Figli del capitalismo di Federico Picerni* Nelle ultime settimane, abbiamo assistito a numerosi casi di violenza giovanile. Il 1° febbraio, Singj Navtej, un giovane senzatetto indiano che dormiva nella stazione di Nettuno in provincia di Roma, è stato arso vivo da tre ragazzi (16, 19 e 29 anni), nell'ennesimo caso di dispregio verso i migranti e i cosiddetti "barboni", che fa seguito al rogo del senzatetto Andrea Severi a Rimini del 10 novembre scorso. Nel dicembre scorso - ma l'accaduto è emerso solo molto recentemente -, una ragazza di 14 anni di Trento è stata stuprata da tre giovanissimi (14, 15 e 17 anni). E ancora, la mattina di lunedì 9 febbraio, sono stati arrestati quattro giovanissimi fra i 14 e i 16 anni che avevano fatto ubriacare e poi stuprato una ragazza 14enne nel bresciano, e ancora altri due giovani che avevano violentato una 15enne nel frusinate. Sono fra i casi più eclatanti di violenza giovanile che in questi giorni hanno riempito le cronache della stampa e le notizie dei telegiornali. Violenza molto spesso all'insegna del razzismo, come nel caso di Navtej, o dello stupro di donne e persino ragazzine, e che di recente ha visto una preoccupante escalation a livello nazionale. Ma quali sono le cause di tutto questo? A detta degli stessi ragazzi autori del delitto di Nettuno, il rogo del senzatetto sarebbe stato compiuto per "provare qualcosa di emozionante". La stampa borghese ha accusato anche il disimpegno politico come causa della violenza giovanile, poiché ciò li spingerebbe a cercare altre fonti di "soddisfacimento", indicandolo come un problema comune di tutti (o quasi) i giovani. Se poi gli stupri vengono compiuti da migranti, i media borghesi colgono la palla al balzo per scatenare nuove ondate di razzismo, sulla falsariga delle parole del ministro dell'Interno Maroni, per il quale bisogna "essere cattivi" contro gli immigrati; ed è questa intossicazione mediatico-culturale razzista a portare alla violenza contro i migranti e i cosiddetti "diversi" in generale. Tutto questo non è il risultato di noia, disimpegno o quant'altro, ma piuttosto della cultura borghese, che è improntata sull'individualismo, sul carrierismo, sull'arrivismo, sulla meritocrazia, sull'egoismo, sul maschilismo, sul disprezzo totale dei poveri e dei migranti. A ciò si aggiunga l'emarginazione e l'esclusione dei giovani delle periferie urbane e dei giovani migranti, che vengono abbandonati volutamente alla criminalità e alla droga. È la cultura borghese che vorrebbe i giovani disimpegnati, sempre alla ricerca dello "sballo" e delle "nuove emozioni forti", come appunto il rogo dei senzatetto e lo stupro. Sempre la cultura borghese e cattolica è fonte della concezione della donna come semplice oggetto sessuale, in tutto e per tutto subordinata all'uomo dominante, di una concezione della famiglia, del matrimonio, della maternità e dell'amore che identifica la donna come merce e di conseguenza autorizza i giovani e adulti maschi influenzati da questa cultura a compiere su di lei ogni tipo di violenza e vessazione, fino ad arrivare al barbaro e aberrante stupro di massa. Per non parlare dei "modelli" che la borghesia mette davanti ai giovani, tutti improntati al "successo" personale, al denaro e al lusso, partendo dagli stessi parlamentari corrotti per arrivare ai "divi" multimiliardari dello spettacolo, dello sport e della moda. La borghesia ha poco da scandalizzarsi: questi sono figli suoi e del capitalismo, questo è il risultato della sua cultura di disvalori. Ma bisogna precisare che non tutti i giovani cadono in questa rete, benché i media borghesi parlino di un "malanno diffusissimo" che avrebbe ormai colpito indistintamente tutti i giovani. Al contrario, sono tanti i giovani che aspirano e che lottano per un mondo diverso, un mondo migliore in cui queste efferatezze non siano più "valori" per i giovani, ma crimini e delitti di cui non ci sia da vantarsene con gli amici via sms. Per tutti questi giovani figli del popolo non c'è alternativa: bisogna lottare per il socialismo, l'unico sistema che potrà spazzare via tutto il marciume e la pochezza della cultura borghese e creare un mondo in cui i giovani e non solo possano vivere serenamente educati all'altruismo di classe e alla parità e al rispetto dei sessi. * Responsabile per il lavoro giovanile del CC del PMLI 11 febbraio 2009 |