E' giusto il rilascio dei 23 arrestati alla manifestazione di Roma Al processo vanno assolti perché si sono opposti al governo neofascista Berlusconi che è incompatibile con la Costituzione I ventitrè manifestanti arrestati durante lo storico assalto di massa al parlamento nero del 14 dicembre a Roma non hanno commesso alcun reato! Altro che "resistenza pluriaggravata", "danneggiamento" e "lesioni": tutti gli arrestati, non solo vanno immediatamente scarcerati, come giustamente hanno fatto i giudici del tribunale di Roma, ma vanno anche immediatamente assolti da ogni reato loro attribuito perché con coraggio e determinazione sono scesi in piazza non per "spaccare vetrine" e "incendiare cassonetti, macchine e motorini" ma per difendere i loro sacrosanti diritti contro il governo del neoduce Berlusconi che ha rimesso la camicia nera all'Italia e nega ogni futuro ai giovani. La macchina repressiva giudiziaria è stata indirizzata dal gerarca Alfano col chiaro intento di portare a termine il lavoro iniziato in piazza a suon di manganellate, lacrimogeni, pestaggi e arresti indiscriminati di manifestanti ad opera delle "forze dell'ordine" del ministro fascio-leghista Maroni. Processi per direttissima Dei ventitrè arrestati si sono occupate tre diverse sezioni del tribunale di Roma: la V sezione ha confermato gli arresti disponendo la misura cautelare degli arresti domiciliari per Mario Miliucci, la scarcerazione per i genovesi Dario Campagnolo, Emanuele Gatti e Fabrizio Ripoli (per loro ha stabilito il divieto di tornare a Roma), libertà senza misure per il cittadino francese Charlie Plaza, così come per Edoardo Zanetti, mentre a Patrizio D'Acunzo ha imposto l'obbligo di firma. La I sezione penale ha confermato gli arresti stabilendo l'obbligo di firma per Matteo Sordini e Alessandro Zeruoli mentre non ha stabilito alcuna misura nei confronti di Michele Lucani, Matteo Angius e Leo Fantoni; questi manifestanti sono accusati, a seconda delle posizioni, di resistenza aggravata e danneggiamento aggravato. La decima sezione e la quarta, infine, hanno disposto la remissione in libertà degli ultimi 11 arrestati, senza misure restrittive ma confermando gli arresti: si tratta di Michele Borromeo, Martino Reviglio Della Veneria e Anna Chiara Mezzani (per loro il processo è stato fissato al 17 febbraio). Liberi anche Sacha Montanini, Angelo De Matteis, Nicola Corsini, Gerardo Moresella, Federico Serra, Andrea Donato, Alice Niffoi e Riccardo Li Calzi (per questi ultimi, le accuse sono a vario titolo, oltre che di resistenza aggravata anche di lesioni). Le sezioni del tribunale capitolino ha fissato poi le prime udienze per i diversi processi rispettivamente per il 23 dicembre per il primo gruppo di manifestanti, per il 13 gennaio per il secondo e per il 15 febbraio per il terzo. Gli avvocati Flavio Rossi Albertini e Simonetta Crisci hanno demolito immediatamente le contestazioni principali avanzate dalla pubblica accusa: "Ci sono contestazioni che non stanno in piedi - ha affermato Rossi Albertini -: l'accusa di concorso è affibbiata a persone che vengono da Palermo, Bari, Trento e Pisa, che non si erano mai viste prima, mentre nei verbali di polizia si dice che sono stati presi tutti insieme. L'esame dei testimoni ha provato che invece i fermi sono avvenuti ben lontano da dove sono state effettuate le cariche di polizia". L'avvocato Crisci ha invece stigmatizzato il verbale delle "forze dell'ordine" che parlavano di sassi di oltre due chili l'uno addosso ad alcuni manifestanti e quindi le misure di restrizione della libertà personale per concreto pericolo, secondo i giudici, di reiterazione del reato: "una cosa - ha affermato Crisci - che non sta né in cielo né in terra". Repressione neofascista Subito dopo la notizia della scarcerazione, si è scatenato il governo del neoduce Berlusconi e i suoi mazzieri fascisti contro la magistratura oggetto di nuovi e furibondi attacchi con alla testa l'ex bombarolo fascista (condannato a 8 mesi di carcere per aver gettato una bomba all'ambasciata URSS della capitale nel 1982) e attuale neopodestà di Roma Alemanno che ha parlato di gravi danni dei manifestanti alla città, chiedendo un risarcimento ai manifestanti di 20 milioni di euro (queste le stime di Confcommercio... sic!) smentite categoricamente da altre associazioni di commercianti che parlano al massimo di danni complessivi per 150 mila euro. A fargli eco il fascista storico e attuale ministro alla Difesa La Russa che durante la trasmissione Annozero ha provocato e insultato continuamente una delegazione di universitari che da mesi sta occupando e manifestando contro il ddl Gelmini, chiedendo una maggiore repressione e durezza contro chiunque osi manifestare contro il governo. Mentre il ministro della Giustizia Alfano ha immediatamente disposto un'ispezione forcaiola contro l'operato dei giudici. Dopo il rilascio alcuni giovani hanno denunciato le minacce subite durante lo stato di fermo. Alice, studentessa di Scienze politiche alla "Sapienza", ha raccontato: "Abbiamo passato la notte in via Patini, dove fanno il fotosegnalamento. Ci hanno messo in uno stanzone senza una sedia o una panca in cui hanno tenuto sempre aperte le finestre. Niente da mangiare, niente da bere". Racconta anche che quando è stata caricata sul "cellulare" dopo l'arresto. "Ci hanno legato i polsi con le stringhe di plastica e un poliziotto ci ha detto che ci avrebbero fatto vedere cosa era successo a Bolzaneto. Finché non è arrivato un superiore che ha ordinato di non toccarci". Al commissariato "Trevi" le cose non sono andate molto meglio. Sempre Alice, con una smorfia di pudore racconta di non voler ripetere "cosa gli ha detto uno degli agenti che ci sorvegliavano". Anche i contatti con gli avvocati nelle prime ore sono stati complicati. Per contro stanno emergendo video che mostrano chiaramente i pestaggi ingiustificati dei giovani da parte delle "forze dell'ordine" prima che venissero arrestati. Si vedono poliziotti che dinanzi a giovani già a terra e inermi si accaniscono in più di uno con i manganelli, con calci e uno addirittura che letteralmente calpesta il corpo del giovane. 22 dicembre 2010 |