Cancellata l'opzione pubblica inclusa nel testo originale La falsa riforma sanitaria di Obama Ingrassa le assicurazioni private e le società farmaceutiche. Concessioni agli anti-abortisti. 20 milioni di americani resteranno ancora privi di assistenza sanitaria Il 21 marzo scorso la "Camera dei rappresentanti" degli Stati Uniti ha approvato sul filo del rasoio la cosiddetta "riforma sanitaria" di Obama, già approvata dal Senato alla vigilia di Natale. 219 i voti a favore, 212 i contrari: i Repubblicani e 34 democratici "dissidenti". Si tratta di riforma, sia pur timida, del sistema sanitario americano? I fatti dicono il contrario. Bando all'uso dei fondi pubblici nelle interruzioni di gravidanza Innanzitutto va detto che il costo stimato è di 829 miliardi di dollari in 10 anni pari a un solo anno di spese militari. In secondo luogo occorre ricordare che la legge non sarebbe passata senza il voto favorevole dei fanatici antiabortisti guidati dal deputato "democratico" Bart Stupak del Michigan. Per convincere i "Blue dogs" il Presidente si è letteralmente calato le brache firmando notte tempo un "ordine esecutivo" - l'equivalente di un decreto presidenziale - che rafforza in tutta l'Unione il divieto di usare i fondi federali per rimborsare le spese delle interruzioni di gravidanza. Un'omologazione evidente alla politica delle crociate clerico-fasciste perseguita del suo predecessore, il boia G.W. Bush contro il riconoscimento dei diritti civili, sociali e sanitari delle donne. Come se non bastasse avere messo al bando i fondi pubblici la legge ha anche stabilito che per accedere al servizio per l'interruzione di gravidanza le donne dovranno pagarsi una polizza a parte, oltre a quella per la "copertura sanitaria". E come faranno i poveri d'America bisogna domandarlo ai pennivendoli nostrani come Federico Rampini di Repubblica che per l'occasione ha sparato il titolone a nove colonne: "Passa la riforma Obama. Questo è il vero cambiamento". Senza parlare degli entusiasmi dei giornali trotzkisti il manifesto e Liberazione, e de l'Unità del partito liberale di Bersani. La sanità resta nelle mani della speculazione privata La sanità americana, come è noto, è da sempre fondata sulle assicurazioni private e sullo strapotere dei monopoli farmaceutici e biomedicali che speculano sulla salute del popolo americano al solo scopo di massimizzare i profitti. Questo regno della giungla non viene minimamente scalfito da questa "svolta epocale" (dichiarazione del responsabile per le Politiche della Salute della Cgil, Stefano Cecconi). L'America resta infatti priva non solo di un sistema sanitario nazionale pubblico e universalistico, ma persino di una sottospecie di assicurazione di Stato disponibile a tutti, gratuita o a costo contenuto. E pensare che ancora nel settembre scorso Obama affermava che: "offrire un'assicurazione pubblica in concorrenza con le private aiuterebbe a migliorare la qualità delle cure e a ridurre i costi". Nel giro di poche settimane questa opzione, che in campagna elettorale era stata presentata come la parte principale, prendeva la forma di "un'agenzia federale con il mandato di negoziare con i fornitori di sanità (ospedali, dottori, case farmaceutiche) il prezzo migliore per gli iscritti". Alla fine dell'anno, la "public option", svuotata di ogni contenuto, era ormai diventata una "sliver", "piccola parte forse non essenziale", della "riforma del sistema sanitario" e infine lo squallido prestigiatore e opportunista, pressato dalle lobby e dai mass-media del regime, la faceva scomparire del tutto. Ciò significa molto banalmente che le assicurazioni private e le società farmaceutiche continueranno a fare il bello e il cattivo tempo e a ingrassare come e più di prima. Sicuramente più di prima perché la legge per la prima volta prevede l'obbligo di acquistare una copertura sanitaria individuale, pena una multa di ben 700 dollari l'anno, a fronte di una ridicola multa per i padroni delle aziende che non forniranno l'assicurazione ai dipendenti, pari ad appena 2 mila dollari all'anno e applicabile solo a partire dal 30° impiegato. Si è calcolato che saranno circa sedici milioni di cittadini che dovranno comprare obbligatoriamente una polizza sanitaria privata. Nel caso dovesse costargli più del 9,5% del loro reddito, riceveranno un misero sussidio statale: fino a 6mila dollari. In tal modo la "middle classe", di cui il "Nuovo Kennedy" si dichiara il