L'Ecuador rompe le relazioni diplomatiche Golpe in Paraguay destituisce il presidente Lugo Se ne beneficiano gli Usa per le proprie mire in Sudamerica e le multinazionali agroalimentari appoggiate dai latifondisti e speculatori Con la larga maggioranza che detiene in parlamento l'opposizione di destra ha organizzato e votato la destituzione del presidente paraguaiano Fernando Lugo che era stato eletto il 20 aprile del 2008. Allora il cartello della coalizione della "sinistra" borghese, con il determinante sostegno del Partito liberale, aveva battuto la destra sulla base di un programma che prometteva tra l'altro una riforma della terra a favore dei contadini poveri, mai attuata, e che limitasse il controllo dei latifondisti. Quella classe di padroni delle terre che aveva spadroneggiato per 60 anni sotto la dittatura di Alfredo Stroessner e del Partito Colorado. E proprio su un episodio di occupazione delle terre da parte dei contadini, la destra ha costruito ad arte la procedura della destituzione di Lugo e la sua sostituzione col più affidabile e voltagabbana vicepresidente Federico Franco del Partito liberale, forte della maggioranza conquistata in parlamento alle ultime politiche e preparata da almeno tre anni sotto l'impulso dell'imperialismo americano. Con 39 voti a favore, 4 contrari e due assenti, il senato votava il 22 giugno la destituzione del presidente per "inettitudine e mancanza di decoro". La principale accusa contro Lugo era quella di aver favorito un'occupazione di terre da parte dei contadini avvenuta il 15 di giugno a Curuguaty, a 250 chilometri dalla capitale Asunción, dove i senza-terra avevano recuperato una riserva naturale di proprietà di un latifondista e senatore del Partito colorado. La polizia era intervenuta per porre fine all'occupazione e negli scontri erano morti 11 contadini e 6 poliziotti. In un comunicato, Lugo aveva espresso il suo "sostegno assoluto" alle forze di polizia e espresso le condoglianze ai parenti delle vittime. Ma la sua posizione conciliante non ha bloccato il meccanismo per la destituzione avviato dalla destra in parlamento, anche se alla fine del suo mandato mancava oramai poco meno di un anno. "Accetto ciò che ha deciso la legge anche se il parlamento è stato raggirato", ha affermato Lugo prima di lasciare la carica al vice Federico Franco. I sostenitori di Lugo sono scesi per le strade di Asuncion per manifestare il loro dissenso e in diverse zone della città ci sono stati duri scontri con gruppi di contadini che hanno affrontato la polizia. Il Partito liberale di Franco era stato l'unico partito di "opposizione" consentito durante la dittatura e aveva capitalizzato tale posizione partecipando alla coalizione composta da una ventina di formazioni che aveva portato al governo nel 2008 l'ex "vescovo dei poveri" Lugo, che aveva dismesso la tonaca due anni prima. Lugo è stato il primo presidente della "sinistra" borghese del Paese. Franco, che pure aveva reso pubblico omaggio ai funerali del dittatore Stroessner, il suo vice che solo pochi mesi dopo la vittoria elettorale aveva iniziato a prendere le distanze dal programma sociale di Lugo in particolare sui capitoli della lotta alla povertà e della riforma agraria. Contro il governo progressista di Lugo si muoveva anche l'imperialismo americano. I documenti pubblicati da Wikileaks hanno svelato le manovre della Cia per accelerare la fine del presidente non "amico" attraverso un golpe istituzionale, come quello attuato in Honduras nel giugno del 2009 contro l'allora presidente Manuel Zelaya. Reagan per mettere le mani sul Sudamerica usava la Cia e i contras, il premio Nobel per la pace Obama usa la Cia e i golpe istituzionali: strumenti diversi per identici obiettivi. Per l'imperialismo americano il controllo del Paraguay vuol dire disporre di un'importante base per il controllo dell'America del sud. Vuol dire favorire gli affari delle multinazionali alimentari che dalla Monsanto alla Cargill spadroneggiano nel paese. La destituzione di Lugo è stata denunciata dall'Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur). Il venezuelano Ali Rodriguez ha affermato che i paesi dell'Unasur potrebbero applicare la "clausola democratica" prevista dall'organismo e non riconoscere il governo che prenderà il posto dell'esecutivo di Lugo. Il presidente dell'Ecuador, il socialista Rafael Correa, ha sostenuto che "l'unico governo legittimo che Quito riconosce in Paraguay è quello presieduto da Fernando Lugo" e ha ritirato l'ambasciatore. I ministri del Mercosur, il maggiore blocco economico sudamericano, decidevano il 28 giugno, durante il vertice di Mendoza, di disporre una eventuale sospensione del Paraguay dall'alleanza. In particolare Brasile, Argentina e Uruguay esprimevano la loro "energica condanna alla rottura dell'ordine democratico" del Paraguay. Il nuovo presidente era riconosciuto invece da Canada, Spagna e Germania. 4 luglio 2012 |