Le smentite del tecnocrate borghese non convincono Nel governo Monti nobili e massoni Raffi: "Monti è un gran galantuomo e ha tutte le carte in regola per essere un ottimo fratello" Non bastava che il governo del tecnocrate borghese Monti avesse tra le sue file i più importanti esponenti della alta borghesia nazionale per rassicurare le sfere della grande finanza e dell'Ue circa la composizione antiproletaria e nemica delle masse popolari. Protetto e sponsorizzato da Vittorio Emanuele III Napolitano, Monti ha imbarcato anche l'alta nobiltà e la massoneria. Si pensi a Giulio Terzi di Sant'Agata, attuale ministro degli Esteri, primogenito della ricchissima famiglia Terzi, antica famiglia nobile lombarda originaria di Bergamo, ex proprietaria di castelli e fortezze e attualmente residenti nel palazzo Terzi a Tresolzio, nel comune di Brembate Sopra. Lo stesso vale per Enzo Moavero Milanesi, insignito per iniziativa di Napolitano "Cavaliere di gran croce dell'ordine al merito della repubblica italiana" e attuale ministro degli Affari europei, che ha il titolo di principe, derivato dalle sue origini aragonesi, e celebrato ossequiosamente dal quotidiano di Lodi, "Il Cittadino", come "il diretto discendente dei Bocconi, fondatori prima della Rinascente e poi dell'Università". Tra i "nobilissimi" del governo Monti vi è il ministro della Pubblica amministrazione e della Semplificazione, Filippo Patroni Griffi, e il dimissionario viceministro Carlo Malinconico Castriota Scanderbeg, di derivazione dei vecchi regnanti d'Albania. C'è poi il sottosegretario agli Esteri Staffan de' Mistura, nato a Stoccolma da madre svedese e padre originario di Sebenico, in Dalmazia, l'odierna Croazia. Nelle cronache del tradizionale "raduno dei Dalmati" è sempre ricordato come "il discendente della più antica e limpida nobiltà". Il sottosegretario Peluffo, che ha voluto smentire la sua appartenenza alla massoneria, ammettendo, però, che "come storico, ho scritto diversi interventi per approfondire le ragioni profonde del nostro Risorgimento cercando di comprendere anche le origini dell'adesione alla massoneria di personaggi come Garibaldi, Crispi, De Sanctis e il ruolo di Giuseppe Mazzini. Uno di questi studi è stato pubblicato quale prefazione al libro di Gustavo Raffi che raccoglie interventi sul 150°". Dubbi sussistono sull'appartenenza del tecnocrate borghese Monti alla massoneria. Intervistato dal Venerdì di Repubblica, il gran maestro Gustavo Raffi, numero uno dell'organizzazione massonica Grande Oriente d'Italia, ha affermato che "Mario Monti è un gran galantuomo. Attento. Preparatissimo. Potenzialmente ha tutte le carte in regola per essere un ottimo fratello". Tempo addietro lo stesso Raffi sottolineava con felicità la nomina del tecnocrate borghese a premier: "i fratelli massoni si congratulano con il fratello Mario Monti". Nella trasmissione Ottoemezzo su "La 7" del 20 gennaio scorso lo stesso Monti smentiva di essere massone, anche se le sue dichiarazioni finivano per suonare sospette e come una assoluzione e sottovalutazione del ruolo e del condizionamento esercitati dalla massoneria in Italia: "Non so bene cosa sia la massoneria... non saprei nemmeno accorgermi che uno è massone; è una cosa evanescente". Insomma suonano come il detto "io non vedo, io non sento, io non parlo", a proposito della mafia. Il governo del tecnocrate borghese Monti, oltre ad essere espressione della dittatura della grande finanza e dell'Ue, è anche un catino che riunisce l'alta nobiltà e la massoneria italiana. 15 febbraio 2012 |