Il parlamento nero approva il decreto Gelmini sull'università Finanziamenti e assunzioni con il contagocce e solo per gli atenei privatizzati Per i "non virtuosi" aumento delle tasse, esternalizzazioni e blocco delle assunzioni. Reclutamento e progressioni di carriera restano nelle mani dei baroni Non contenta di avere imposto al popolo italiano la controriforma neofascista della scuola (legge 137/2008) il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, la berlusconiana Mariastella Gelmini, ha inaugurato il nuovo anno risalendo sul carro armato per bombardare l'università pubblica. Il 7 gennaio scorso anche l'odiato "decreto urgente Gelmini" sull'università che il 7 novembre era stato approvato dal Consiglio dei ministri, è diventato legge dello Stato. Sotto il titolo "Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca" la Camera dei deputati lo ha approvato definitivamente con 281 voti a favore, 196 contrari e 28 astenuti. Si sono espressi a favore i gruppi di maggioranza (Pdl e Lega), contrari Pd e Idv che non hanno certo dato battaglia. L'Udc ha optato per l'astensione, "per offrire un'apertura di credito nei confronti del ministro Gelmini". La gerarca di viale Trastevere parla di "Trasparenza nei concorsi, stop alle baronie e più spazio ai giovani", ma è solo propaganda di regime perché non c'è stato nessun miglioramento alle norme di reclutamento del personale delle università e dunque i feudi baronali non vengono minimamente intaccati. I tagli devastanti ai finanziamenti statali e al personale sono invece sostanzialmente confermati, appena ammorbiditi rispetto alla legge 133 da qualche briciola per gli studenti e i precari della ricerca con l'evidente scopo di provare ad imbrogliare e dividere il fronte unito costituito dagli studenti, dai lavoratori precari e dai ricercatori. Dunque nessuna marcia indietro, ma tutto confermato: i tagli, il blocco delle assunzioni, il precariato di massa, la liquidazione dei ricercatori, il potere dei baroni-manager, le cattedre d'azienda e la volontà di privatizzare gli atenei e finanziare solo quelli più "virtuosi". Tra i passaggi strategici più gravi la possibilità di trasformare gli Atenei in Fondazioni, il grimaldello attraverso cui il governo intende dare via libera al dilagare delle privatizzazioni, in modo da piegare tutto il mondo accademico alla logica di classe e aziendalistica fondata sulla subordinazione del sapere alle esigenze di profitto delle aziende, sulla meritocrazia, il nozionismo e un nuovo ed ancor più spregiudicato nepotismo. Concorsi. Le commissioni che giudicheranno gli aspiranti professori universitari di prima e seconda fascia saranno composte da 4 professori sorteggiati da un elenco di commissari eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando e da 1 professore ordinario nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando. Si evita così il rischio di predeterminare l'esito dei concorsi? Si incoraggia un più ampio numero di candidati a partecipare? Non ci sembra proprio che il meccanismo sia garanzia di trasparenza, innanzitutto perché il reclutamento e gli scatti di carriera restano saldamente nelle mani dei professori ordinari che come è noto sono legati tra loro da mille interessi corporativi e clientelari. Assunzioni. Le università che spendono più del 90% dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo. Il blocco delle assunzioni è esteso a tutte le università che, al 31 dicembre di ciascun anno, sono in deficit, semmai si sono rifiutate di aumentare le tasse, licenziare i precari o svendere il patrimonio immobiliare. Visto che nei prossimi cinque anni è previsto un ricambio del 47% del corpo docente (soltanto l'8% degli associati e l'1% degli ordinari ha meno di 40 anni) la promessa di assunzione di 4.000 nuovi ricercatori resta una goccia nell'oceano della carenza di personale che si verrà a determinare nel breve periodo. Atenei di serie A e atenei di serie B. Il 7% del Fondo del Finanziamento Ordinario e del Fondo Straordinario della Finanziaria 2008) saranno distribuiti solo alle Università "con offerta formativa, con qualità della ricerca scientifica, qualità, efficacia ed efficienza delle sedi didattiche migliori". Le università più virtuose saranno individuate in tempi molto brevi attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario). Per la prima volta dunque si distribuiscono soldi secondo i criteri arbitrari stabiliti da organismi filo-governativi, il che non farà che accentuare il processo di frammentazione della rete universitaria tra gli atenei di serie A e di serie B, tra quelli del Centro-Nord e quelli del Sud. Mentre si continuano ad elargire lauti finanziamenti ad atenei e centri di ricerca privati parificati, immancabilmente definiti "centri di eccellenza", agli atenei indebitati, e sono tanti, vengono persino preclusi per il 2008-2009 i fondi straordinari per il reclutamento dei ricercatori laddove gli atenei "virtuosi" avranno lo sblocco parziale del turn over (che passa dal 20% al 50%). Auspichiamo che l'Onda studentesca travolga questo vecchio piano della P2 di Gelli e Craxi (e Berlusconi) rilanciato dal ministro Gelmini con queste tronfie parole: "Quando tutte le scuole potranno costituirsi in Fondazioni sarà un bel giorno!". Trasformare le scuole e le Università pubbliche in Fondazioni di natura privatistica provocherà una grave frammentazione del sistema scolastico nazionale con istituti e atenei di serie "A" per i figli della borghesia che se li potranno permettere e scuole e facoltà di serie "B" in cui saranno confinati i figli del proletariato che non hanno i mezzi economici per pagare le salatissime rette di iscrizione. Occorre dunque che l'Onda studentesca torni ad occupare le città e promuova, con il mondo della scuola, una nuova manifestazione nazionale unitaria con concentramento finale sotto palazzo Chigi per difendere e rilanciare l'istruzione pubblica e gratuita, una rivendicazione che non può che passare per l'abbattimento del governo della macelleria sociale guidato dal neoduce Berlusconi! 21 gennaio 2009 |