Rilanciando il motto di Mussolini Gelmini: fuori la politica dalla scuola I professori "non devono occuparsi di politica" quando sono a scuola, se proprio hanno qualcosa da dire se ne vadano fuori. È una vera e propria intimidazione quella che il ministro Gelmini ha voluto indirizzare agli insegnanti nel primo giorno di scuola, durante un'intervista telefonica rilasciata a Maurizio Belpietro e mandata in onda su Canale 5. "Esiste all'interno della scuola una minoranza di dirigenti e di insegnanti che confonde la scuola con l'agone politico" ha affermato il ministro della pubblica distruzione. "La scuola - ha proseguito - è un'istituzione, forse la più importante del nostro Paese e in quanto tale va rispettata. Nella scuola si applicano le riforme - conclude - e non si fa politica". Un invito esplicito ai presidi-manager a punire chi osa contestare la politica scolastica del governo, una politica che intende fare tabula rasa della scuola e dell'università pubblica, ma anche dell'autonomia della funzione docente, della libertà di organizzazione e di iniziativa sindacale. Del resto il suo motto "Qui non si parla di politica. Qui si lavora" esattamente come il "me ne frego della piazza" è stato preso a prestito dal maestro del premier Benito Mussolini. La gerarca di Viale Trastevere, in pieno accordo con l'altro gerarca che vuole trasformare in una caserma il pubblico, Renato Brunetta, mostra i denti perché sa bene che le mobilitazioni dei precari contro l'ondata di licenziamenti, quasi duecentomila po- sti di lavoro tagliati in tre anni, rischiano rapidamente d'incendiare la rivolta in tutto il mondo della scuola per affossare la sua raffica di controriforme: dalla trasformazione delle scuole in fondazioni, all'imposizione del maestro unico, dal taglio del tempo pieno e prolungato all'imposizione dell'ora di religione obbligatoria, dalla riproposizione dell'alunno in divisa alle classi differenziali e al "tetto" per migranti. Per questo agita lo spettro dei provvedimenti disciplinari e del licenziamento. Guai a permettere che a qualche insegnante venga l'idea di smascherare insieme ai suoi studenti il contenuto del fiore all'occhiello della legislatura piduista, quella legge Aprea che nel nome di Gelli e Gentile uccide la scuola pubblica e instaura la scuola del regime neofascista! 23 settembre 2009 |