Vertice segreto a Palazzo Grazioli tra Berlusconi, Marcegaglia e i leader di Cisl e Uil Governo e Confindustria emarginano la Cgil Epifani: "Un fatto gravissimo senza precedenti" Rottura sindacale e sindacato collaborativo: è la via indicata nel piano della P2 Non è un fatto isolato, ma una catena di fatti uno legato all'altro, uno più grave dell'altro, che svelano una vera e propria strategia perseguita dal governo del neoduce Berlusconi, ma anche dalla Confindustria di Marcegaglia finalizzata ad emarginare, isolare e piegare la Cgil ai voleri dell'esecutivo e del grande padronato, nell'ambito della costruzione della terza repubblica in atto. Ciò con l'aperta e vergognosa complicità dei vertici collaborazionisti di Cisl e Uil. La sequela di accordi separati sottoscritti negli ultimi mesi da governo, Confindustria e i sindacati di Bonanni e di Angeletti, talvolta affiancati dall'Ugl la fascista (ex Cisnal) della Polverini, ma non dalla Cgil, rappresentano una dimostrazione lampante ed estremamente concreta di questa situazione che si è venuta a determinare: l'accordo per il contratto del commercio, il patto con Cai per Alitalia, l'intesa sulla "riforma" della contrattazione di marca confindustriale, il giudizio divaricante sulla legge Finanziaria, il protocollo Brunetta per il pubblico impiego e altro ancora. Logico che la Cgil dovesse reagire non solo contro i suddetti accordi separati ma anche per contestare nel merito i provvedimenti finanziari, economici, sul lavoro e sociali del governo e le proposte iperliberiste della Confindustria e per avanzare proposte diverse. Ed ha reagito promuovendo e sviluppando la mobilitazione. Con la manifestazione nazionale del 27 settembre scorso, con gli scioperi generali, in parte attuati e in parte da attuare, della scuola, del pubblico impiego, del commercio, dell'Università, dei metalmeccanici fino a proclamare lo sciopero generale nazionale per il 12 dicembre prossimo. L'ultimo atto grave di questa strategia governativa e confindustriale è stato il vertice segreto che si è tenuto mercoledì 12 novembre a Palazzo Grazioli, nella casa privata di Berlusconi, tra quest'ultimo, il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia e i leader di Cisl e Uil Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti; presenti anche vari ministri con in testa Sacconi e Brunetta. Plateale e macroscopica l'esclusione della Cgil. Un incontro formale? Una cena "normale" di lavoro? Tutt'altro! L'incontro doveva rimanere segreto per fini inconfessabili. C'è del comico e del ridicolo sul modo in cui sia Bonanni, sia Angeletti hanno tentato di negare il fatto davanti all'evidenza. Il segretario della Cisl alla domanda se c'era alla cena con Berlusconi, la Confindustria e la Uil ha risposto: "Per quanto mi riguarda non c'è stata nessuna cena, se c'è stata non mi hanno chiamato, se mi avessero chiamato ci sarei andato". Quando gli fanno notare che è stato visto lasciare Palazzo Grazioli insiste nella menzogna e aggiunge: "Si saranno sbagliati, non ero io, a quell'ora ero a Porta a Porta". Conclude affermando che la notizia del vertice segreto è un'invenzione di Epifani "perché aveva bisogno di giustificare un evento così deflagrante come lo sciopero generale". Angeletti, recatosi subito dopo il vertice con Berlusconi e la Marcegaglia alla trasmissione televisiva "Ballarò" allorché il conduttore gli chiede spiegazioni su questo vertice risponde: "Non ero lì, sono anni che non vado a Palazzo Grazioli". Ma si tratta di una notizia Ansa e poi "vi hanno visto andarvene lei e Bonanni da un'uscita secondaria", e lui con una faccia tosta senza pari; "Non è affatto vera questa notizia... guardi io non c'ero". Dura la reazione del segretario della Cgil, Gugliemo Epifani, che ha giudicato la riunione a casa di Berlusconi un fatto "gravissimo e senza precedenti, che apre un problema formale nei rapporti con le altre organizzazioni sindacali e con la Confindustria". "Il presidente Berlusconi - ha aggiunto - dimostra di non aver alcun rispetto nei confronti dei suoi interlocutori, quando esprimono opinioni diverse dalle sue. Sul tema della crisi il governo non