Imponente manifestazione nazionale antirazzista e antifascista 40 mila in piazza a Firenze per Mor e Samb assassinati dal neonazista Casseri Contestato il neopodestà Renzi. Apprezzata presenza del PMLI. Manifestazioni di solidarietà a Milano, Napoli, Salerno, Caserta, Bologna e Torino Sciogliere i gruppi fascisti e chiudere i loro covi Redazione di Firenze Immediata la reazione alla strage del 13 dicembre della comunità senegalese e della Firenze antifascista e antirazzista. A poche ore dalla strage in piazza Dalmazia, richiamati dal passa parola, si sono ritrovati diverse centinaia di senegalesi, che hanno espresso il dolore e la rabbia con un corteo improvvisato che ha attraversato la città fino al mercato di San Lorenzo, dove sono rimasti fino a tarda sera fronteggiati dalla polizia in tenuta antisommossa. Mercoledì 14, nel pomeriggio, si è tenuto un primo presidio antirazzista e antifascista in Piazza Dalmazia, luogo della strage, a cui hanno partecipato numerose forze politiche e sociali fra cui il PMLI, distribuendo a tambur battente il Comunicato di solidarietà del Comitato provinciale di Firenze, pubblicato sul n. 46/11 de Il Bolscevico e dal titolo "Piena solidarietà alla comunità senegalese e alle vittime di Firenze". Durante il presidio numerosi gli interventi, fra cui quelli della comunità peruviana e algerina; in tanti hanno chiesto la chiusura del covo neofascista Casapound e condannato la politica della giunta di "centro-sinistra" Renzi di persecuzione degli ambulanti. Nella stessa giornata partecipate manifestazioni si sono tenute a Livorno e a Santa Croce sull'Arno (Pisa). Sempre mercoledì pomeriggio si è tenuta una seduta aperta del Consiglio comunale fiorentino durante il quale, dopo l'intervento dell'imam di Firenze Izzedin Elzir, provocatoriamente, per "controbilanciare", è stato scelto di far parlare Marco Cellai (consigliere comunale PDL, fascista), facendo finta di ignorare che l'imam in quell'occasione non rappresentava "una parte" ma le vittime della strage neonazista. Renzi ha inoltre protratto i lavori del Consiglio fino al pomeriggio inoltrato, di fatto in contrapposizione con il presidio di massa in Piazza Dalmazia. Gli unici ad abbandonare il Consiglio in segno di protesta sono stati Ornella De Zordo e Tommaso Grassi. Dal presidio la comunità senegalese ha lanciato la manifestazione di sabato 17 dicembre, che è diventata a carattere nazionale, raccogliendo una grandissima partecipazione. Tantissime le adesioni di associazioni grandi e piccole di tutta Italia, di organismi di migranti, partiti e sindacati, fra cui il Comitato provinciale di Firenze del PMLI. Decine di migliaia, forse 40.000, sono scesi in piazza a fianco dei senegalesi venuti da tutta Italia. Rabbia e combattività hanno segnato la manifestazione, insieme al ricordo delle due vittime, i cui ritratti aprivano il corteo. All'arrivo in Piazza Dalmazia tanti sono passati in raccoglimento sul luogo della strage, segnato da fiori, candele, messaggi, grandi i cartelli di solidarietà dei commercianti e degli ambulanti della piazza. Insieme ai senegalesi ha manifestato la Firenze antirazzista e antifascista, quella che non vuole la caccia agli ambulanti abusivi e ai lavavetri. Presenti anche tanti altri immigrati. Numerose le famiglie con i bambini, si vedevano famiglie miste, bambini africani adottati, bambini di alcune scuole elementari organizzati con le insegnanti e studenti delle scuole medie superiori. Un lungo serpentone colorato, che si è unito nel grido "Basta razzismo", riecheggiato lungo tutto il corteo anche se gli organizzatori avevano chiesto una presenza silenziosa e di preghiera. Una larga partecipazione che ha sfidato il clima di allarme creato nei giorni precedenti dai mass-media, che cercavano di scoraggiare gli antirazzisti parlando di "infiltrazioni" e "black bloc". Presente il PMLI con una delegazione di militanti e simpatizzanti di