Giordano, un revisionista di destra succede a Bertinotti Con 139 voti a favore, 47 schede bianche, 9 nulle e 7 voti a favore della minoranza trotzkista di "Progetto comunista" guidata da Marco Ferrando, il 7 maggio il Comitato politico nazionale del PRC ha eletto Franco Giordano nuovo segretario di Rifondazione comunista al posto di Fausto Bertinotti traslocato a Montecitorio a fare il guardiano della Camera e delle istituzioni borghesi. Con la maggioranza bertinottiana e in favore del nuovo segretario si sono schierati anche diversi esponenti della minoranza revisionista "Essere comunisti", chiamata anche area de "L'Ernesto" (dal nome dell'omonima rivista) che fa riferimento al vecchio PCI, è guidata da Claudio Grassi e che all'ultimo congresso del partito a Venezia si erano schierati con le altre minoranze e avevano votato contro Bertinotti. Questo gruppo di esponenti di "Essere comunisti" è guidato dalla deputata Marilde Provera, dal segretario di Torino Gianni Favaro e da Sandro Valentini dell'esecutivo del partito e la loro posizione è stata evidenziata in una dichiarazione di voto a favore di Giordano da parte di Beatrice Giavazzi, che ha sottolineato la "novità della fase apertasi con la vittoria elettorale dell'Unione" e la necessità di superare le correnti. A dire il vero, più che di una elezione, si è trattato di una semplice ratifica di quanto disposto nelle settimane scorse da Bertinotti che, in attesa di salire sullo scranno più alto di Montecitorio, aveva indicato proprio il nome del suo pupillo quale "successore naturale" alla guida del partito. Ma non tutto è filato liscio come l'olio. La lotta fra le varie correnti trotzkiste che convivono dentro il PRC per accaparrarsi quanto più spazio e poltrone possibili nella girandola di incarichi per la redistribuzione del potere all'interno del gruppo dirigente l'ha fatta da padrone. Contro l'elezione di Giordano si sono schierati la corrente trotzkista "FalceMartello" e tutta l'area trotzkista di "Progetto comunista" di Ferrando e Franco Grisolia che hanno annunciato che al momento della fiducia dei parlamentari del PRC al governo Prodi daranno avvio alla fase costituente per la costruzione di un "Partito comunista di opposizione" col chiaro intento di coprire a "sinistra" l'inesorabile deriva borghese e istituzionale del PRC. Altrimenti che senso ha la condotta dell'imbroglione Ferrando che, nello stesso momento in cui annuncia di voler lasciare Rifondazione, si candida a farne il segretario? Contro l'elezione di Giordano si è schierato anche l'esponente della maggioranza uscente bertinottiana, Ramon Mantovani, che chiede subito il "rinnovamento generazionale del Partito" promesso da Bertinotti a Venezia. Da parte sua Alfonso Gianni si è astenuto e ha chiesto di "mettere alla guida del Partito qualcuno che fosse fuori dall'album di famiglia del vecchio PCI, della Fgci e della Nuova sinistra". Astenuti anche Grassi e la maggioranza di "Essere comunisti" più la componente trotzkista di "Sinistra Critica", chiamata anche "Erre" (dal nome dell'omonima rivista), di Salvatore Cannavò. La loro posizione è stata accompagnata da una dichiarazione di voto congiunta e motivata "come segnale di apertura e di verifica della gestione collegiale del partito" e in attesa di "vedere i fatti" e valutare la "risposta alla nostre richieste". "Fatti" e "risposta" che, per dirla con le parole di Francesco Ferrara pronunciate nella relazione introduttiva del Cpn per la presentazione del candidato di maggioranza Giordano, saranno "nel solco e nell'impronta di Fausto Bertinotti su cui vogliamo continuare a camminare assieme a lui e assieme a tutti noi". Dunque è cambiato il suonatore, ma sarà sempre la stessa musica, cioè la linea politica del PRC: anticomunista, neorevisionista, trotzkista, pacifista, non violenta e ora anche governativa e istituzionale. La "nostra bussola", ha detto infatti Giordano nel suo discorso di insediamento al vertice del PRC, è "la non violenza"; e nel solco della "esperienza di direzione di Fausto Bertinotti, noi proseguiremo con determinazione in questo percorso