Il PRC non tace, ma acconsente L'energia lombarda regalata agli speculatori finanziari La Casa del fascio e l'Unione danno il via libera alla fusione tra le ex aziende municipalizzate Aem e Asm. Energia elettrica, gas e acqua finiscono in pasto ai mercati finanziari Dal corrispondente della Cellula "Lenin" della provincia di Bergamo La Lombardia si conferma terra di conquista per speculatori e affaristi della peggior specie. La causa è l'ennesimo inciucio antipopolare tra Casa del fascio e "sinistra" borghese. Il 5 settembre scorso la confindustrial-neofascista Letizia Moratti, neopodestà di Milano, e il rinnegato Paolo Corsini, neopodestà di Brescia, hanno dato il via libera alla fusione tra le rispettive ex municipalizzate Aem e Asm, da qualche anno entrambe trasformate in Società per azioni e quotate in borsa. L'operazione dà vita alla più grande holding dell'energia presente in Italia. Con una capitalizzazione di sei miliardi di euro e una base di 2 milioni e 200 mila clienti, il colosso lombardo è in grado di generare un fatturato quattro volte superiore all'emiliana Hera, alla genovese-torinese Iride e alla romana Acea. Del resto, si tratta solo del primo passo di un progetto molto più ambizioso, il cui scopo è di giungere alla creazione di una super utility che non sia solo lombarda. Già si ipotizza di unire alla nuova holding le stesse Hera e Iride, ma anche Enia, che a sua volta unisce le utility comunali di Piacenza, Parma e Reggio Emilia. Non si escludono neppure acquisizioni all'estero. Si specula sull'acqua Cosa si nasconde dietro un'operazione tanto colossale? Ovviamente, i governanti cercano di rifilare alle masse lo stagno spacciandolo per oro. "Si tratta di un progetto condiviso - ha infatti spiegato la Moratti - che ha l'obiettivo di dare ai cittadini di Milano, Como, Bergamo e Brescia i servizi migliori ai prezzi inferiori, attraverso un'accresciuta competitività a livello europeo". Insomma, la solita vecchia storia per cui la borghesia mistifica i propri affari mascherandoli come gli interessi generali delle masse. La verità è un'altra. La fregatura c'è e non è nemmeno nascosta. Grazie a questa operazione, gli speculatori e affaristi borghesi si pappano non solo il business dell'energia e del gas, ma anche la gestione dei rifiuti e dell'acqua, alla faccia delle recenti lotte popolari per l'acqua come bene comune e pubblico. "La giunta ha deciso di conferire ad Aem il ciclo idrico e dei rifiuti", scorporando l'acqua dalla Mm, società al 100% comunale, facendosi tranquillamente beffa della legge che non consente in modo così placido tale passaggio. Grazie a questa losca manovra anche l'acqua diventa una merce qualsiasi su cui speculare in borsa. Tanta sfacciataggine da parte della neopodestà di Milano non può e non deve stupire, dato che la cattoneofascista Moratti si muove in piena sintonia col crumiro ex DC Prodi. "L'ipotesi della fusione tra Aem e Asm - ha puntualizzato donna Letizia - l'avevo già prospettata al Presidente del Consiglio Romano Prodi durante la sua visita in occasione del tavolo per Milano. E in quel periodo ci sono state le prime telefonate tra me e Corsini". Tanto movimento per nulla E la "sinistra d'alternativa e di movimento" cosa fa? Quello che fa sempre: sta alla finestra a guardare e approvare. Basti pensare al borghese ambientalista Davide Corritore, appoggiato dai movimentisti di ogni risma che l'hanno eletto consigliere comunale a Milano nella lista Ferrante, e che ha espresso in questo modo il proprio entusiasmo per l'operazione: "E' una straordinaria occasione per portare a Milano le capacità accumulate da anni da Asm". Un opportunismo vergognoso a cui, tanto per cambiare non si sottrae Rifondazione trotzkista. Non dimentichiamo, infatti, che nella bresciana Asm, a sua volta ex municipalizzata