Firenze, guidata dalla compagna Claudia Del Decennale, Responsabile del PMLI per la Toscana. I compagni innalzavano le bandiere del Partito abbrunate e locandine con la solidarietà alla comunità senegalese e la richiesta di scioglimento dei gruppi fascisti e la chiusura dei loro covi. Diffuso ancora il Comunicato del Comitato provinciale di Firenze, molto apprezzato anche da tanti senegalesi che ci hanno ringraziato; diffuso Il Bolscevico n. 46. Alcuni immigrati senegalesi si sono voluti far fotografare con noi. La delegazione ha ricevuto telefonicamente l'incoraggiamento e il sostegno del Responsabile della Commissione per il lavoro di Organizzazione del Comitato centrale del Partito. Successivamente ai compagni fiorentini sono arrivati i ringraziamenti della suddetta Commissione per "aver reso un grande servizio all'intero Partito che senza le vostre iniziative sarebbe stato completamente assente in un avvenimento che ha scosso la coscienza e la sensibilità antirazziste e antifasciste della popolazione fiorentina". Nel corteo non è mancata la passerella dei politicanti borghesi e rappresentanti istituzionali. Calati in massa a Firenze i massimi dirigenti di PD, SEL, ecc. Con grande faccia tosta non sono mancati esponenti del PDL, come l'ex ministro Rotondi, responsabili della politica razzista del governo del neoduce Berlusconi. Anche in questa occasione il neopodestà fiorentino Matteo Renzi si è collocato a destra, partecipando a titolo personale, senza la fascia tricolore e senza il gonfalone della città. Una presenza sottotono rispetto a quella di tanti sindaci dell'hinterland fiorentino presenti in forma ufficiale, alla provincia di Firenze e alla regione Toscana, che innalzavano i propri gonfaloni. In un'intervista rilasciata durante la manifestazione non ha mancato di richiamarsi alla necessità della "legalità". Tradotto vuol dire che non farà un passo indietro nella sua politica di persecuzione degli ambulanti abusivi, lavavetri, mendicanti, politica che contribuisce a far crescere i pregiudizi razziali e xenofobi. Il destro Renzi è stato ben individuato da molti manifestanti, che non hanno mancato di contestarlo. Sul palco di piazza Santa Maria Novella si sono alternati in tanti. Da notare che il Comune di Firenze è stato rappresentato da Eugenio Giani (PD), noto in città per il suo feeling con i neofascisti, espresso ad esempio con la sua presenza alla parata neofascista di "Casaggi" in occasione della "giornata del ricordo". Il governatore della Toscana Enrico Rossi (PD), pur infarcendo il suo discorso di tanta demagogia, in realtà ha rilanciato quella che in fondo è la linea del PD: abbiamo bisogno degli immigrati per sostenere l'attuale economia, cioè come carne da sfruttare al servizio del profitto capitalistico. Non è sufficiente chiedere la cittadinanza italiana per i figli di immigrati nati nel nostro Paese, secondo noi occorre rivendicare l'abrogazione della legge Bossi-Fini e delle precedenti che limitano l'afflusso degli immigrati e ne favoriscono l'espulsione; una sanatoria generalizzata per tutti gli immigrati sprovvisti di permesso di soggiorno; la persecuzione con sanzioni economiche o con la reclusione chi sfrutta al nero gli immigrati; la chiusura dei Centri di identificazione ed espulsione; il libero accesso su tutto il territorio nazionale agli immigrati, senza le limitazioni previste nelle "quote"; il diritto di asilo ai perseguitati politici e ai rifugiati senza limitazioni e parificando la normativa legislativa alla migliore condizione; il riconoscimento di pari diritti sociali, civili e politici per tutti gli immigrati; il diritto al lavoro, alla casa, all'assistenza sanitaria e sociale, all'istruzione per i bambini e i ragazzi in età scolare, per tutti gli immigrati extracomunitari. Contemporaneamente a Firenze si sono tenute manifestazioni antirazziste a Milano, Napoli, Salerno, Caserta, Bologna, Torino. 21 dicembre 2011 |