Avanzano le relazioni industriali della terza repubblica La Federmeccanica ispirata da Marchionne straccia il contratto nazionale metalmeccanici Applaudono il governo, Cisl e Uil La Fiom programma subito lo sciopero La Federmeccanica, nella riunione del suo direttivo, tenutasi il 7 settembre, ha deciso di stracciare il contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici: non quello separato sottoscritto da Fim, Uilm e Fismic il 15 ottobre 2009 che contiene la possibilità di introdurre deroghe peggiorative, ma quello siglato il 20 gennaio 2008 e valido fino al 31 dicembre 2011, da tutte le organizzazioni sindacali, dunque anche dalla Fiom, e approvato dai lavoratori col referendum. Lo ha fatto su ispirazione e su pressione dell'amministratore delegato, il nuovo Valletta, Sergio Marchionne, il quale, come è noto ha preteso e pretende l'estensione delle deroghe contrattuali stabilite nel patto separato firmato con i sindacati complici e contro l'opposizione della Fiom per la Fiat di Pomigliano d'Arco ai tutti gli stabilimenti Fiat e minacciato di uscire dalla Confindustria se non lo avesse assecondato in questa offensiva antioperaia iperliberista e neofascista. Questo atto d'imperio, senza precedenti nella storia sindacale del nostro Paese dalla nascita della Repubblica, rappresenta un vero salto di qualità nell'escalation portata avanti dal governo del neoduce Berlusconi e dalla Confindustria della Marcegaglia, con un ruolo di punta svolto da Marchionne e con l'aiuto dei sindacati complici, la Cisl di Bonanni e la Uil di Angeletti, per la distruzione dei diritti dei lavoratori sanciti nei contratti nazionali di lavoro, nello "Statuto dei Lavoratori" e in determinate garanzie costituzionali e per l'instaurazione di relazioni industriali neo-corporative da terza repubblica. Il segretario della Fiom, Maurizio Landini, lo ha definito a caldo: "una dichiarazione di guerra a tutti i lavoratori metalmeccanici perché si vuol far saltare il loro contratto nazionale lasciandoli privi di qualsiasi strumento di contrattazione, secondo il presupposto inaccettabile che le industrie possono funzionare ed essere competitive solo cancellando i loro diritti fondamentali". Nello stesso giorno della disdetta la Fiom nazionale, in un comunicato stampa, l'ha definita "una decisione gravissima e irresponsabile, che lede principi democratici del nostro Paese. Si decide, infatti, - è scritto - di cancellare il Contratto nazionale di lavoro, in accordo con i sindacati minoritari e impedendo ai lavoratori di potersi esprimere sul loro contratto". Nel comunicato per rendere pubblica la decisione della disdetta del contratto del 2008, Federmeccanica vagheggia su una evoluzione dei rapporti sindacali che si sarebbero realizzati con il rinnovo del Ccnl sottoscritto nel 2009 (non dalla Fiom) e l'accordo raggiunto allo stabilimento Fiat di Pomigliano, per dire che essi vanno presi a base "nell'adeguamento delle relazioni industriali, sindacali e contrattuali alla domanda di maggiore affidabilità e flessibilità". Se l'esempio è la Fiat di Pomigliano, ciò comporterà: lavoro 24 ore su 24 per 6 giorni alla settimana, comprese le domeniche mattine, riduzione delle pause nelle catene di montaggio, aumento dei ritmi di produzione per ottenere la massima saturazione degli impianti, aumento di 80 ore del lavoro straordinario senza alcuna contrattazione sindacale, mancato pagamento dei primi tre giorni di malattia, cancellazioni dei diritti acquisiti attraverso contrattazione aziendale, limitazioni all'agibilità sindacale in fabbrica a partire da una drastica riduzione delle ore di permesso sindacale per i delegati delle Rsu, divieto di sciopero pena il licenziamento. Federmeccanica si propone di armonizzare e adeguare il Ccnl ai principi dell'accordo contrattuale separato del 2009 perché esso contiene la clausola delle deroghe che, a suo dire, "permette di definire intese modificative del contratto nazionale" ivi compresi "istituti e procedure per la sanzionabilità degli inadempimenti contrattuali", indipendentemente da quanto è previsto nelle leggi sul lavoro, nello "Statuto dei