Accusato di falso in bilancio su una truffa milionaria che coinvolge il nipote Rinviato a giudizio Gifuni L'ex segretario generale del Quirinale ottenne da Ciampi benefici e privilegi Il 10 giugno scorso la Procura della Repubblica di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio dell'ex segretario generale del Quirinale, Gaetano Gifuni, accusato di falso nell'ambito dell'inchiesta sullo sperpero dei fondi destinati dal Quirinale alla gestione della tenuta di Castelporziano. Secondo l'accusa, Gifuni ha aiutato il nipote acquisito, Luigi Tripodi (già arrestato in qualità di ex capo del servizio tenute e giardini del Quirinale), a ottenere un alloggio di servizio all'interno della tenuta presidenziale di Castelporziano. L'immobile in questione è il vecchio canile, usato per anni dal nucleo cinofilo dei carabinieri, trasformato in una villa a due piani di 180 metri quadri con tettoia coperta per le macchine e duemila metri di giardino. Tripodi ci si era installato con la famiglia e non voleva lasciarlo nemmeno dopo essere stato messo in pensione. A Gifuni è contestato anche il peculato in relazione all'uso di "materiale acquistato dalla Tenuta" e destinato alla realizzazione di alcuni mobili (armadi e tavoli) e di una tettoia parasole per il suo appartamento privato di Roma. Lavori realizzati da operai di Castelporziano in orari di servizio. Il nipote di Gifuni, Luigi Tripodi, è accusato di abusivismo edilizio, peculato, falso e truffa. A metterlo nei guai la disinvolta gestione dei due milioni 700mila euro destinati ogni anno al Servizio tenute e giardini. Gran parte di questi soldi, secondo i magistrati, dal 2002 in poi sarebbero finiti nelle tasche di un ristretto gruppo di funzionari. Il nipote Tripodi appunto, poi il direttore di Castel Porziano Alessandro De Michelis e i cassieri Paolo Di Pietro e Gianni Gaetano. Sparivano, a quanto risulta, 50-60mila euro al mese. Il buco di bilancio nelle casse presidenziali attualmente ammonta ad oltre quattro milioni e mezzo di euro ed è stato provocato in gran parte dal falso moralizzatore Carlo Azeglio Ciampi e dalla allegra gestione dei fondi durante il suo settennato. Gifuni è stato per quattordici anni il padre e padrone del lauto budget destinato al Quirinale: Segretario generale del Senato, ministro, poi numero due del Quirinale durante le presidenze Scalfaro e Ciampi, vera eminenza grigia del Palazzo è riuscito ad ottenere da Ciampi, poco prima della fine del suo settennato, anche la promozione a "segretario generale onorario", una carica inedita, inventata ad hoc proprio per permettere a Gifuni di conservare quasi tutti i suoi privilegi e benefit. 28 luglio 2010 |