Elezioni universitarie Asteniamoci e lottiamo per l'università governata dalle studentesse e dagli studenti Tra il mese di marzo e maggio si svolgeranno le elezioni per il rinnovo delle "rappresentanze studentesche" di alcune grandi università, come gli atenei di Firenze e Torino. Il PMLI invita le studentesse e gli studenti ad imbracciare in maniera cosciente l'arma dell' astensionismo (disertare le urne, annullare la scheda o lasciarla in bianco). I risultati della Sapienza di Roma, dove ha votato a mala pena il 10% degli studenti, dimostrano che un alto astensionismo alle elezioni universitarie rappresenta un'inequivocabile delegittimazione di chi vorrebbe carpire un consenso di massa, una ratifica indiretta, all'università della terza repubblica, un'università classista, aziendalista, meritocratica, filo-padronale e filo-clericale di stampo mussoliniano. I fatti dimostrano viceversa che entrare nella "governance'' non serve a combattere i governi affossatori dell'università pubblica e non ha portato il benché minimo beneficio al movimento studentesco, anzi, ha contribuito a deviare e sabotare la lotta incanalandola in illusioni concertative con quelle stesse forze che si vorrebbero combattere. A differenza dei Consigli d'Amministrazione, dei Senati Accademici, dei Consigli di Facoltà e dei Consigli di Corso di Laurea, dove il volere degli studenti conta poco o nulla è l'Assemblea generale delle studentesse e degli studenti di ogni facoltà e Ateneo, basata sulla democrazia diretta, il luogo giusto per definire la piattaforma comune, i metodi e le iniziative di lotta e le questioni organizzative per poterla realizzare. Nulla più dell'Assemblea generale consente loro di confrontarsi, ricercare l'intesa e le convergenze più larghe possibili contro la politica di tagli, stangate e privatizzazione perseguita dal governo del neoduce Berlusconi che colpisce duramente anche il mondo della scuola, i lavoratori Ata, i ricercatori e buona parte dei docenti. L'astensionismo è dunque per noi tutt'altro che disimpegno e qualunquismo, è bensì una scelta politica cosciente ed attiva, la scelta di chi ha deciso di rifiutare la delega in bianco ai cosiddetti "rappresentanti", la scelta di chi ha deciso di combattere in prima persona il governo Berlusconi e il ministro Gelmini. La scelta di chi ha deciso di non farsi ingannare né dalle liste collegate ai partiti della "destra" borghese, costituite dai nuovi avanguardisti e che non meritano alcune considerazione, né da quelle collegate ai partiti della "sinistra" borghese che ancora non denuncia che il cavaliere piduista è il nuovo Mussolini, che non lo combatte e non lo considera un nemico da battere e che ha tradito la fiducia delle masse col governo Prodi, esattamente come fecero i socialisti riformisti, i liberali e i popolari nel '22 con Mussolini. La gloriosa storia dei movimenti studenteschi nel nostro Paese dimostra che solo quando il movimento studentesco si fonda sull'assemblea generale e sul principio della democrazia diretta riesce a sottrarsi al controllo e ai condizionamenti dei partiti governativi, dei revisionisti di destra e degli "ultrasinistri", a far crescere la coscienza politica delle masse studentesche, a organizzare, dirigere e portare al successo le lotte avvalendosi di tutti i metodi di lotta, legali e illegali a cominciare dalle occupazioni delle scuole e delle università. Il grande movimento studentesco dell'autunno- inverno ha confermato questa verità dimostrando tra l'altro che i collettivi più combattivi e politica- mente avanzati possono avere un ruolo decisivo nel risvegliare e pro- muovere le assemblee generali. L'Onda ha cominciato a discutere questi nevralgici argomenti nella grande assemblea nazionale della Sapienza occupata del 15 e 16 novembre scorsi con un importante documento dal titolo "la crisi del sistema di 'rappresentanza' studentesca". La nostra proposta è che in alternativa ai vari "organi collegiali" siano istituiti nuovi organi di governo in cui gli studenti siano la maggioranza e dispongano di poteri vincolanti. Ne devono far parte anche i rappresentanti del personale docente e non docente, come minoranza e tutti i membri devono essere eletti dalle rispettive Assemblee generali, fondate sul principio della democrazia diretta, che potranno revocarli in qualsiasi momento. Siamo convinti infatti che senza questo tipo di governo, nessuna legge potrà mai assicurare che scuola e università siano un vero servizio sociale goduto dal popolo ed è impossibile liberare le aule dall'autoritarismo di stampo feudale tanto dei vecchi quanto dei nuovi baroni-manager. Nell'immediato occorre rilanciare la mobilitazione di piazza e di massa per abbattere il governo della macelleria sociale del neoduce Berlusconi che intende dare il colpo di grazia definitivo all'università ed alla scuola pubbliche, già ridotte in macerie dalle precedenti controriforme Zecchino, Moratti e Fioroni, e procedere alla completa instaurazione della scuola e dell'università della terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista! Partito marxista-leninista italiano 25 febbraio 2009 |