nell'innovazione politico culturale di questi anni" perché questo "è il nostro ambito mentale, il nostro segno distintivo". Perché "Nei giorni in cui Rifondazione comunista esprime la direzione dei vertici istituzionali del Paese e si accinge a cimentarsi con grande lealtà ed impegno nell'esperienza del governo, quell'innovazione politico culturale è la forte e ferma garanzia dell'autonomia del suo progetto politico". Noi, ha aggiunto Giordano "ci impegneremo nella fase costituente della Sinistra Europea per dar forma e vita ad una nuova soggettività di una sinistra alternativa in Italia. La sua identità culturale si compone di esperienze pacifiste, ambientaliste, femministe, associative, di esperienze di conflitto sociale e sindacale di movimento". Quindi: niente lotta di classe per l'abbattimento del sistema capitalista, niente conquista del potere politico da parte della classe operaia e dunque niente socialismo; ma, ha detto ancora Giordano: "noi dobbiamo concorrere a determinare un nuovo progetto di unificazione culturale" e, dunque, caldeggiando la collaborazione interclassista fra proletariato e borghesia, ha spinto il PRC a "concorrere a ricostruire una nuova dimensione comunitaria aperta, solidale e nominare e costruire una nuova soggettività e una nuova società". Come ha spiegato Niki Vendola, oggi governatore della Puglia e suo sodale fin dai tempi della FGCI di Folena, in un appassionato messaggio ecumenico di congratulazioni "al nuovo segretario del PRC" e pubblicato in prima pagina da "Liberazione" il 9 maggio: "Dobbiamo aiutare noi stessi a liberarci dall'iconografia militare di una politica che si nutre (talvolta non solo simbolicamente) della carne del nemico. Dobbiamo aiutare il mondo a disimparare l'odio, a destrutturare ogni tipo di fondamentalismo, a dissodare la terra da ogni veleno di intolleranza". Perché "i tempi sono cambiati... Fausto ci ha fatti crescere in questa discontinuità vitale fino a mettere nella nonviolenza il punto di rifondazione di un nuovo comunismo". Perché "per noi diventare comunisti fu subito fare i conti con lo stalinismo, chiudere qualsivoglia linea di credito con il 'socialismo irreale' del mondo dei gulag e della cortina di ferro, dichiararci insofferenti alle pesanti liturgie del 'centralismo democratico'"; e del resto: "Rifondazione...copriva una cattiva illusione: che si potesse risuscitare un morto. Il PCI era morto". Dopo 12 anni interrotti di dirigenza bertinottiana, nessun cambiamento di linea o "rinnovamento generazionale" del PRC, ma semplicemente l'avvicendamento di un revisionista di destra, un anticomunista, pacifista e nonviolento al posto del narcisista trotzkista Bertinotti. La biografia di Giordano lo conferma: nato a Bari il 26 agosto 1957, ha sempre svolto attività politica come dirigente di partito. Iscritto al PCI dal 1974 ha fatto parte, insieme al suo grande amico Vendola, dal 1985 al 1987 della segreteria nazionale della FGCI guidata da Pietro Folena e dal 1987 al 1990 della segreteria provinciale del PCI di Bari. Iscritto a Rifondazione comunista due mesi dopo la sua fondazione, è stato segretario della Federazione provinciale di Bari. Nel 1992 è entrato a far parte della direzione nazionale del PRC e dal 1994 è nella segreteria nazionale al fianco del suo maestro gandhiano Bertinotti. Ha ricoperto dal 1992 al 1999 l'incarico di responsabile nazionale del Dipartimento lavoro. Eletto deputato per la prima volta nel 1996, nella XIII Legislatura è stato membro della Commissione permanente Lavoro Pubblico e Privato fino all'ottobre 1998, e successivamente della Commissione permanente Finanze. E' presidente dei deputati di Rifondazione dall'ottobre 1998. Al pari di tanti altri ricchi sfondati e borghesi parlamentari, appena può il neosegretario ama rifugiarsi a contemplare l'oceano della Bretagna oppure in Umbria, a Massa Martana, dove, a pochi passi dalla "reggia" con piscina recentemente acquistata da Fausto Bertinotti proprio su suo consiglio, Giordano possiede una bella villa circondata da diversi ettari di terreno coltivati a vigneto. 13 maggio 2006 |