Depositati in Cassazione 4 nuovi quesiti sulla legge 30, il collegato lavoro di Sacconi e la "riforma" Fornero Firmare i referendum contro la precarietà Chiesta la raccolta unitaria delle firme con i referendum sugli articoli 18 e 8 A distanza di un mese, quando un largo fronte di forze sociali e politiche, di intellettuali e giuristi presentarono nella opportuna sede istituzionale i quesiti referendari per il ripristino dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e per l'abrogazione dell'articolo 8 della Finanziaria del 2011 dell'ex governo del neoduce Berlusconi che introdusse le deroghe sul contratto nazionale di lavoro e sulle leggi sul lavoro, il Forum Diritti Lavoro cui fanno parte sindacalisti (Rete 28 aprile e USB), giuristi e esperti di diritto, associazioni giuristi democratici, in data 10 ottobre hanno presentato in Cassazione 4 nuovi quesiti referendari che hanno per tema la lotta alla precarietà e si pongono l'obiettivo di abrogare le norme che l'hanno legalizzata e permesso, nell'ultimo ventennio, la sua abnorme estensione. Devastando la vita e il futuro di più di una generazione di giovani! Questi referendum abrogativi hanno come oggetto la controriforma Fornero sul lavoro, in particolare l'aspetto che riguarda il contratto a tempo determinato; la legge 30/2003 più conosciuta come legge Biagi, che recepiva e ampliava il "pacchetto Treu" e precarizzava tutti i contratti di lavoro; l'articolo 32 del collegato lavoro di Sacconi che rende impossibile la difesa del lavoratore precario licenziato ingiustamente. Col primo quesito, i promotori dei referendum chiedono l'abrogazione della norma contenuta nella "riforma" Fornero, la quale prevede che il primo contratto (a temine o somministrato) può essere acausale per 12 mesi, cioè senza l'obbligo di precisare il bisogno e l'utilizzo di detto contratto. Di fatto è un'autorizzazione al datore di lavoro di poter impiegare nella sua fabbrica solo dipendenti precari se riesce a produrre sostituendoli ogni anno integralmente. Col secondo quesito è chiesto di abrogare l'articolo 32 del "collegato lavoro" voluto dall'ex ministro del welfare, Maurizio Sacconi, che limita drasticamente il risarcimento economico riconosciuto ai lavoratori precari (da un minimo di 2,5 a un massimo di 12 mensilità) indipendentemente dalla durata del processo e dell'entità dello stesso, e fissa rigidissime "doppie decadenze" per tutte le cause di lavoro precario. Ostacoli questi che nei fatti rendono quasi impraticabile ogni reazione giudiziaria all'abuso d'impresa. Il terzo quesito prende di petto la legge 30 che, come già detto, ha spalancato la legislazione al lavoro precario (in Italia sono ben 44 i contratti di lavoro precario) e di cui si chiede l'abrogazione integrale. Il quarto e ultimo quesito riguarda il decreto legislativo 276 in applicazione della legge 30 ed è finalizzato all'abrogazione di alcune sue parti per ottenere i seguenti obiettivi: far cadere la somministrazione a tempo indeterminato, limitando fortemente, allo stesso tempo, quello a tempo determinato; modificare sostanzialmente il distacco in modo che sia possibile solo con il consenso del lavoratore; cancellare la nozione stessa di appalto di servizio tramite il quale si svolgono attività illecite di "caporalato"; eliminazione dei limiti alla responsabilità del committente nei confronti dei dipendenti dell'appaltatore; cancellare le modifiche alla disciplina della cessione del ramo d'azienda. Al comitato promotore per i referendum sugli articoli 18 e 8 è stato chiesto che venga unificata la raccolta delle firme, ne occorrono almeno 500.000, anche per quelli contro la precarietà. In una lettera a firma di Carlo Guglielmi, presidente del Forum Diritti Lavoro e di Roberto Lamacchia, presidente dei Giuristi democratici si apprezza e si sostiene con convinzione l'iniziativa referendaria sugli articoli 18 e 8. Ma si afferma anche l'importanza di intervenire contestualmente sui guasti provocati dalle leggi che hanno precarizzato il lavoro. "Ci permettiamo di chiedervi di sostenerli e di costruire una campagna comune sul lavoro - si legge nella lettera - che porti a quel successo che tutti vogliamo". Per quanto ci riguarda, confermiamo la posizione che abbiamo espresso nei confronti della battaglia referendaria per ripristinare l'articolo 18 e per abrogare l'articolo 8. Come in quel caso, giudichiamo giusta e meritevole di essere appoggiata l'iniziativa referendaria contro la precarietà. Pertanto invitiamo i militanti, i simpatizzanti e gli amici del PMLI a firmare e far firmare i moduli per la richiesta dei suddetti referendum. E, dove è possibile, ad entrare nei comitati unitari locali partecipando alle loro attività , portando in essi il nostro specifico contributo politico e organizzativo. 24 ottobre 2012 |