Cgil, Cisl e Uil sul piede di guerra per il "maxiemendamento insoddisfacente" La finanziaria cancella le graduatorie degli insegnanti precari 1,4 miliardi di tagli, migliaia di posti di insegnanti e di personale Ata in meno Scuola, Università e Ricerca: i tre "beni primari" che nel programma dell'Unione avrebbero dovuto "essere messi a disposizione di tutti; a tutte le età," sono invece diventati i primi tre capitoli di spesa su cui il governo del democristiano Prodi dà una pesante sforbiciata. Fregandosene della piazza a cui sono ricorsi il 17 novembre centinaia di migliaia di studenti, personale Ata, insegnanti, supplenti, precari, ricercatori e professori universitari sfilati in corteo a Roma e in decine di altre città dando vita al primo sciopero generale contro il governo, la maggioranza di "centro-sinistra" nella votazione del 19 novembre alla Camera ha imposto col voto di fiducia l'approvazione del maxiemendamento sulla Finanziaria che, oltre a tutto il resto, taglia pesantemente i fondi e le risorse, ivi compreso il personale, e dà il ben servito a migliaia di insegnanti precari che, con l'azzeramento delle graduatorie provinciali permanenti, non avranno più nemmeno la speranza di un'assunzione a tempo indeterminato. La cosiddetta "clausola di salvaguardia", ossia quella "noticina" della Finanziaria che vincola le 170mila assunzioni promesse dal governo a un taglio di spesa di 1,4 miliardi da realizzare entro il 2009 è un vero e proprio ricatto! Altro punto cruciale è il taglio di circa 26mila posti che si viene a determinare per effetto dell'aumento (pari allo 0,4%) del rapporto alunni classi. Secondo le prime stime si calcola che saranno cancellate almeno 19.032 cattedre e circa 7.050 posti per il personale Ata. Colpiti senza pietà anche i supplenti: dall'anno scolastico 2010/2011 le graduatorie provinciali permanenti (dalle quali viene reclutato il 50 per cento degli immessi in ruolo e dove quasi 300mila insegnati precari sono da anni in attesa dell'assunzione) saranno soppresse. Un bel metodo per risolvere il problema dei precari che, dopo la batosta infertagli nel 1999 da Berlinguer con l'istituzione dei costosissimi corsi di abilitazione "Siss", adesso rischiano di finire definitivamente dietro la lavagna. La Finanziaria prevede l'assunzione a tempo indeterminato di soli 75mila precari nel prossimo triennio, di cui il 50% è riservato ai vincitori dell'ultimo concorso. Per gli altri 225mila ancora in graduatoria tutte le competenze e diritti accumulati in tanti anni di duro lavoro finiranno letteralmente alle ortiche. Contro il "maxiemendamento insoddisfacente" Cgil, Cisl e Uil hanno deciso una serie di iniziative di lotta che culmineranno con una grande manifestazione nazionale domenica 17 dicembre a Roma "che possa rappresentare la prima risposta che il sindacalismo confederale mette in campo contro il governo per sostenere le ragioni dei lavoratori", ha detto Enrico Panini, segretario generale della Flc-Cgil. Anche la Uil promette "iniziative forti e incisive per far capire al governo che gli impegni vanno mantenuti", mentre la Cisl scuola, per bocca del suo segretario Francesco Scrima, esprime "incredulità e sconcerto", e si dice pronta "a tutte le azioni di lotta richieste dalla gravità della situazione". Per mercoledì 6 dicembre Cgil, Cisl e Uil hanno indetto assemblee in tutte le scuole italiane. Il giorno dopo sarà la volta di una serie di sit-in davanti agli Uffici scolastici provinciali (gli ex provveditorati) e alle Direzioni scolastiche regionali. Lunedì 11 dicembre si asterranno dalle lezioni (per un'ora) gli insegnanti della scuola materna, elementare e media. La giornata di mobilitazione culminerà con un sit-in davanti alla sede del ministero della Pubblica Istruzione degli insegnanti precari. Il giorno successivo, a manifestare sempre in viale Trastevere, sarà il personale Ata: amministrativo, tecnico e ausiliario. E il 13 dicembre, mentre i presidi incaricati manifesteranno di fronte al Palazzo della Minerva, sciopereranno (per un'ora) gli insegnanti della scuola superiore. Sul piede di guerra ci sono anche la Gilda degli insegnanti e Snals-Consfal che hanno già proclamato lo sciopero dell'intera categoria per il 7 dicembre. I primi a muoversi però sono ancora una volta gli studenti, a cominciare dallo storico liceo Tasso di Roma che, all'indomani dell'approvazione del maxiemendamento, hanno occupato la scuola e promettono una "dura battaglia contro i tagli della finanziaria". 29 novembre 2006 |