Corruzione negli appalti Expo2015 Aperta un'indagine per turbativa d'asta: la Guardia di Finanza acquisisce documenti nella sede di Metropolitana Milanese Dal nostro corrispondente della Lombardia In conseguenza delle dichiarazioni rilasciate ai magistrati dall'imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli, già finito in manette lo scorso 30 novembre per una presunta tangente pagata all'allora vicepresidente del Consiglio regionale lombardo Franco Nicoli Cristiani tramite Giuseppe Rotondaro, funzionario dell'Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente), sono partite nuove indagini su gare truccate e corruzione che stanno facendo tremare imprenditori e politici borghesi. L'ultima in ordine di tempo riguarda la prima gara d'appalto per Expo2015, quella che riguardava i lavori di ripulitura e preparazione dei terreni su cui si dovrà svolgere l'esposizione: il 25 maggio, su disposizione dei pm Paolo Filippini e Antonio d'Alessio, la Guardia di Finanza si è presentata negli uffici di Metropolitana Milanese, società che si è occupata per conto della Expo spa delle pratiche relative al bando, per acquisire documenti. Il reato ipotizzato è quello di turbativa d'asta, cioè un accordo tra imprese per favorire la vincitrice, e corruzione: si ipotizza che qualche funzionario abbia venduto informazioni riservate sulla gara in cambio di una tangente. La gara, che partiva da una base di oltre 90 milioni di euro, fu assegnata il 20 ottobre 2011 per 58,5 milioni, quindi con uno sconto del 42,83%, alla cooperativa Cmc di Ravenna, un colosso mondiale del settore che in Italia ha già ottenuto appalti per la TAV in Val Susa, per la base militare americana Dal Molin a Vicenza e per l'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Seconda classificata fu la Dec dei fratelli Degennaro (quella dell'ospedale di Bergamo), coinvolta a marzo nell'inchiesta sullo scandalo degli appalti a Bari e terza fu proprio la società di Locatelli, che avrebbe parlato dell'esistenza di un "cartello" di imprese per indirizzare la gara in favore di Cmc. Come il PMLI ha denunciato fin da subito, l'Expo2015 risponde unicamente a enormi interessi speculativi e affari capitalistici che stanno peggiorando la situazione ambientale e sociale già compromessa del vasto territorio di Milano e del suo hinterland e, vista l'assenza di adeguati controlli, è anche una ghiotta occasione per infiltrazioni mafiose, oltre che per ogni genere di corruzione e ruberie da parte di imprenditori e politicanti borghesi. 30 maggio 2012 |