Il professore gesuita di Fassino: "A scuola era molto religioso non manifestava idee comuniste" Lo scorso anno, nel redigere la biografia del segretario dei DS Piero Fassino, scrivemmo che, a rigor di termini, non lo si poteva definire neppure un rinnegato del comunismo, poiché egli appartiene a quella categoria di dirigenti DS che anticomunisti e liberali lo sono sempre stati anche negli anni della militanza nel PCI revisionista. A completare il quadro era poi stata la sua ammissione di essere cattolico e credente da sempre. Quel che sta emergendo è che Fassino, che ha studiato dai gesuiti, è un seminarista mancato. Lo dimostra la recente posizione sul "Family day" e sui cosiddetti Dico, che si è detto pronto a barattare con un semplice ritocco al diritto civile per tutelare le coppie di fatto, riscuotendo un grande successo negli ambienti vaticani della Cei, del "centro-destra" e, ovviamente, tra i "teodem" nel "centro-sinistra". Il vergognoso e incondizionato cedimento del segretario dei disciolti DS ai diktat vaticani su ogni forma di "famiglia" che non sia eterosessuale e santificata da "santa romana chiesa" ha sollevato critiche da parte della cosiddetta "sinistra radicale" ma non ha stupito chi, come il suo ex professore di italiano al liceo, il padre gesuita Franco Guerello, che l'ha plasmato come allievo modello. Fassino, racconta il gesuita: "si conferma il ragazzo coerente che era. Nei suoi nove anni di scuola gesuita si è sempre distinto come una persona lontana dagli estremismi. Lo era da credente praticante, ha continuato ad esserlo anche da comunista". Anche se ai tempi del liceo, precisa Guerello "non manifestava idee comuniste", a "scuola non parlava di politica. Era molto religioso, e ha continuato a frequentare l'Istituto sociale anche dopo il diploma". E da universitario ha continuato a frequentare i gesuiti aiutandoli a "gestire il cineforum: tutti temi a sfondo sociale, che esprimevano valori vicini al mondo cattolico". Del resto era stato lo stesso Fassino ad ammettere che quando nel '69 si iscrisse al PCI entrando nella FGCI, lo fece "'contro' il comunismo... contro lo stalinismo, contro la gerontocrazia sovietica, contro il totalitarismo", cioè all'insegna del riformismo, della socialdemocrazia e dell'anticomunismo. Di che meravigliarsi dunque se oggi lo ritroviamo tra coloro che vogliono fondare il "partito democratico" sulle radici "cristiano-illuministe" e si cala le brache di fronte alle pretese delle gerarchie cattoliche più reazionarie e oscurantiste per quanto riguarda il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto e l'equiparazione dei loro diritti sociali, economici e fiscali a quelli delle coppie sposate. 30 maggio 2007 |