Il grande capitale imbottisce di dollari la Clinton e Obama I magnati hanno cambiato cavallo politico, da quello repubblicano a quello democratico La democrazia americana è il miglior sistema che si possa comprare, aveva sottolineato un commentatore americano dopo la seconda vittoria presidenziale di Gorge W. Bush alludendo a un sistema, brogli a parte, che "premia" chi ha più soldi da investire nella campagna elettorale. La quantità dei finanziamenti può determinare il futuro presidente e da questo punto di vista i candidati democratici alle presidenziali del 2008 sono in vantaggio sui rivali repubblicani. Ma la quantità dei finanziamenti raccolti dai candidati già dice che il grande capitale americano ha abbandonato il cavallo repubblicano per puntare su quello democratico; ha ritenuto più utili a proseguire la politica imperialista degli Usa e imbottito di dollari la Clinton e Obama, i due principali candidati democratici. Lo aveva notato non molto tempo fa il Wall Street Journal, "il Partito repubblicano sta perdendo la sua presa sul voto delle aziende", una volta preso atto che la differenza dei fondi raccolti nei primi nove mesi del 2007 dai repubblicani e da quelli democratici per le primarie e la successiva campagna presidenziale: i primi otto candidati democratici hanno ricevuto 242 milioni di dollari mentre i primi otto rivali repubblicani si sono fermati a 173 milioni di dollari, quasi un terzo di meno. Dall'indagine del Wall Street Journal risultava che in settori della finanza quasi i due terzi dei contributi sono andati nel 1996 ai repubblicani e un terzo ai democratici mentre lo scorso anno, per le elezioni legislative di mezzo termine, con i repubblicani già in forte difficoltà a partire dall'opposizione alla guerra all'Iraq, il rapporto si era quasi ribaltato. Fra i più foraggiati vi sono la senatrice Hillary Clinton, che ha ricevuto 90 milioni di dollari, e il senatore afroamericano Barak Obama con 80 milioni di dollari. A una certa distanza segue il primo candidato repubblicano, Mitt Romney, ex governatore del Massachusettes che ha raccolto 63 milioni dei quali buona parte vengono dal ricco patrimonio personale; il favorito alla nomination repubblicana, l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani, si è fermato a quota 47 milioni, la metà della Clinton. Una parte dei finanziamenti sono costituiti dalla miriade di piccoli contributi raccolti via Internet ma è evidente che le cifre maggiori sono raggiungibili solo con i grossi "regali" delle aziende. Una parte dei capitalisti sceglie il cavallo che ritiene vincente e lo foraggia per ricavarne favori, così dal 2001 al 2007 ha appoggiato la realizzazione della forte maggioranza dei repubblicani alla camera e al senato oltre all'elezione di Bush alla presidenza; alle ultime legislative è passata ai democratici. D'altra parte le piattaforme elettorali dei candidati democratici sono pienamente compatibili con gli interessi dei capitalisti che non hanno nulla da temere e possono, loro sì, liberamente scegliere il cavallo più opportuno. 14 novembre 2007 |