Secondo una stima di una società di consulenze di Londra Fra 40 anni nessun paese della UE farà parte del G7 Cina, India, Russia, Brasile e Messico prenderanno il loro posto. La Cina sorpasserà gli Usa nel 2016 Il rapporto del Fondo monetario internazionale (Fmi) sulle previsioni di crescita globale, pubblicato alla fine dello scorso aprile, afferma che nel 2016 la Cina sorpasserà gli Stati Uniti nella classifica della ricchezza e sarà la prima potenza economica mondiale. Un avvenimento atteso molti anni più avanti e anticipato dagli effetti della crisi economica. Ma non è il solo sconvolgimento previsto; una stima pubblicata recentemente da una società di consulenze di Londra ha delineato un cambiamento ancora più consistente nella mappa del potere economico e dello sviluppo internazionale indicando il quasi completo superamento della leadership che ha dominato il ventesimo secolo indicando che tra quarant'anni nessun paese europeo farà parte del G7, il gruppo delle sette maggiori potenze industriali, e resteranno nel gruppo soltanto due degli attuali membri, Usa e Giappone, nessuno dei due in posizione di preminenza. Per la legge dello sviluppo ineguale del capitalismo, anch'essa riconfermata, c'è chi sale e chi scende. Fuori Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia e Canada, il G7 del 2050 sarà composto da Cina, India, Stati Uniti, Brasile, Giappone, Russia e Messico. Secondo il rapporto elaborato dalla Pricewaterhouse Coopers (PwC), una delle più importanti società di consulenze della City, il tempio della finanza londinese, l'ottavo posto sarà guadagnato dall'Indonesia che con un balzo supererà la Germania, nona potenza economica del mondo; completerà la top ten la Gran Bretagna, decima. A seguire la Francia, undicesima, e dal dodicesimo al quattordicesimo posto altri tre paesi emergenti, Turchia, Nigeria e Vietnam. L'Italia scenderà al quindicesimo posto, seguita dal Canada, sedicesimo, entrambe a un passo dall'essere sospinte ancora più in basso dalla crescita superiore di Corea del Sud, Spagna, Arabia Saudita e Argentina. La leadership economica occidentale guidata prima dall'Europa e poi dagli Usa dovrà cedere il passo entro la metà del secolo alle potenze asiatiche Cina e India per effetto della diversa velocità di crescita economica attuale e prevista per i prossimi decenni. Il rapporto della PwC sottolinea che "i principali paesi emergenti si sono ripresi rapidamente dalla profonda recessione e dal crac finanziario del 2008-09 e le loro economie stanno espandendosi con una velocità tre o quattro volte superiore a quella degli Usa, del Giappone o delle principali nazioni dell'eurozona". Così mentre l'economia britannica crescerà mediamente del 2,3% l'anno, tra il 2011 e il 2050, la Cina crescerà nello stesso periodo del 5,9% e l'India dell'8,1%. La classifica del 2050 si formerà nel tempo: già quest'anno l' economia dell'India supererà quella del Giappone, nel 2013 il Brasile supererà la Gran Bretagna. La stima dalla PwC pone nel 2018 il sorpasso della Cina sugli Stati Uniti. Nel 2031 sarà il Messico a sopravanzare la Gran Bretagna mentre nel 2047 l' Indonesia supererà la Germania. Il rapporto indica nel Vietnam il paese che ha la crescita economica più alta del mondo, con una media dell'8,8% all'anno nei prossimi quarant'anni. Dopo Vietnam e India, la terza crescita più alta, con il 7,9%, sarà di un paese africano, la Nigeria. Dall'Indonesia che crescerà del 5,8%, a Turchia, Sud Africa, Arabia Saudita e Argentina intorno al 5%, e a scalare dal Messico, al Brasile e fino alla Russia accreditata di una crescita del 4% si arriva alle potenze europee tra le quali l'Iitalia accreditata di appena l'1,4%. La crescita dei paesi occidentali potrebbe risultare in qualche misura migliore di quanto previsto delle stime del rapporto PwC, ha affermato uno degli estensori, se esse sapranno approfittare dell'ampliamento dei mercati interni dei paesi emergenti, realizzando un aumento del commercio, delle esportazioni e degli investimenti verso questi paesi. Non è detto però che trovino le porte aperte, anzi avranno l'ostacolo delle misure protezionistiche delle nuove potenze economiche e della feroce concorrenza tra loro. I paesi europei potranno garantirsi la permanenza nella prima fila della lotta per la spartizione del pianeta tra i maggiori paesi imperialisti solo rafforzando l'Unione europea. In ogni caso i primi posti della lista resteranno ancora a lungo nelle mani di Usa e Cina, anche se a parti invertite, Il Fmi ha fatto i suoi calcoli basandosi su un indice che misura le economie sulla base della parità del potere d'acquisto e ha previsto che la Cina si espanderà dagli attuali 11,2 mila miliardi di dollari a 19 mila miliardi nel 2016 mentre gli Stati Uniti cresceranno da 15,2 mila miliardi a 18,8 mila miliardi. Fra cinque anni l'economia degli Stati Uniti sarà pari al 17,7% di quella dell'intero pianeta ma quella cinese raggiungerà il 18%. Solo nel 2001 l'economia degli Stati Uniti era tre volte quella della Cina. 11 maggio 2011 |