Federmeccanica vuol "cancellare" il contratto nazionale La FIOM cede sull'accordo del 28 giugno 2011 Le "linee guida" messe a punto dall'assemblea annuale di Ferdermeccanica, tenutasi a Bergamo, portano al superamento del contratto nazionale del lavoro, sull'esempio di quanto fatto da Marchionne in Fiat. Lo denuncia la FIOM in una presa di posizione del 10 luglio scorso. L'associazione padronale del settore metalmeccanico per firmare un eventuale rinnovo del Ccnl pretende di ottenere: "Il salario flessibile che cancella la certezza dei minimi contrattuali; saranno le imprese - si legge - e le loro condizioni produttive e di mercato a stabilire se in azienda verrà erogato o meno il minimo salariale". "La cancellazione di tutti gli automatismi salariali definiti a partire, come hanno dichiarato, dagli scatti di anzianità; ma gli automatismi interessano anche i passaggi di categoria. I passaggi temporanei di mansioni, le trasferte. Ecc." E ancora: "cancellare il diritto al pagamento dei primi tre giorni di malattia e legare il salario alla presenza". Non è terminata la lista delle esose e irricevibili pretese padronali. Federmeccanica vuole anche: "l'aumento dell'orario di lavoro individuale, dei turni, dei giorni lavorativi attraverso la massima flessibilità degli orari individuali e collettivi e il massimo utilizzo degli impianti (24 ore al giorno per 7 giorni)". "La piena esigibilità della flessibilità dell'orario attraverso la cancellazione del ruolo negoziale della Rsu nella definizione degli orari di lavoro in fabbrica; rendere obbligatorio, senza contrattazione in fabbrica, lo straordinario anche il sabato fino a 200/250 ore all'anno". Infine: "rendere più semplice la possibilità di derogare alle leggi e al Ccnl, recepire nel testo del Contratto le recenti modifiche legislative che hanno peggiorato pensioni, ammortizzatori sociali e lavoro precario, rendere la contrattazione aziendale sempre più alternativa al Contratto nazionale". Le "linee guida" di Ferdemeccanica, senza alcun dubbio si ispirano direttamente al modello Marchionne imposto prima a Pomigliano e poi a tutti gli stabilimenti Fiat, all'art. 8 della manovra economica di agosto dell'ex governo Berlusconi e alla controriforma Fornero sul lavoro e rappresentano un attacco generalizzato e complessivo ai diritti sindacali e contrattuali delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. Qualora fossero presentate sotto forma di piattaforma, all'avvio delle trattative per il rinnovo del Ccnl, da parte della FIOM esse non potrebbero che essere respinte in blocco senza cedimenti e con grande determinazione e con la pronta mobilitazione dei lavoratori. Sapendo che in CISL e UIL i padroni troveranno, invece, orecchie attente e disponibilità. Oltre a quanto detto, che non è poco, Federmeccanica sostiene che per superare le divisioni in atto tra i sindacati metalmeccanici è essenziale dare attuazione all'Accordo del 28 giugno 2011 come primo passo per dare qualità alle relazioni industriali e definire "effettiva rappresentanza dei soggetti negoziali". "Su questo punto la FIOM ritiene prioritaria l'applicazione tra i metalmeccanici dell'Accordo interconfederale del 28 giugno sottoscritto da CGIL, CISL e UIL e Confindustria". Il quale, è bene ribadirlo, sposta il potere contrattuale dal contratto nazionale a quello aziendale, offre ampi spazi per le deroghe a livello aziendale e, di fatto, impedisce ai lavoratori di votare sugli accordi sindacali. Su questo il sindacato di Landini conferma un cedimento grave da contestare. Firenze, 18 luglio 2012 |