Nella Capitale in cui si è svolto anche un presidio FLC-CGIL Grande e combattivo corteo degli insegnanti Cobas Nel mirino Monti, l'Ue e la privatizzazione della scuola. Rabbia tra i lavoratori Cisl, Uil, Snals e Gilda per la revoca dello sciopero Il PMLI diffonde ampiamente il volantino sul 14 novembre Uno sciopero pienamente riuscito quello indetto da Flc-CGIL e Cobas, nonostante la revoca da parte di Cisl, Uil, Snals e Gil-da che hanno costretto migliaia di lavoratori della scuola a non scendere in piazza, provocandone l'indignazione. Ciononostante, molti iscritti a Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno voluto scioperare e sono scesi in piazza, come scrivono a decine sui social network. ll comunicato stampa di Cisl, Uil, Snals e Gilda, che ha sospeso lo sciopero del 24 novembre, dichiarando soddisfazione per la "cancellazione" temporanea dell'estensione a 24 ore dell'orario di lavoro ha lasciato insoddisfatta la maggior parte dei lavoratori della scuola. L'aggressiviità del governo Monti verso il personale della scuola infatti continua. Lo dimostra esplicitamente Monti quando nella puntata del 25 novembre di "Che tempo che fa" ha offeso gli insegnanti, dichiarando di aver trovato nella scuola "spirito conservatore e corporativismo", esemplificato dalla "indisponibilità a fare due ore in più a settimana che avrebbe significato più didattica e cultura". Un falso doppiamente falso: primo perché le ore in più erano sei e non due, e secondo perché sei ore di lezione frontale in più presuppongono un aggravio ancora maggiore di ore complessivamente lavorate. Lo dimostra l'imposizione del ministro Grilli ai sindacati, contestualmente al recupero degli scatti 2011, di una trattativa sulla "produttività nella scuola", che lascia intendere un aumento dell'orario a parità di salario. La manifestazione della Flc-Cgil Di "alta adesione e ampia partecipazione alla manifestazione nazionale e alle tantissime iniziative territoriali" parla il segretario della FLC-CGIL, Domenico Pantaleo, a conclusione della giornata di protesta, mentre i Cobas, che hanno portato in piazza 10mila lavoratori della scuola, parlano di "grande giornata in difesa della scuola pubblica quella di oggi a Roma e in tutta Italia". In Piazza Farnese, si è tenuto il presidio della FLC-CGIL, per chiedere la cancellazione delle nuove norme sulla "produttività" contenute nella legge di stabilità, e per denunciare, tra l'altro, che "il governo tace su precariato e piano di stabilizzazioni docenti e ATA, tagli agli organici, finanziamenti alla scuola pubblica, docenti inidonei e rinnovo del contratto bloccato da oltre tre anni". Presenti alcune migliaia di lavoratori, tra insegnanti e Ata, Pantaleo nel suo comizio ha ribadito la "necessità di difendere la scuola pubblica dai tagli devastanti e dal progetto di privatizzazione del Governo Monti" e di impegnarsi per "la riconquista del contratto nazionale, l'immediato trasferimento alle scuole delle risorse per la contrattazione decentrata, il ripristino degli scatti di anzianità senza alcuno scambio con la riduzione del fondo per il miglioramento dell'offerta formativa, la cancellazione delle norme odiose per i docenti inidonei, la necessità di attivare un immediato piano pluriennale per la stabilizzazione dei precari, gli investimenti per l'edilizia scolastica e la messa in sicurezza delle scuole e l'immediata immissione in ruolo del personale ATA". La FIOM-Cgil in un suo comunicato sostiene in modo convinto le ragioni della mobilitazione e "aderisce alla manifestazione indetta dalla FLC a Roma". Corteo dei Cobas Grande combattività al corteo dei Cobas dove in migliaia, tra insegnanti e personale Ata, sono partiti da piazza della Repubblica per ricongiungersi a Piazza Venezia con l'imponente corteo degli studenti proveniente da Piramide. Il corteo dei Cobas si è concluso a Piazza S. Andrea della Valle, passando a pochi metri dal Senato. Una conquista, questa, ottenuta grazie alla grande dimostrazione di combattività del 14 novembre, quando gli studenti con tenacia hanno combattuto per potere manifestare sotto "i palazzi del potere". Le migliaia di lavoratori della scuola marciavano dietro lo striscione "No alla distruzione della scuola", mentre centinaia erano i cartelli diretti contro il governo Monti. Tra questi: "Come istruire gli italiani secondo Profumo: + mazza, + clava, + manganello - carote". Con grande intelligenza politica, i manifestanti hanno individuato nell'attacco ai diritti dei lavoratori della scuola una parte del progetto reazionario che colpisce in generale tutti i lavoratori, rispondendo alla sensibilità mostrata dai metalmeccanici nello scendere in piazza a fianco dei lavoratori della scuola. Un cartello significativo era "la legge APRE Al markionnismo". Tra gli slogan risuonati per le vie della Capitale: "la scuola pubblica non si tocca! La difenderemo con la lotta"! Tantissimi i cori contro il ministro dell'istruzione Profumo, il governo Monti, la UE e la politica recessiva e affamatrice che stanno mettendo in ginocchio le masse popolari e lavoratrici. Migliaia i combattivi precari della scuola, con cartelli come "Precariato reato di Stato" e "Parte il concorso. Resta la precarietà" o anche "Ieri abilitato, oggi precario, domani disoccupato". Lanciate parole d'ordine per la stabilizzazione, contro i tagli, contro il concorso-truffa che obbliga decine di migliaia di lavoratori della scuola a sottoporsi all'ennesima barbara e costosa selezione. I precari hanno cantato il ritornello "Questo concorso lo vogliamo: NO! Questo concorso lo vogliamo: NO! I nuovi tagli non li camuffa, il concorso truffa lo vogliamo: NO!" e ancora "La scuola-azienda è una brutta idea, la legge Aprea la vogliamo: NO!". Particolare successo ha riscosso il ritornello "Onorevole Bersani! Onorevole Casini! Onorevole Alfano! Ci sentite? Il nostro voto non lo avrete: NO!" Alla combattiva manifestazione dei Cobas hanno preso parte compagni della Cellula "Rivoluzione d'Ottobre'' di Roma e dell'Organizzazione di Civitavecchia del PMLI, con le bandiere del Partito molto fotografate e riprese. I compagni hanno distribuito il volantino "Le manifestazioni del 14 novembre. Una pagina storica della lotta di classe. Via il governo dei manganellatori fascisti. Alla gogna i suoi sostenitori. Solo il socialismo può liberare l'Italia dal capitalismo e dal fascismo" portati in piazza e affissi assieme al manifesto "Liberiamoci dal governo della grande finanza, della Ue e della macelleria sociale". Non soltanto a Roma, i lavoratori della scuola, impossibilitati a raggiungere la Capitale a causa del boicottaggio dello sciopero da parte dei vertici collaborazionisti, hanno manifestato in molte città, unendosi ai cortei studenteschi. È successo a Palermo, ad esempio, dove i lavoratori della Gilda sono scesi in piazza con le bandiere. La protesta dei lavoratori della scuola non si ferma ma prosegue e si allarga sempre più in una contestazione generale alle politiche antipopolari del governo Monti. Passaggio necessario è lo sciopero generale di 8 ore con manifestazione nazionale a Roma per mandare a casa il governo della finanza della Ue e del massacro sociale. 28 novembre 2012 |