Eletto il presidente del parlamento siciliano Il PD fa mancare il suo appoggio. Ardizzone figlioccio di Cuffaro eletto con i voti di UDC, PID-cantiere popolare, PDL e Lista Crocetta. Nei prossimi giorni verranno assegnate le altre cariche. L'ordine di Crocetta è "coinvolgere tutti i partiti" nella spartizione Dal nostro corrispondente della Sicilia Il 5 dicembre il parlamento siciliano della XVI legislatura si è riunito per la prima volta, mentre sotto Palazzo dei Normanni si concentrava la protesta, dai NO Muos ai lavoratori Asu di diverse città siciliane. Il governatore Rosario Crocetta comunica la composizione del governo e, immediatamente dopo, iniziano i lavori per eleggere il presidente dell'assemblea. La procedura prevede che al primo scrutinio, a voto segreto, siano necessarie 60 preferenze per l'elezione. Al secondo scrutinio, a voto palese, bastano 46 voti. Giovanni Ardizzone, UDC, candidato di Crocetta, seduto in prima fila, circondato dai colonnelli dell'UDC e del PDL, è visibilmente nervoso. Al primo turno è andata a buca, nonostante sulla carta avesse ben oltre i 60 voti necessari. Il nervosismo si legge anche sul volto del governatore. Alla prova dell'aula l'alleanza PD-UDC, su cui si basa il governo, sembra vacillare. Ma alle 15 circa la fumata bianca. Il presidente facente funzioni, Giovanni Greco, Partito dei Siciliani, annuncia: "hanno ottenuto voti i deputati Ardizzone (UDC): 46; Venturino (M5S): 15; Lupo (PD): 4; Cracolici (PD), Cancelleri (M5S), Arancio (PD), Alloro (PD): 2; Leanza (Gruppo misto), Dina (UDC), Formica (PD), Ferrandelli, (PD): 1; schede bianche: 13, schede nulle: 0". Greco proclama Ardizzone presidente. Il picciotto di Casini scatta in piedi e corre dal rinnegato Crocetta, il "vasa vasa" del PD, che lo accoglie con un caloroso abbraccio. Tra le prime congratulazioni al neoeletto quelle di Giancarlo Cancelleri, leader siciliano del M5S. Ardizzone: da pilastro dei governi filomafiosi di Cuffaro e Lombardo a pilastro di Crocetta Una faida interna al PD tra il segretario regionale Giuseppe Lupo, favorevole all'elezione di Ardizzone, e l'ex-capogruppo PD, Antonello Cracolici, che mirava egli stesso alla massima carica parlamentare, ha fatto mancare i 14 voti del partito di Bersani. Il candidato di Crocetta ha trovato appoggio nei deputati facenti capo al fascista Nello Musumeci, nei deputati del PDL e del PID. Il patto che ha preceduto il voto di scambio parlamentare, prevederebbe, secondo alcune voci, una ricompensa in poltrone al PDL, al quale potrebbe andare una vicepresidenza parlamentare. L'altra andrebbe al PD, nello specifico a Cracolici per fargli passare il malpancismo e fare rientrare la fronda dei malcontenti del partito di Bersani in Sicilia. L'UDC Giovanni Ardizzone, subentra a Cascio, PDL, alla carica di presidente del parlamento. Deputato dalla XIII Legislatura, dal 2001, Ardizzone venne eletto con Cuffaro nella lista CCD nel collegio Messina. Nel corso della legislatura è stato redattore e primo firmatario di 13 DDL (Disegni di Legge), tra cui "Nuove disposizioni in materia di lavori pubblici in Sicilia", che semplifica l'iter di approvazione dei progetti di opere pubbliche, comunque sia un favore alla mafia, e un'altra dal titolo "Riconoscimento e valorizzazione della funzione educativa e sociale svolta dalle parrocchie, dagli istituti cattolici e dagli altri enti di culto", un favore ai parrini. Nella XIV legislatura, corrispondente al secondo mandato di Cuffaro, è eletto con UDC. Viene nominato Deputato questore e membro della Commissione Ambiente e Territorio. In questa carica di fatto non affronta in alcun modo il dissesto del territorio siciliano. Però nella XV legislatura, sotto il governo Lombardo, è cofirmatario del DDL in materia di condono edilizio, in cui si propone che i contenziosi aperti sugli immobili sanabili, "anche quelli ricadenti in aree in cui insistono vincoli di inedificabilità", vengano risolti con il rilascio di un nullaosta da parte degli "enti preposti alla tutela dei vincoli". In poche parole. Ardizzone, dopo aver costituito uno dei pilastri della politica reazionaria, filomafiosa e pretaiola, del disastro politico, sociale e ambientale di due governatori, Cuffaro e Lombardo, dimessisi, il primo