prevede momenti formali di confronto con tutte le parti sociali, mentre quelli 'riservati' li tiene solo con alcuni soggetti, escludendo la Cgil, l'Ugl e tutte le altre rappresentanze di impresa". "Nei confronti della Cgil - continua - è un comportamento particolarmente grave perché abbiamo inviato al governo e alle parti sociali una piattaforma con le nostre proposte per affrontare la crisi. con questo atteggiamento il governo esprime la volontà di non aprire un confronto con la Cgil". Intanto sulla base di generiche e insufficienti promesse del ministro Gelmini, la Cisl ha revocato la sua partecipazione allo sciopero generale dell'Università e della Ricercate alla manifestazione nazionale del 14 novembre a Roma. Inoltre, Cisl e Uil della funzione pubblica hanno firmato un nuovo accordo separato per il contratto dei dipendenti dei ministeri in applicazione del protocollo Brunetta. Non è la prima volta che il neoduce Berlusconi opera per rompere l'unità dei sindacati, fare accordi separati con Cisl e Uil ed escludere, isolare e ridimensionare la Cgil. Accadde già nel 2002 con l'attacco all'art.18 dello "Statuto dei lavoratori" per rendere più facili i licenziamenti e con il "Patto per l'Italia" sottoscritto dalle sole Cisl e Uil oltreché dal governo e dalla Confindustria allora diretta da D'Amato. L'opposizione messa in campo dalla Cgil, che ebbe il punto più alto con la grande e storica manifestazione del 23 marzo dello stesso anno al Circo Massimo di Roma, fece fallire il tutto. Un altro illustre precedente dello stesso tipo risale al 1984 quando il governo Craxi varò il decreto fascista di San Valentino per tagliare la scala mobile, con il consenso di Cisl e Uil e la contrarietà della Cgil. Craxi ieri, Berlusconi oggi, in modo consapevole o meno fa lo stesso, hanno attuato di fatto quello che per i sindacati prescriveva il "piano di rinascita democratica" della P2 di Gelli e dello stesso Berlusconi di cui era adepto. "Per quanto concerne i sindacati - si legge in questo piano reazionario e golpista - la scelta prioritaria è tra sollecitazione alla rottura, seguendo cioè le linee già esistenti dei gruppi minoritari della Cisl e maggioritari della Uil, per poi agevolare la fusione con gli autonomi... oppure acquisire con strumenti finanziari di pari entità i più disponibili fra gli attuali confederali allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all'interno dell'attuale trimurti (Cgil, Cisl e Uil, ndr)". Ciò per "ripristinare per tale via il ruolo effettivo del sindacato collaboratore del fenomeno produttivo, in luogo di quello illegittimamente assunto di interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative". La linea che il governo Berlusconi porta avanti in materia di lavoro e sindacati è la stessa di quella a suo tempo dettata dalla loggia massonica P2. Emerge con chiarezza anche da quanto è scritto nel "Libro Verde" patrocinato dal ministro del lavoro Sacconi, in particolare nei punti 24, 25 e 26 dello stesso, dove si parla di "superare una cultura antagonista dei rapporti di produzione" per "un rinnovato clima di fiducia e complicità tra capitale e lavoro che consenta... una alleanza strategica tra gli imprenditori e i loro collaboratori". Dove si chiede "al sindacato di tenere in debita considerazione i valori dell'impresa e della competitività" e si sostiene che "la dimensione collettiva delle relazioni industriali determina necessariamente la negazione della dimensione individuale". Dove si afferma la validità della dimensione territoriale della contrattazione sindacale, leggi federalismo contrattuale, leggi sostituzione del contratto nazionale con quello regionale. E la "valorizzazione del sistema degli enti bilaterali" per la cogestione dei servizi "quali sicurezza, formazione, integrazione del reddito, ricollocamento, certificazione del contratto di lavoro, previdenza complementare, assistenza sanitaria". In sintesi, subordinazione degli interessi dei lavoratori a quelli dei padroni, relazioni industriali improntate al più bieco neocorporativismo di stampo neofascista, sindacati ridotti a enti istituzionalizzati cogestionari. 19 novembre 2008 |