rappresentante, dovrebbe rientrare nella copertura assicurativa, mentre solo nel lontano 2014, guarda caso a scadenza di mandato, il servizio Medicaid dovrebbe essere esteso fino a coprire chi guadagna meno del 133% della soglia di povertà, pari a circa 29mila dollari di reddito annuo lordo per una famiglia di quattro persone. L'unico dato certissimo sono allora i miliardi di dollari che finiranno nelle tasche delle compagnie assicurative già protagoniste delle massicce speculazioni, unite a quelle delle banche, che hanno innescato la spaventosa crisi finanziaria e a cui già sono stati versati fiumi di denaro pubblico sia da Bush che da Obama, per salvarle dalla bancarotta. A conti fatti anche la legge Obama serve unicamente a questo scopo, ossia a mettere un argine ai dati da Terzo Mondo del censimento 2009 secondo il quale: "sono 14 mila ogni giorno gli americani che perdono l'assicurazione sanitaria perché non sono in grado di pagarla, perché si ammalano, o perché perdono o cambiano posto di lavoro (le cosiddette pre-existing condition a cui fanno ricorso da sempre le assicurazioni private), per un totale di 46 milioni di americani, pari ad oltre il 15% del totale della popolazione, privi di assistenza sanitaria". Un grande inganno Altro quindi che "riforma sociale per i più deboli" come sostengono "i democratici", altro che "socializzazione dell'assistenza medica" e "socialismo sanitario di tipo cubano", come sostengono i lobbisti repubblicani, altro che "due passi avanti e uno indietro" come afferma il regista Micheal Moore. La verità è che siamo di fronte ad un grande inganno: il diritto universale alla salute resta una chimera. 20 milioni di americani, soprattutto disoccupati e precari, resteranno privi di assistenza sanitaria, il che significa doversi pagare i medicinali e il Pronto soccorso, non avere accesso alle visite mediche, ecc., almeno altri venti milioni saranno costretti ad indebitarsi, che sia per comprare la polizza, sotto ricatto, o per pagare la multa, se rifiutano l'assistenza sanitaria privata! È chiaro a questo punto che i pescecani delle assicurazioni, come il colosso californiano Blue Cross, che a febbraio aveva imposto l'ennesimo rincaro del 39% delle tariffe, protestano non già per l'impianto della legge, quanto per quell'impercettibile aumento del pressione fiscale nei loro confronti. Per non perdere totalmente la faccia di fronte al suo elettorato imbufalito dalla repentina retromarcia sulla "public option", Obama ha promesso di obbligare le assicurazioni a calmierare il prezzo delle Polizze, "attraverso una nuova borsa prezzi controllata dallo Stato". Ha anche promesso di rendere operativi i divieti alla generalizzata prassi delle compagnie assicurative di coprire i sani e respingere i malati, per cui non potranno: 1) rescindere una polizza quando il paziente si ammala; 2) rifiutarsi di assicurare un bambino invocando le sue malattie presistenti, compresi lo screening genetico neonatale; 3) utilizzare i tetti massimi di spesa per rifiutare i rimborsi oltre un certo ammontare (una pratica particolarmente odiosa per i pazienti con patologie gravi che richiedono terapie costose come il cancro). Ha stabilito anche che i genitori avranno il diritto di mantenere nella copertura della propria assicurazione i figli fino al compimento del 26° anno di età. Ma chi la spunterà nelle cause legali non è difficile immaginarlo. Un altro scandalo? Non una riga per porre termine alle criminali sperimentazioni di farmaci e vaccini operati da "Big Pharma" sui più deboli ed indifesi. La montagna degli annunci planetari insomma ha partorito un topolino minuscolo che non cambierà di certo lo status quo. L'unico dato positivo di tutta questa vicenda, giocata con grande spregiudicatezza sulla pelle delle masse popolari e del proletariato americano, è che l'ipnosi collettiva sta incominciando a diradarsi. Lo scopo di Obama è chiaro: aumentare la copertura assicurativa privata allo scopo di ridurre (leggi tagliare) di oltre 2mila miliardi di dollari in 10 anni le spese federali (ossia statali) per gli aiuti medici agli anziani (medicare) ed agli indigenti (medicaid), mettere una toppa all'impatto della crisi economica sui titoli dei grandi monopoli farmaceutici ed assicurativi della sanità privata. Obama è salito alla Casa Bianca nel vano tentativo di salvare dalla sua inevitabile sorte il barbaro, crudele e disumano sistema capitalistico! 7 aprile 2010 |