63° Anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo Fedeli alla Resistenza lottiamo per l'italia unita, rossa e socialista Contro il piano di Berlusconi e Veltroni per la terza repubblica Il 25 Aprile 1945 il popolo italiano in armi, con alla testa le formazioni partigiane, insorgeva in tutto il Nord liberando definitivamente il Paese dal mostro del nazi-fascismo. Celebriamo anche questo 63° Anniversario della Liberazione non come la borghesia celebra retoricamente le sue ricorrenze nazionaliste, militariste e patriottarde, ma per trarre ancora ispirazione dalla gloriosa Resistenza e dagli eroici partigiani e continuare a trasmetterne lo spirito e la memoria alle nuove generazioni. Immenso è il contributo di sacrifici e di sangue della lotta di Liberazione dal nazi-fascismo, costata 46.000 partigiani caduti e 21.000 feriti e mutilati su un totale di 220.000 combattenti in Italia. A cui vanno aggiunti altri 30.000 partigiani caduti combattendo inquadrati nei movimenti di Liberazione degli altri paesi e gli oltre 14.000 caduti e quasi 5.000 feriti e mutilati per aver contribuito alla lotta di Resistenza. Ciononostante c'è sempre chi tenta di riscrivere la storia da destra, sostenendo un ruolo marginale della lotta partigiana nella guerra di Liberazione rispetto all'intervento degli eserciti alleati. Fino ad arrivare addirittura, come il pennivendolo rinnegato Giampaolo Pansa e tanti altri, ad accusare i partigiani, soprattutto comunisti, di atti di banditismo e di vendette gratuite ed efferate, facendo passare da "vittime" i repubblichini, le spie e i collaborazionisti dei tedeschi. Recentemente si è arrivati anche a rinnovare la ricorrente minaccia, come ha annunciato in caso di vittoria elettorale il filomafioso Marcello Dell'Utri, di "purgare" i libri di storia dalla "retorica della Resistenza": "Questo è un tema - ha promesso lugubremente il braccio destro del neoduce Berlusconi - del quale ci occuperemo con particolare attenzione". Di certo questo infame tiro al bersaglio della destra contro la Resistenza e i partigiani non avrebbe potuto arrivare al punto a cui è arrivato se non vi avesse contribuito anche la "sinistra" borghese, dapprima con l'acquiescenza e l'opportunismo e poi sempre più con la partecipazione attiva. È emblematico in questo senso il caso delle foibe, una falsificazione storica da sempre cavalcata dai fascisti e ora sposata anche dalla "sinistra" di regime, che è arrivata al punto di votare insieme alla destra l'istituzione del cosiddetto "giorno del ricordo" per criminalizzare i partigiani e il comunismo. In questa gara in zelo antiresistenziale e anticomunista con gli stessi neofascisti, al punto che per ben due volte il rinnegato Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, ha usato questa ricorrenza per proclami di marcato stampo nazionalista e sciovinista. Gli stessi ripetuti inviti del neonazionalista e presidenzialista Veltroni a chiudere per sempre con la "cultura del nemico" e la "demonizzazione dell'avversario", per "stare tutti uniti sotto il tricolore", per non parlare dell'iniziale voluta mancanza di ogni riferimento alla Resistenza nel manifesto del PD, rappresentano altrettanti segnali di via libera a chi preme per cancellare definitivamente la discriminante antifascista e la Resistenza, criminalizzare la storia e le tradizioni del movimento operaio internazionale e riabilitare il fascismo. La terza repubblica Il fatto è che tutto ciò non è frutto del caso, ma è parte integrante di un disegno volto ad instaurare la terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista, per risolvere la grave crisi economica, istituzionale e morale in cui si è impantanata la seconda repubblica. Disegno a cui avevano cominciato a mettere mano insieme il leader del PD e il capo della Casa del fascio, prima della squallida fine del dittatore democristiano Prodi e della convocazione delle elezioni anticipate. E che continua a rimanere sempre all'ordine del giorno, anche dopo la vittoria elettorale del neoduce Berlusconi, anzi più che mai all'ordine del giorno. Infatti per il capitalismo italiano, bisognoso di governi autoritari e stabili per meglio reggere la competizione nel mercato globalizzato e per affermare la sua potenza anche militare tra i paesi imperialisti, una nuova legge elettorale "bipolare" e la controriforma fascista della Costituzione in senso marcatamente presidenzialista e federalista sono necessità improrogabili. Per questo prima o poi i due campioni della destra e della "sinistra" borghesi dovranno per forza mettersi d'accordo per cambiare la legge elettorale e fare le "riforme istituzionali", dato che è ormai dimostrato (vedi la fine della "devolution" federalista affossata dal referendum nel 2006) che da soli non hanno i numeri per farcela. Difendere i valori della Resistenza e dell'antifascismo oggi vuol dire perciò opporsi con tutte le forze al disegno piduista di terza repubblica perseguito da Berlusconi e Veltroni. Vuol dire stare all'opposizione di classe del governo della borghesia - che oggi è quello in camicia nera di Berlusconi, Bossi e Fini, ma domani potrebbe anche essere quello delle "larghe intese" con la partecipazione della "sinistra" borghese - per opporsi alla politica economica iperliberista e stangatrice di "lacrime e sangue" già annunciata da entrambi i poli elettorali e contro la politica "bipartisan" sempre più interventista e guerrafondaia dell'imperialismo italiano. In particolare occorre battersi contro il rifinanziamento di tutte le missioni militari all'estero e per il loro ritiro, anche quelle sotto l'egida dell'Onu, per la chiusura delle basi Usa e la revoca della concessione per la nuova base di Vicenza, per l'uscita dell'Italia dalla Nato, dalla Ue e da tutte le altre alleanze imperialiste e militari, contro la partecipazione allo "scudo missilistico" Usa e alla produzione dei bombardieri F35, per la drastica riduzione delle spese militari. Essere fedeli alla Resistenza oggi vuol dire anche non rinunciare mai a lottare per l'Italia unita, rossa e socialista: unita, contro il secessionismo di Bossi che vorrebbe riportare l'Italia alla divisione in staterelli di un secolo e mezzo fa. Rossa, contro la nera terza repubblica che si vuol calare sul Paese. E socialista, che era anche l'ideale dei partigiani comunisti e che tornerà ad ispirare sempre nuove generazioni di oppositori del capitalismo. L'astensionismo dell'elettorato di sinistra, che ha contribuito a spazzar via dal parlamento l'imbelle, opportunista e filocapitalista Sinistra arcobaleno, è un buon segno. Viva il 25 Aprile! Viva la Resistenza! Viva i gloriosi partigiani! Fuoco sul governo del neoduce Berlusconi! Lottiamo contro la terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista! Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista! Coi Maestri e il PMLI vinceremo! 16 aprile 2008 |