La vittoria elettorale della Merkel riafferma l'egemonia dell'imperialismo tedesco sulla UE Letta si schiera subito con la vincitrice Alle elezioni politiche per il rinnovo del Bundestag, il parlamento tedesco, del 22 settembre la coalizione dei partiti democristiani Cdu-Csu che sostiene la cancelliera Angela Merkel ha mancato di poco la conquista della maggioranza assoluta ma il contemporaneo crollo degli alleati di governo, i liberaldemocratici della Fdp che non hanno superato la soglia del 5% dei voti e resteranno fuori dall'aula, porterà con molta probabilità a un nuovo governo coi socialdemocratici della Spd; alla riedizione della "grande coalizione" che ha già governato il paese dal 2005 al 2009, nel primo dei tre esecutivi di seguito guidati dalla Merkel. Da registrare che nella combattuta campagna elettorale il coro delle sirene parlamentari era stato rafforzato dalla comparsa di una nuova formazione critica con l'eurozona, Alternativa per la Germania (AfD), e dalla conferma della presenza del partito dei Pirati ma l'affluenza alle urne è salita al 71,5% con un incremento di solo lo 0,7% rispetto alle precedenti elezioni del 2009 quando era al 70,5%, il minimo storico. In ogni caso quasi un terzo dell'elettorato tedesco ha disertato le urne. La formazione Cdu-Csu rispetto al 2009 è cresciuta dal 33,8% dei voti validi al 42,5% e ha portato a casa 311 seggi al Bundestag; la maggioranza assoluta era a 316 seggi. Il partito della Merkel è cresciuto di quasi il 9%, i suoi alleati di governo della Fdp hanno perso il 10% dei consensi passando dal 14,6% al 4,5% dei voti validi. Un tonfo che per la prima volta dal 1949 li cancella dal parlamento e che ha causato le dimissioni dei vertici del partito. Nel campo della "sinistra" borghese si registra il risultato della Spd che col 25,7% dei voti validi conquista 192 seggi. "Non abbiamo ottenuto il risultato che volevamo, anche se è chiaramente migliore di quello del 2009" ha dichiarato il leader socialdemocratico Steinbrueck . Infatti i socialdemocratici crescono del 3,5% rispetto al 2009 e restano il secondo partito che comunque per effetto dei risultati potrebbe tornare al governo nella "grossa coalizione". Restano in parlamento anche se perdono circa tre punti percentuali ciascuna le formazioni della Linke, la costola di sinistra della Spd, e dei Verdi che ottengono rispettivamente l'8,6% e 64 seggi, l'8,4% e 63 seggi. Numero alla mano anche la "sinistra" borghese potrebbe governare dato che la somma dei parlamentari della Spd, della Linke e dei Verdi arriva a 319. Ma preventivamente la Spd aveva annunciato che non avrebbe governato con la Linke e l'ipotesi resta sulla carta. Restano fuori dal parlamento, oltre all'Fdp, l'Alternativa per la Germania (AfD), il cosiddetto partito anti-euro che teorizza un'Eurozona senza la zavorra dei paesi mediterranei, fermatosi al 4,7% dei voti validi e quello dei Pirati arrivato al 2,2%. "Quello che abbiamo ottenuto ieri è un risultato straordinario" ha dichiarato la Merkel sottolineando che "ora la Germania ha bisogno di un governo stabile. E noi assolveremo questo compito" ha annunciato la disponibilità alla formazione di un governo con la Spd. Il primo a congratularsi con la Cancelliera è stato il presidente francese, il socialista Hollande, che ha sottolineato il comune dovere di "continuare a lavorare con impegno per la riconciliazione tra Francia e Germania e continuare la loro stretta collaborazione per affrontare nuove sfide dell'integrazione europea". Un tandem auspicato dall'imperialismo francese che si rende conto di essere la parte più debole della coppia perché il significato in questo senso della vittoria elettorale della Merkel è la riaffermazione dell'egemonia dell'imperialismo tedesco sulla Unione europea. Fra le congratulazioni arrivate alla Merkel ci sono state quelle del presidente del Consiglio italiano Enrico Letta che si è subito schierato con la vincitrice e pensando al futuro governo di coalizione a Berlino ha tentato di intascare a vantaggio della stabilità del suo traballante governo delle "larghe intese" il risultato del voto tedesco affermando: "emerge un modello di cooperazione simile al nostro. Forse in Italia si capirà che quando i nostri elettori ci obbligano ad una grande coalizione bisogna farsene una ragione". 25 settembre 2013 |