lavoratori", in primis l'art.18 di tutela contro i licenziamenti illegittimi. Ma lo scardinamento del contratto nazionale dei metalmeccanici, nelle intenzioni di Federmeccanica, non passa solo da qui. C'è anche l'intenzione di "definire norme specifiche per il comparto dell'auto", come richiesto anche in questo caso dal nuovo Valletta, con uno stipendio 500 volte superiore a quelli operai a cui chiede sacrifici per la "causa comune", e più in generale frantumare la categoria in tanti contratti di comparto. Ipocrita e strumentale la motivazione adottata dal presidente dell'associazione degli industriali, Pier Luigi Ceccanti, per giustificare la disdetta del Ccnl del 20 gennaio 2008 che sarebbe "meramente tecnica e cautelativa allo scopo di garantire la miglior tutela delle aziende" minacciate da azioni giudiziarie dalla Fiom nel caso di attuazione di deroghe al contratto di lavoro in vigore. Federmeccanica ha chiesto di incontrarsi con i sindacati per stabilire le materie derogabili del contratto, le modalità di queste deroghe ed anche le sanzioni disciplinari da comminare contro coloro che non accettano lo stravolgimento contrattuale. Fim, Uilm e Fismic che hanno salutato la revoca del contratto del 2008 addirittura come un fatto positivo, in linea con gli accordi separati da loro sottoscritti. hanno accettato. Ma "la Fiom non parteciperà ai tavoli che cancellano il contratto nazionale - ha fatto sapere Landini -. Non partecipiamo perché non sono trattative ma semplicemente dettature della Fiat". Il primo di questi incontri si è svolto il 15 settembre con un carattere puramente interlocutorio. Altre riunioni sono state già fissate per il 21, 22 e 29 settembre per entrare nel merito e definire la materia. La risposta della Fiom all'azione di rottura del grande padronato della meccanica, è contenuta in un documento approvato a stragrande maggioranza dal Comitato centrale riunitosi l'8 settembre. In quella sede è stato deciso un pacchetto di 4 ore di sciopero per realizzare assemblee nei luoghi di lavoro e iniziative esterne a carattere pubblico; la conferma in ogni impresa metalmeccanica del Ccnl del 2008 fino alla sua naturale scadenza, da far valere anche con azioni giudiziarie; la presentazione della piattaforma per il rinnovo del Ccnl 20 gennaio 2008 sulla base di quanto sarà stabilito nell'assemblea nazionale dei delegati da tenersi entro gennaio 2011. Le decisioni assunte da Federmeccanica sono giudicate dal CC della Fiom "gravi e irresponsabili" poiché producono "una rottura pericolosa democratica puntano a distruggere l'esistenza del Contratto nazionale che rimane la più importante conquista del movimento dei lavoratori". È inaccettabile l'idea tutta padronale che per reggere la competizione internazionale ci sia bisogno "di cancellare il Contratto nazionale, la contrattazione della prestazione lavorativa e di mettere in discussione l'attuale sistema dei diritti". A Fim e Uilm è chiesto di sospendere ogni trattativa che riguardi la derogabilità dai contratti nazionali per effettuare una consultazione referendaria tra i lavoratori dal cui esito ricevere un mandato chiaro e indiscutibile. In questo ambito si ripropone la necessità di regole certe di rappresentatività sindacale. È profondamente antidemocratico che sindacati minoritari decidano senza mandato e contro la volontà del sindacato che conta più iscritti, norme contrattuali da applicare a tutti. Tanto più se si considera che in più della metà delle imprese associate a Federmeccanica, l'unico sindacato presente è la Fiom, mentre Fim e Uilm non hanno un solo iscritto. Con la consapevolezza che quello in atto "si configura come uno dei più gravi attacchi nella storia del nostro paese ai diritti del lavoro" la Fiom chiede a tutta la Cgil la mobilitazione di tutti i lavoratori dipendenti e pensionati, in altre parole lo sciopero generale. Intanto ferve la preparazione per la manifestazione nazionale indetta a Roma per il 16 ottobre prossimo. In questa battaglia di fondamentale importanza stiamo con la Fiom. Anche il PMLI sarà in piazza a fianco degli operai metalmeccanici. 22 settembre 2010 |