In calo i consumi dell'1,7% Le famiglie italiane fanno sacrifici anche sul pane Le maggiori restrizioni nel Mezzogiorno La crisi colpisce duro e morde costringendo le famiglie italiane a cambiare in maniera significativa il loro stile di vita o, per essere espliciti, a stringere la cinghia. Non è che sia una novità, ma ora lo certifica anche l'Istat che sfornando i dati relativi ai consumi delle famiglie residenti in Italia nel 2009, non lascia spazio ai dubbi: i consumi sono crollati in maniera "alquanto significativa". Sulla base dell'indagine condotta nel corso di tutto il 2009 su un campione di circa 23 mila famiglie l'Istituto di statistica ha rilevato che la spesa media mensile è stata pari, in valori correnti, a 2.442 euro con calo rispetto al 2008 del -1,7% che diventa un -3% sulla spesa alimentare. Negli ultimi dieci anni è la prima volta che si registra una variazione nominale negativa per la spesa mensile per le famiglie. Secondo l'Istat, la famiglia che ha diminuito di più i consumi (-2,7%) è stata quella che in media mensilmente spende 1.670 euro. Ai livelli superiori, i consumi sono calati del -2,6% per le famiglie con una spesa media di 1.940 euro, del -2,3% per quelle con una spesa media di 2.240 euro, e del -2,1% per chi spende 2.595 euro. Manco a dirlo, i consumi delle famiglie più ricche - 4.100 euro al mese - sono invece calati solo dello 0,4%. Altra novità dell'indagine è costituita dall'introduzione del valore mediano della spesa mensile per famiglia, pari a 2.202 euro, che divide le famiglie residenti in due parti uguali, cioè il 50% di quelle che presentano un valore di spesa per consumi inferiore o pari alla mediana, e il 50% che ha un valore superiore. Ebbene, il -1,7% della diminuzione dei consumi su tutte le famiglie, diventa il -2,9% per la metà delle famiglie che stanno sotto la linea mediana. Sempre avendo per riferimento il valore mediano di una spesa pari a 2.202 euro, ancora una volta emerge come sia il Mezzogiorno a fare i maggiori sacrifici. Basta dire che il 50% delle famiglie calabresi spende meno di 1.473 euro al mese, minor valore in assoluto. Si risparmia su tutto, dal dentista ai servizi sanitari, dai trasporti al tempo libero, ai carburanti, ma soprattutto si risparmia sul mangiare, dove la spesa crolla del -3% rispetto al 2008. La percentuale di famiglie che dichiara di aver diminuito nel 2009 la quantità e/o la qualità dei prodotti alimentari acquistati rispetto all'anno precedente è pari al 35,6%; tra queste il 63% dichiara di aver diminuito solo la quantità mentre il 15% di aver diminuito, oltre alla quantità, anche la qualità. Rispetto al 2008, diminuisce la spesa media mensile per pane e cereali, per oli e grassi, per patate, frutta e ortaggi, per zucchero, caffè e altro, diminuisce anche la spesa per le bevande e per i tabacchi. Per l'Istat "la contrazione osservata a livello nazionale è essenzialmente dovuta alla diminuzione registrata nel Mezzogiorno, dove dai 482 euro del 2008 si scende ai 463 del 2009". "La contrazione dei consumi denunciata dall'Istat non è per noi una novità, commenta la Federconsumatori - anzi bisognerebbe aggiungere che tale riduzione è molto più grave e si attesta attorno a un meno 3% per le famiglie a reddito fisso, lavoratori e pensionati. Ciò ha comportato, non solo, una diminuzione della qualità della vita delle famiglie ma ha causato una diminuzione nel mercato di risorse per oltre 20 miliardi di euro, con pesanti ricadute sulle attività produttive del Paese". E non è finita perché il peggio arriverà nel 2010. Infatti a causa di aumenti di prezzi e tariffe e tasse locali è già stimata una ulteriore riduzione del potere d'acquisto di 886 euro a famiglia, e questo porterà a un'ulteriore riduzione dei consumi e a ulteriori sacrifici per le famiglie. 14 luglio 2010 |