oggi quotata in borsa, è confluita un paio d'anni fa la bergamasca Bas con la relativa gestione del ciclo idrico, grazie a una discussa scelta antipopolare della giunta bergamasca di "sinistra" guidata dal neopodestà craxiano antioperaio Roberto Bruni, a cui Rifondazione trotzkista in quell'occasione non ha fatto mancare i propri voti. È lampante che il compito che il PRC si è dato all'interno delle istituzioni è di dialogare con la cosiddetta borghesia produttiva. Non per nulla Maurizio Zipponi, deputato bresciano di Rifondazione trotzkista e responsabile del settore economia e lavoro della segreteria nazionale di quel partito, raggiunto dai giornalisti di Bresciaoggi, ha giudicato "stucchevole" la contrapposizione tra la bolognese Hera ("di sinistra") e la meneghina Aem ("di destra") per l'aggregazione con la bresciana Asm. "L'operazione - ha spiegato con mirabile opportunismo Zipponi - deve avere un suo fondamento industriale, finanziario e in precise ricadute sul territorio. In questo senso è utile un'alleanza la più ampia possibile, che vada da Bologna a Brescia a Milano. Anche perché sul mercato si troverà a fare i conti con i colossi francesi, tedeschi e spagnoli". Dunque, tutti assieme appassionatamente, Casa del fascio e "sinistra" borghese, ambientalisti e opportunisti trotzkisti, per difendere gli interessi nazionali degli speculatori di borsa nostrani dagli assalti dei pescecani capitalisti stranieri. Il ruolo dell'Edison Per le masse popolari questo via libera alla fusione tra Asm e Aem, sulla cui sostanza concordano tutti i gruppi dirigenti dei partiti della seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista e imperialista è negativo per molti motivi. In primo luogo perché Aem aveva acquisito, insieme alla francese Edf, la società Edison. Un'operazione che l'ha portata da un lato a un indebitamento spaventoso di cinque miliardi di euro, dall'altro a perdere il controllo del comune di Milano. Quindi Edison, invece di essere acquisita da Aem, l'ha in realtà conquistata. Questo significa che per Aem, sotto la spinta della Corte di Giustizia Europea che ha alzato il cartellino rosso contro il comune di Milano che ha tentato di imporre comunque il controllo pubblico della ex municipalizzata pur cedendone le quote di maggioranza, si avvicina il passaggio di proprietà ai mercati finanziari. Ora si vuole regalare agli speculatori anche Asm, di cui il comune di Brescia si è tenuto in tasca il 69% delle quote. Attraverso questa operazione e il "cavallo di Troia" dell'Aem, l'Edison è pronta a papparsi il numero più ampio possibile di ex municipalizzate diluendo notevolmente il controllo dei rispettivi comuni. In questo modo tramonta una volta per tutte la possibilità della nascita di un polo dell'energia nazionale con la maggioranza delle quote sotto controllo pubblico, fondamentale per salvaguardare i bilanci dei comuni e il radicamento sul territorio, esigenza essenziale per una società di servizi. Il settore energetico, come si può facilmente comprendere, fa notevolmente gola ai mercati finanziari, dato che le ex municipalizzate vantano sui rispettivi territori condizioni di monopolio che alimentano utili su utili e, dunque, abbondanti dividendi tra gli azionisti. Attraverso la politica di acquisizioni prevista da Aem e sponsorizzata da tutte le forze politiche parlamentari, in Italia al vertice della catena di controllo dell'energia, del gas, della gestione dell'acqua e dei rifiuti ci saranno non i comuni ma i mercati finanziari, che potranno liberamente speculare sui servizi sociali delle masse. Un disegno nero che solo il PMLI sta denunciando fin dal 1979, da quando l'allora neoduce Craxi cominciò a parlare di "Grande riforma" dell'Italia, seguendo i disegni eversivi del capo piduista Licio Gelli. 20 settembre 2006 |