse popolari che il 18 ottobre hanno dato vita a grandi e combattive manifestazioni a Atene e in molte altre città durante lo sciopero generale di 48 ore, il quinto dall'inizio dell'anno, il terzo in tre settimane dopo quelli del 26 settembre e del 9 ottobre, in concomitanza della visita della cancelliera Merkel. Almeno centomila dimostranti hanno partecipato al corteo di Atene promosso dal sindacato del settore privato Gsee e quello del settore pubblico Adedy che si sono ritrovati vicino al Politecnico, altre migliaia componevano il corteo del sindacato Pame, l'organizzazione vicina al partito revisionista del Kke, partito da piazza Omonia. I due cortei sono sfilati fino a piazza Syntagma, dove a attenderli hanno trovato un fitto schieramento di polizia. Che ha reagito con lancio di lacrimogeni e pesanti cariche ai tentativi dei manifestanti di avvicinarsi alla zona transennata a protezione dei palazzi del potere. Piazza Syntagma è diventata un campo di battaglia con gruppi di manifestanti che lanciavano molotov contro gli agenti. Nel corso degli scontri la polizia ha fermato oltre 100 manifestanti, diversi i feriti. A poca distanza dalla piazza un manifestante che aveva partecipato al corteo del Pame moriva per un attacco cardiaco causato dai gas respirati e dalle sostanze chimiche dei lacrimogeni usate dalla polizia. Un omicidio di cui è responsabile il governo Samaras, così come è responsabile delle torture inflitte ai manifestanti e agli attivisti arrestati e detenuti dalla polizia nelle precedenti manifestazioni, secondo quanto hanno denunciato i partiti di opposizione. Massicce e combattive le proteste anche nel resto del paese; in centinaia di migliaia hanno manifestato a Salonicco, Patrasso, Kalamata, Sparta, Creta e in altre isole. Fabbriche vuote, uffici chiusi, trasporti bloccati, i negozianti sbarrati soprattutto nelle grandi città. Il corteo di Salonicco era aperto dai lavoratori e dalle ambulanze del servizio nazionale della sanità Ekab, a sirene spiegate; a Patrasso una parte del corteo composto soprattutto dagli impiegati dell'amministrazione locale ha deviato il percorso originario passando di fronte al municipio per protestare contro la privatizzazione dei servizi della raccolta della spazzatura. A Kalamata gruppi di manifestanti hanno assediato la sede locale della Banca centrale greca mentre nella vicina Nafplio il corteo del Pame e i contadini hanno occupato l'ente per i sussidi di disoccupazione Oead; a Sparta manifestanti hanno assediato gli uffici di tre deputati locali chiedendogli di non votare i tagli. A Canea, nell'isola di Creta, il corteo ha sfilato fino alla sede del governo locale, circondandola mentre nell'altra città di Herakleio i manifestanti hanno occupato la sede del Centro di Decentramento di Creta. Una massiccia mobilitazione che ha espresso un chiaro rifiuto dei tagli decisi dal governo e dalle richieste dell'Unione europea (Ue) in merito a una controriforma del lavoro. I rappresentanti della troika hanno chiesto al governo Samaras di abolire nel settore pubblico la settimana di cinque giorni lavorativi, primo passo per abolirla anche in quello privato; di abolire gli aumenti salariali che scattano in base all'anzianità per almeno cinque anni; di diminuire ancora la liquidazione per i pensionati del settore pubblico già tagliata. Nel settore privato la troika ha chiesto di dimezzare da sei a tre mesi il tempo di preavviso dell'azienda in caso di licenziamento e di aumentare del 30% i giorni di contributi necessari per maturare la pensione minima; di abolire tutti i sussidi di disoccupazione per i lavori a tempo determinato a partire dal settore alberghiero. Le organizzazioni sindacali hanno salutato il successo dello sciopero generale e la folta partecipazione alle manifestazioni come il segnale della volontà dei lavoratori e pensionati, degli studenti greci di non essere affatto rassegnati a subire i tagli del governo e i diktat della troika europea e hanno annunciato la preparazione di un nuovo sciopero generale per il 14 novembre, una iniziativa organizzata assieme ai sindacati spagnoli e portoghesi per una mobilitazione in contemporanea nei tre paesi contro la politica di lacrime e sangue dei governi nazionali e della Ue. 24 ottobre 2012 |