Grande manifestazione "alla luce del sole" contro omofobia, razzismo e squadrismo 300mila al Gay Pride di Napoli In piazza anche i Cristiani Omosessuali Calorosa accoglienza della popolazione napoletana Redazione di Napoli "Non è un carnevale, è una lotta per i diritti: siamo come voi, siamo come voi!" è il messaggio del Gay Pride 2010. In 300mila, provenienti da tutta Italia, hanno partecipato alla manifestazione del 26 giugno nel capoluogo campano: Roma, Milano, Rovigo, Pescara, Firenze ma soprattutto le masse popolari di Napoli che hanno dato un contributo straordinario alla riuscita della manifestazione dai forti contenuti antifascisti. Un record che eguaglia il mezzo milione che sotto la porta di Brandeburgo ha festeggiato il trentaduesimo "Christopher Street Day". Numerose le associazioni promotrici che aderiscono al movimento LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali): Arcigay, Arcilesbica, Amnesty International, Genitori Omosessuali, Famiglie arcobaleno e vari gruppi musicali ed artistici. La piattaforma politica: "estensione della legge Mancino anche all'orientamento sessuale e all'identità di genere, azioni di prevenzione e campagne contro l'omofobia e la transfobia, leggi sulle unioni civili e sulla fecondazione assistita, ricezione da parte dell'Italia delle norme della Ue in tal senso". Partenza da Piazza Cavour nel primo pomeriggio, con una prima tappa a Piazza Garibaldi, sfilando poi per Corso Umberto con destinazione finale Piazza del Plebiscito. Tanti gli striscioni: "Gayrage ripariamo l'Italia", "Libera di essere lesbica", "Lava via il Pregiudizio", "I nostri figli parte del Mondo, non un mondo a parte", "È l'amore che crea una famiglia". Uno striscione enorme, parafrasando la canzone di Pino Daniele "Napul'è mille culore" inneggia a una Napoli multietnica. Lungo il percorso le strade della città fanno da teatro alle esibizioni dei manifestanti, 15 carri coloratissimi, musica che si fonde in una melodia danzante con trombette, coriandoli, tamburi, fischietti, palloncini. Un modo per dare alle giornata un tocco di libertà espressiva nella caserma Italia. Napoli, come Palermo, ha abbracciato il Gay Pride 2010: migliaia di persone ai lati delle strade applaudono nel vedere camminare gli LGBT mano nella mano con la persona amata, a testa alta e finalmente "alla luce del sole" (come è stato definito significativamente l'evento), a lottare insieme per il riconoscimento degli stessi diritti sociali e civili delle famiglie eterosessuali! "L'esibizionismo" del resto serve per non essere ignorati, per far sentire la propria voce, per uscire dalla clandestinità, per non avere paura della derisione o, peggio, delle vigliacche aggressioni dei gruppi nazifascisti che, fomentati dal razzismo e dall'omofobia delle gerarchie ecclesiastiche e del governo in camicia nera, stanno seminando il terrore in tutta la Penisola. Tra i più attivi ad attaccare l'evento sia a Palermo che a Napoli è stata l'organizzazione neofascista "la Giovane Italia", ex Azione Giovani oggi "movimento giovanile del Popolo della Libertà" che al motto mussoliniano "Dio, patria e famiglia" vomita: "una manifestazione che, oltre al pericolo dei tradizionali episodi di esibizionismo sessuale in spregio al pubblico pudore, presenta una piattaforma rivendicativa tesa al capovolgimento del valore sociale ed educativo della famiglia naturale, fondata sul matrimonio tra uomo e donna". In piazza ci sono anche i Cristiani Omosessuali, coloro che rivendicano il diritto a coniugare la fede con la propria identità sessuale, un concetto che i gerarchi al governo e il papa nero e medioevale Joseph Ratzinger non potranno mai comprendere. Alcuni manifestanti distribuiscono preservativi gratis alla popolazione napoletana per ricordare che "la prevenzione e l'informazione sono elementi fondamentali per una sessualità libera e consapevole e che il preservativo rimane uno degli strumenti di maggior sicurezza per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili", mentre un gruppo di artisti dal palco conclude la giornata. Nel movimento LGBT si è verificata una spaccatura che ha portato ventidue sigle di associazioni, gruppi, reti e collettivi, attivi sul territorio romano e nazionale a firmare (l'8 giugno scorso) un documento nel quale prendono le distanze dal Roma Pride 2010. La critica è che: "il Pride romano di quest'anno si caratterizza per una involuzione sostanziale dei contenuti politici, a partire dallo slogan ('Ogni bacio è una rivoluzione') e dalla strategia di comunicazione scelta". 30 giugno 2010 |