Si apre ufficialmente la stagione delle "riforme istituzionali" Nasce la bicamerale golpista per il federalismo Per dare seguito allo spirito bipartisan di Asolo e accelerare i decreti attuativi, il Pdl ha concesso il via libera alla richiesta del PD. Il neoduce Berlusconi, conferma Calderoli, "soddisfatto di come stanno andando le cose" Il 17 dicembre scorso la tresca tra destra e "sinistra" del regime neofascista in commissioni Bilancio, Finanza e Affari istituzionali ha partorito la mostruosità di una bicamerale golpista ad hoc per i decreti attuativi in materia di federalismo fiscale. "È davvero positivo quello che sta accadendo e che ci sia questo clima e questo confronto su una legge che è di sistema ed è molto significativa", ha gongolato Antonio Azzolini, relatore del testo per il federalismo che ha aperto a numerose richieste del PD, tra cui proprio la nascita di una commissione bicamerale ad hoc, sollecitata lo scorso 8 novembre durante il convegno di Asolo su "Federalismo e riforme istituzionali" oltre che dal capofila dei rinnegati D'Alema anche dal caporione fascista Fini allo scopo di accelerare la realizzazione del federalismo e il completamento della terza repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista. Su tutti, ovviamente, vigila e decide come al solito il neoduce Berlusconi, ai piedi del quale evidentemente è ormai prostrato tutto il parlamento nero. Infatti, ha rivelato il gerarca Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione, in un pranzo di lavoro a Palazzo Grazioli "abbiamo riferito a Berlusconi come andavano le cose e l'atteggiamento di dialogo dell'opposizione. Mi sembra sia soddisfatto di come vadano le cose". Il testo prevede, su richiesta specifica di quella banda di corrotti e ricercati che capeggiano il PD, la nascita di una "bicameralina" formata da 15 deputati e 15 senatori nominati dai presidenti delle Camere su indicazione dei gruppi. La nascita della bicamerale ad hoc rappresenta la condizione necessaria per arrivare entro il 13 gennaio, giorno per il quale il ddl sul federalismo è stato posto in calendario per l'aula di Palazzo Madama, a un testo condiviso da maggioranza e opposizione. Tra gli obiettivi annunciati spicca l'improvvisa accelerazione dei tempi dei decreti attuativi, per la quale il primo dl delega va emanato dopo un anno e non due dall'approvazione del ddl. Perché tanta improvvisa fretta da parte del parlamento in camicia nera? Il motivo è, come ha evidenziato con la sua proverbiale delicatezza Umberto Bossi, indossando gli improbabili panni del mediatore tra Pdl e PD, "o si fanno le riforme, a partire da quella federale, o si sputtanano le istituzioni". Il capo xenofobo delle camicie nero-verdi evidentemente vive con lo spauracchio che alla fine il federalismo salti e con esso il suo partito razzista e secessionista. Un timore motivato, del resto. Infatti, proprio come i vari capibastone del parlamento in camicia nera, egli ha ben chiaro che la crescita delle lotte sindacali e studentesche, alimentate dalla crisi economica, politica, istituzionale e morale su cui si è avvitato il capitalismo italiano e non solo, rompendo la "coesione sociale" potrebbe ricacciare la terza repubblica nella fogna della storia italiana ancora prima che veda la luce. A differenza di quanto accadrebbe con i partiti falsamente comunisti che ormai sopravvivono a se stessi e si limitano a discutere del loro ombelico, legandosi al PMLI le masse in lotta non mancheranno di assestare per tempo una vigorosa pedata al regime neofascista. 14 gennaio 2009 |