4 morti al giorno, 1.328 all'anno Ecatombe di operai sul lavoro Morto il settimo operaio torcia umana della ThyssenKrupp. A capodanno fiaccolata di protesta a Torino contro le "morti bianche" Capitalismo assassino, governo immobile Schiacciato sotto una lastra di marmo, stritolato da una pressa, bruciato mentre riparava un impianto, investito da un'esplosione, precipitato dalle impalcature, ucciso sotto il trattore, soffocato mentre ripuliva una cisterna e si potrebbe continuare a lungo. Si tratta di una vera e propria ecatombe di lavoratori quella che quotidianamente si registra senza interruzione nelle fabbriche, nelle officine, nei cantieri, nelle cave, nelle miniere e tra le campagne del Nord, Centro e Sud Italia. Una strage di operai. E gli infortuni sul lavoro nel mese di dicembre hanno subito un'ulteriore impennata con lo scempio dei sette operai bruciati vivi alla ThyssenKrupp di Torino e i 5 morti verificatisi il 18 dicembre in diversi luoghi di lavoro a Venezia (dove Maurizio Michelon, 55 anni, è morto sul colpo schiacciato da una catasta di travi) Alessandria (dove Franco Raselli, 53 anni, è rimasto schiacciato tra due carrelli in fornace) Roma (dove Giovanni Del Brocco, di soli 22 anni, è stato colpito mortalmente da alcuni tubi) Melfi (dove Luigi Simeone, 57 anni, è morto schiacciato da un carrello nello stabilimento Fiat) e Modena (dove Marco Gagliardi, 38 anni, è precipitato da un solaio su cui stava lavorando). Un fine anno di morte che la mattina del 30 dicembre, dopo un'atroce agonia di 24 giorni, si è portato via anche Giuseppe Demasi, il settimo operaio, di 26 anni, rimasto gravemente ustionato nel rogo del 6 dicembre alla ThyssenKrupp. In sua memoria e degli altri 6 compagni deceduti nell'acciaieria, a Torino sono stati cancellati i festeggiamenti per il capodanno in piazza e migliaia di lavoratori hanno preso parte alla fiaccolata di mezzanotte che si è svolta per le vie del centro. La mattina del 31 invece è toccato a una lavoratrice immigrata dalla Cina morta schiacciata da un muletto in una fabbrica del milanese. La morte sul lavoro ha colpito anche il giorno di capodanno in località La Bella nel comune di Follina (Treviso) dove un agricoltore ha perso la vita maciullato da un tritamangime. In Italia la media degli operai morti sul lavoro nel quinquennio 2001-2005 è di 1.328 morti all'anno, quattro al giorno, leggermente diminuita nel 2006 ma che nel 2007, purtroppo, non si allontanerà di molto da questo triste primato. Secondo i dati Onu dell'Uil di Ginevra la media italiana di morti sul lavoro (ultimi 5 anni) è di 22,5 morti per milione di abitanti, più del doppio della media dei 3 grandi paesi europei: Inghilterra, Francia e Germania, che è di 10,5. In Europa solo Spagna e Portogallo hanno dati di mortalità sul lavoro simili ai nostri, con la Romania in testa con più di 60 morti per milione di abitanti mentre nel mondo il record negativo risulta quello della Cina con 127 mila morti, quasi 100 morti per milione di abitanti. Una scia di sangue che ricade per intero su questo marcio sistema capitalistico assassino e sul governo di "centro-sinistra" del democristiano Prodi che finora non ha mosso un dito per arrestare questa odiosa strage quotidiana e che non ha nemmeno il coraggio di replicare alle provocazioni del padrone di Confindustria Montezemolo, il quale di fronte alla strage operaia di Torino ha avuto la sfrontatezza di affermare che: "per gli imprenditori italiani la sicurezza dei propri collaboratori è un valore assoluto". Proprio lui, che tutti i giorni invoca sempre più precarietà, orari di lavoro più lunghi, ore di straordinario pagate molto meno dell'orario contrattuale e bassi salari, e poi piange lacrime di coccodrillo facendo finta di non sapere che sono proprio queste le cause che determinano il maggior numero di morti e infortuni sul lavoro. 3 gennaio 2008 |