cacciato dai siciliani, per reati di mafia, adesso viene promosso dal rinnegato del comunismo Crocetta alla carica di presidente del parlamento siciliano. Un nuovo corso politico del parlamento siciliano? Con il suo discorso di insediamento, tenuto il giorno stesso dell'elezione, Ardizzone tenta di ridare lustro ad un'assemblea completamente screditata da innumerevoli processi a carico dei deputati, dagli sprechi clientelari, dagli inciuci, dai bilanci al limite della bancarrotta, dalla condanna per mafia di Salvatore vasa vasa Cuffaro, dal processo per reati di mafia di "don Raffaele" Lombardo, con il fine di ricucire il baratro con le masse popolari siciliane, sottolineato da una diserzione di livello storico alle recenti regionali, e di ricostruirsi una credibilità agli occhi dei fanatici della "spending review", leggasi tagli, che siedono nel governo Monti. Il "nuovo corso" politico dell'assemblea siciliana si concretizzerebbe, secondo Ardizzone, sulla base del rigore, della trasparenza e dell'onestà: L'Ars deve diventare "un palazzo di vetro", afferma il capo del parlamento, per venire incontro al "capitolo nuovo" della storia della Sicilia, apertosi con il governo Crocetta, e alla "volontà di cambiamento" mostrato i siciliani che con il voto del 28 ottobre. Il fine ultimo, svela Ardizzone, è anche recuperare "il consenso di quanti, con la loro astensione hanno voluto manifestare la loro disillusione nei confronti della politica". Non è credibile che gli stessi loschi personaggi che hanno condotto al baratro la Sicilia e scaricato tutto il peso della crisi sulle masse popolari della regione possano essere fautori di un cambiamento. Ammesso e non concesso che fosse possibile il progetto, i provvedimenti del "nuovo corso" che l'aula si appresta a votare ci sembrano solo un imbellettamento. Vedasi, ad esempio, il recepimento in Sicilia del decreto Monti sulla riduzione del 40% degli stipendi dei consiglieri regionali. La "riduzione" consentirebbe ai parlamentari siciliani di intascare dagli 11.500 ai 13.500 euro lordi al mese. Non è un grande rinnovamento. In secondo luogo la volontà di cambiamento della maggioranza dei siciliani non è per nulla rappresentata da questo parlamento. Neanche i grillini, che sono arrivati alla prima seduta parlamentare con un microcorteo da operetta populista, dietro lo striscione "in nome del popolo sovrano", e poi usufruiscono anche loro in modo spudorato degli stipendi e dei privilegi che "contestano". E' di ieri la notizia che, dopo una durissima campagna dei grillini sui pasti di lusso a prezzi stracciati uno di loro si è seduto a mangiare al ristorante incriminato dell'Assemblea regionale. L'operazione gattopardesca del "nuovo corso" in cui sono coinvolti governo e parlamento siciliani è, comunque, un'operazione politica di alto profilo reazionario e sicuramente pericolosa per le masse popolari, in quanto indirizzata a ricucire lo strappo elettorale, a far crescere la fiducia nei confronti delle istituzioni borghesi siciliane, a contenere la protesta e convincere i siciliani che bisogna accettare i sacrifici in nome di un "interesse comune". I prossimi impegni del Parlamento Nei prossimi giorni il parlamento eleggerà il Consiglio di presidenza, i due vicepresidenti e i presidenti delle otto commissioni parlamentari, i segretari di commissione, i deputati questori. Il diktat di Crocetta è quello di "un accordo ampio" in parlamento che coinvolga tutti i gruppi politici, compresi gli autonomisti di Lombardo e Micciché, finalizzato al raggiungimento di quella cooperazione "al di là delle appartenenze politiche" auspicata da Ardizzone per lavorare in modo il più efficiente possibile e senza attriti tra le componenti parlamentari nella "strategia di Europa 2020" e del "nuovo patto per l'austerità e la crescita". Noi questa politica la chiamiamo con il suo vero nome: inciucio. Nelle prossime sedute verrà approvato l'esercizio di bilancio provvisorio. Verrà discussa una bozza di previsione 2013 costruita sulla linea della bozza redatta da Gaetano Armao, assessore all'Economia del governo Lombardo, sulla base dei micidiali tagli alla spesa imposti da governo Monti. Alla faccia del "nuovo corso": i siciliani sono avvisati. 12 dicembre 2012 |