Si infiamma la lotta per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici La Fiom proclama lo sciopero di 8 ore con manifestazioni interregionali Federmeccanica esclude Fiom dalla trattativa per fare un accordo separato con le complici Fim e Uilm Puntuale e forte è arrivata la risposta di lotta alla Federmeccanica che, nell'incontro svoltosi a Roma il 10 settembre, in modo sprezzante aveva manifestato totale indisponibilità a discutere (anche) la piattaforma della Fiom per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) dei metalmeccanici, non aveva voluto nemmeno prendere in considerazione una proposta di mediazione, una sorta di accordo ponte; mentre dichiarava di voler andare avanti con Fim e Uilm per chiudere in tempi brevi un accordo separato con i sindacati complici, Fim e Uilm. Eccola! "Il Comitato centrale della Fiom-Cgil - si legge nel dispositivo finale approvato all'unanimità il 14 settembre - a sostegno di tali decisioni e della piattaforma contrattuale approvata dai lavoratori e presentata alle controparti, proclama 8 ore di sciopero per venerdì 9 ottobre 2009, per tutta la categoria con manifestazioni interregionali". Sono state approvate, inoltre "le decisioni assunte dalla delegazione della vertenza per il Ccnl" e le seguenti proposte avanzate al tavolo della trattativa: sospensione dell'applicazione dell'accordo separato sul modello contrattuale; blocco dei licenziamenti e sviluppo della struttura industriale; estensione degli "ammortizzatori sociali" a tutte le forme di lavoro; soluzione economica transitoria sulla base delle piattaforme presentate e detassazione degli aumenti del contratto nazionale. Le ragioni dello sciopero In un comunicato stampa della Fiom, che porta la stessa data in cui si è svolta la riunione del Comitato centrale, il segretario generale, Gianni Rinaldini, ha puntualizzato le ragioni dello sciopero. "Per giovedì 17 settembre - si legge - presso la sede della Federmeccanica, è previsto un incontro a delegazioni ristrette sulla piattaforma presentata da Fim e Uilm per il Contratto dei metalmeccanici. L'ordine del giorno dell'incontro esclude quindi la piattaforma presentata dalla Fiom, cioè dall'organizzazione largamente maggioritaria nella categoria, e recepisce il sistema di regole sul sistema contrattuale fissato dall'accordo separato del 22 gennaio scorso senza il consenso della Cgil e senza alcuna validazione democratica da parte di lavoratrici e lavoratori". Come si è arrivati alla rottura? Lo ricorda Rinaldini così: "Nel secondo incontro della trattativa contrattuale, svoltosi il 10 settembre abbiamo proposto un'ipotesi transitoria che evitasse questa deriva e mettesse al centro tre problemi, rinviando l'applicazione dell'accordo separato sul sistema contrattuale. problemi che sono, appunto, quello dell'affermazione della democrazia sindacale, quello della definizione di misure atte a difendere l'occupazione dentro la crisi industriale, e quello dell'individuazione di una soluzione salariale transitoria, per i prossimi due anni, da concordarsi a partire dalle due diverse piattaforme presentate dai sindacati a Federmeccanica: la nostra e quella di Fim e Uilm". Questa era stata l'arrogante e provocatoria risposta di Roberto Santarelli, direttore generale di Federmeccanica: la piattaforma della Fiom "non è negoziabile", mentre su quella di Fim-Uilm si può chiudere "in tempi ragionevolmente brevi", anche se per tutto il 2010 i padroni non intendono sganciare nulla o quasi. Tanto da fissare, seduta stante, i prossimi incontri per il 17, il 23 e il 29 settembre. Sul documento di mediazione sopra richiamato, avanzato dalla Fiom, Santarelli aggiungeva: "Non c'è una piattaforma nuova, quello che ho visto è solo un biglietto con quattro titoli. Un foglietto bianco con quattro slogan privi di contenuto". Tuttavia prometteva una risposta "prima del prossimo incontro, visto che il sindacato ha subordinato la propria presenza a questa risposta". Fim e Uilm complici La Fiom è pronta a revocare lo sciopero "se la nostra proposta venisse accolta da Federmeccanica". Ma allo stato attuale della vertenza, considerate le dichiarazioni dei dirigenti confindustriali ma anche dei vertici collaborazionisti di Fim e Uilm, è molto improbabile, per non dire impossibile che ciò accada. Già all'incontro del 10 questi si erano schierati con Federmeccanica. "C'è una sola piattaforma e una sola trattativa, la proposta Fiom è tardiva", aveva detto con una faccia tosta senza pari, il segretario della Fim, Beppe Farina. Mentre il leader di Uilm, Antonino Regazzi, aggiungeva da par suo, sapendo di mentire: "Non vorrei che loro non volessero fare il contratto nazionale, anche perché le regole del nuovo modello contrattuale servono proprio a dare più soldi ai lavoratori". E qui occorrono tre precisazioni per ristabilire la verità: la prima è che le piattaforme presentate alle controparti sono due, e non una: quella di Fim e Uilm che recepisce le regole della "riforma" della contrattazione padronale e corporativa e quella della Fiom con le vecchie regole e fa riferimento al secondo biennio economico 2010-2011; la piattaforma di Fim e Uilm ha ottenuto il consenso di una minoranza di lavoratori (270.000), mentre la stragrande maggioranza dei metalmeccanici (410.000), pari al 60% degli aventi diritto ha approvato quella presentata dalla Fiom; nella piattaforma di Fim e Uilm la richiesta di aumento salariale (113 euro mensili) è inferiore e più diseguale rispetto a quella rivendicata dalla Fiom (130 euro mensili uguale per il 3°, 4° e 5° livello). Il tentativo di Federmeccanica e di Fim e Uilm di escludere dalla trattativa la Fiom, ossia il sindacato più forte e rappresentativo della categoria pone, o meglio ripropone, con maggiore forza e più urgenza il problema di regole certe e indiscutibili nel campo della democrazia e della rappresentanza sindacali. Ecco perché nella riunione del vertice della Fiom è stato deciso di lanciare una campagna nazionale sul problema della democrazia sindacale per chiedere un atto legislativo relativo "sia alla rappresentanza delle organizzazioni sindacali che alla validazione di piattaforme e accordi attraverso il pronunciamento referendario dei lavoratori interessati". Fim e Uilm, manco a dirlo, hanno criticato l'iniziativa di lotta programmata. Noi invece stiamo dalla parte della Fiom e appoggiamo con forza lo sciopero nazionale di 8 ore indetto per venerdì 9 ottobre. 16 settembre 2009 |