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In vista del referendum di Mirafiori
La FIOM in piazza denuncia i contenuti dell'accordo imposto da Marchionne
Intorno alla FIOM cresce la solidarietà delle altre categorie e dei sindacati non confederali come USB, Cobas, Slai-Cobas e Cub scuola-università e ricerca. Il PMLI firma l'appello "Sì ai diritti, No ai ricatti" |
In vista del referendum, previsto per i giorni 13 e 14 gennaio, la FIOM ha promosso una campagna di informazione e di denuncia dell'accordo separato per FIAT Mirafiori sottoscritto dal vertice aziendale e dai sindacati complici il 23 dicembre 2010 indirizzata in primo luogo ai lavoratori direttamente interessati e più in generale ai torinesi e ai lavoratori e alle masse popolari italiane. Un momento importante di questa campagna è stato il presidio organizzato in piazza Castello di Torino il 8 gennaio a cui ha partecipato spontaneamente un migliaio di persone per portare la loro solidarietà. "C'erano molti anziani, alcuni ex operai FIAT, che sono venuti a portare coraggio, a dire di non mollare i diritti conquistati da loro in tanti anni di lotte collettive", ha detto Giorgio Airaudo, responsabile Auto della FIOM. "E poi c'erano tanti giovani, che hanno proposto nuove forme di informazione e di opposizione alla strategia aziendale. Nei prossimi giorni ad esempio - ha aggiunto - organizzeremo un flash mob in una piazza torinese per simulare la ripetitività della catena di montaggio".
Con un camper con su scritto nelle fiancate "No al ricatto, no alla paura", dirigenti e delegati FIOM nei giorni successivi hanno girato tra i mercati cittadini per spiegare le ragioni del rifiuto della firma dell'accordo, per informare sui contenuti di esso che sono del tutto inaccettabili. Paradossalmente la difficoltà maggiore sta proprio nell'informare e discutere con gli operai di Mirafiori dato che si trovano in cassintegrazione. Lunedì 10 gennaio ne sono rientrati al lavoro 800. Davanti ai cancelli hanno ricevuto da attivisti FIOM il testo integrale dell'accordo e un volantino che spiega cosa c'è dentro, che condizioni impone, quali diritti colpisce. Per giovedì 13, tutto il gruppo dirigente FIOM sarà presente davanti alla fabbrica per tenere le assemblee e per offrire loro la possibilità di dire la loro sull'intesa, l'unica, considerato i tempi ristretti volutamente stabiliti per la consultazione referendaria.
Intanto si sta sviluppando velocemente un movimento di solidarietà con i lavoratori della FIAT e la lotta che sta conducendo la FIOM. I primi a esprimersi in questo senso sono stati i segretari generali della FP-CGIL e dello SPI-CGIL. A cui si son aggiunti gli edili della FILLEA-CGIL, gli alimentaristi della FLAI-CGIL nonché la Camera del Lavoro di Roma che con un comunicato hanno espresso il loro sostegno alle tute blu. Un segnale importante è giunto da l'USB (Unione sindacale di base) che ha deciso di appoggiare lo sciopero indetto dalla FIOM per il 28 gennaio prossimo. Cobas, Slai-Cobas e Cub scuola-università e ricerca mobilitano i lavoratori.
Da segnalare l'appello lanciato da Micromega per la FIOM che in poco tempo ha raggiunto 50 mila adesioni, l'ha firmato anche la compagna Monica Martenghi a nome del PMLI; l'obiettivo è raccoglierne almeno 100 mila entro il 28 gennaio, giorno dello sciopero generale. "Il diktat di Marchionne che CISL e UIL hanno firmato - si legge nel testo - contiene una clausola inaudita, che nemmeno negli anni dei reparti confino di Valletta era stata immaginata: la cancellazione dei sindacati che non firmano l'accordo, l'impossibilità che abbiano una rappresentanza aziendale, la loro abrogazione di fatto". Degno di nota anche l'intervento sottoscritto da 47 economisti in cui è scritto: "Esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori coinvolti e alla FIOM, sosteniamo lo sciopero nazionale del 28 gennaio 2011 e ci impegnamo ad aprire una discussione sul futuro dell'industria, del lavoro e della democrazia, nei luoghi di lavoro e nella società italiana".
12 gennaio 2011
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