Perché la Cgil non combatte davvero la precarietà e perché ha firmato il protocollo sul welfare Epifani contestato dagli studenti all'università Romatre Bertinotti e Mussi "dispiaciuti" per la protesta. Idem il quotidiano di Confindustria. La polizia ferisce un contestatore Dal corrispondente della Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" di Roma La mattina di martedì 6 novembre Guglielmo Epifani, leader della Cgil, è stato duramente contestato da un centinaio di studentesse e studenti dei collettivi universitari di RomaTre e della Sapienza, durante un dibattito sul lavoro nell'università in vista del rinnovo delle Rsu. L'iniziativa si è tenuta in un'aula della facoltà Federico Caffè di RomaTre, blindata dalla polizia in previsione di possibili contestazioni; le "forze dell'ordine" hanno fatto di tutto per non fare entrare gli studenti, arrivando anche a ferirne uno con una testata sul naso del tutto gratuita, ma alla fine i contestatori hanno avuto la meglio e, al grido "Fuori la precarietà dall'università", sono riusciti a entrare nell'aula, hanno alzato uno striscione e hanno letto il loro intervento. È curioso notare come gli agenti, nel bloccare gli studenti, dicessero: "Non potete entrare, questo è un dibattito pubblico". Evidentemente il concetto di dibattito pubblico e democratico che hanno le istituzioni borghesi e le loro "forze dell'ordine" è molto diverso da quello che hanno le masse popolari democratiche e antifasciste. Dopo aver faticosamente ottenuto la parola, la studentessa intervenuta ha letto un documento in cui veniva aspramente criticato il sindacato e l'atteggiamento collaborazionista che ha assunto nei confronti dell'infame protocollo del 23 luglio. Perché gli studenti e i precari non sono stati interpellati nella consultazione referendaria? Come ha fatto la Cgil ad approvare un tale accordo, totalmente in linea con i provvedimenti del precedente governo del neoduce Berlusconi? La precarietà non è un fantasma che aleggia nella nostra società: è un qualcosa che si crea mediante la leggi. Come fa la Cgil a dirsi contro la precarietà "in generale", quando poi approva le leggi che la creano e la mantengono? "L'accordo con governo e Confindustria - è la conclusione - ha peggiorato le nostre prospettive". L'argomentato intervento di ferma critica degli studenti ha rilanciato l'appuntamento per lo sciopero generale e generalizzato del 9 novembre e a quel punto i contestatori si sono allontanati dall'aula, dove non c'erano studenti, ma solo giornalisti e "forze dell'ordine", e sono andati nelle rispettive facoltà per mettere a conoscenza la massa studentesca della contestazione e per invitare a partecipare allo sciopero del 9 novembre. Il fatto è stato riportato da tutti i tg e giornali nazionali, anche se con qualche paragone a sproposito tra questa contestazione e quella del febbraio 1977 che vide gli studenti cacciare da La Sapienza il crumiro Luciano Lama, segretario Cgil. Dal canto suo Epifani ha insistito a dire che la Cgil si batte contro la precarietà e ha sottolineato "l'effetto mediatico" della protesta. La quale, da parte dei marxisti-leninisti che vi hanno anche partecipato, è da considerarsi legittima nei metodi e sacrosanta nei contenuti. Il cane da guardia della Camera, Fausto Bertinotti, si è detto "dispiaciuto" per la contestazione, memore anche di quella che egli stessò subì il 26 marzo scorso a La Sapienza per il suo pseudo pacifismo, mentre il ministro dell'Università e leader della SD Fabio Mussi si è affrettato a solidarizzare con Epifani. Il quotidiano confindustriale "Il sole-24 ore" se l'è presa con le motivazioni dei contestatori. 14 novembre 2007 |