Grandi magnati finanziano le fondazioni di D'Alema e Fini Foraggiate dai capitalisti anche le Fondazioni di Quagliarello, Adornato e Pisanu Sulla scia dei cosiddetti "think tank" (serbatoio di pensiero) americani, anche in Italia si assiste al proliferare di fondazioni, organismi, istituti, società e gruppi di pensiero che si occupano di analisi e strategia politica. In sostanza si tratta di circoli borghesi ben foraggiati dal Gotha dei capitalisti nostrani ma anche dai finanziamenti statali con l'obiettivo di condizionare l'agenda politica, orientare l'opinione pubblica, diffondere e inculcare a tutti i livelli, in campo economico, scientifico, tecnologico, industriale, commerciale e militare, l'ideologia, la cultura, i valori e la morale borghesi. Tra i massimi finanziatori delle fondazioni ci sono le multinazionali del tabacco, petrolio, acciaio, telefoni, gomme, assicurazioni, energia, tv, banche, compagnie elettriche, cemento, auto, cliniche, medicinali, alta finanza e industrie di armamenti. Cifre precise non esistono perché le fondazioni non hanno alcun obbligo a rendere pubblici i loro bilanci e le loro fonti di finanziamento. Di solito si parte dai 50 mila euro per arrivare anche oltre il milione. Poi comincia la caccia alle risorse a cominciare dai lauti finanziamenti statali elargiti a piene mani a tutte le fondazioni: da Fare futuro del caporione Gianfranco Fini, a Formiche di Marco Follini; da Magna Carta del senatore Gaetano Quagliariello, a Liberal di Adornato e Medidea di Giuseppe Pisanu che, insieme a Italianieuropei di Massimo D'Alema e Nuova Italia di Gianni Alemanno, da quest'anno sono anche tutte attrezzate per incassare le donazioni Irpef del 5 per mille. Il settimanale "L'espresso" ha provato a gettare un po' di luce sull'oscura attività finanziaria delle fondazioni più importanti. Italianieuropei: costituita nel 1999 da Giuliano Amato e da Massimo D'Alema, in quel momento capo di Palazzo Chigi, dal costruttore Alfio Marchini, dal presidente della Lega cooperative Ivano Barberini e dal consulente aziendale Leonello Giuseppe Clementi. Dotazione iniziale, un miliardo di lire fornito da una nutrita lista di sostenitori: 200 milioni di lire li offre la Cooperativa estense; 100 l'Associazione nazionale cooperative e la Lega coop di Modena; 50 milioni la Brown Boveri, la Lega coop di Imola, Ericsson e Pirelli. Tra i privati, con cifre intorno ai 50 milioni di lire spiccano l'industriale Claudio Cavazza, gli stessi Clementi e Marchini, mentre 1 milione ciascuno versano Amato e Barberini. Con il ritorno di Amato al governo, presidente viene nominato D'Alema che, curiosamente, non ci mette una lira. A differenza di altri noti benefattori che rimpinguano successivamente la dotazione patrimoniale con offerte fino a 80 mila euro. Tra loro, la Romed di Carlo De Benedetti, Fiat Geva (Gianni Agnelli), Philip Morris, Waste management (discariche), e.Biscom, Glaxo Wellcome, Tosinvest (famiglia Angelucci) e altri imprenditori come Guidalberto Guidi, Francesco Micheli, Vittorio Merloni, Gianfranco Dioguardi e Paolo Marzotto. Fare futuro: nasce nel 2007 grazie a Fini, Adolfo Urso e Ferruccio Ferranti, un manager ora indagato a Bari per appalti sanitari. Patrimonio iniziale: un milione di euro, 930 mila dei quali versati da un comitato. Tra i promotori, c'è chi continua a versare ogni anno fino a 20 mila euro: Emilio Cremona, presidente di Assofond, la federazione delle fonderie; Lia Viviani, titolare dell'omonima casa editrice; gli imprenditori metallurgici Michele Mazzucconi e Giancarlo Ongis e Sergio Vittadello, della Intercantieri. Seguono, oltre a Biondi Santi, personaggi come il sociologo Sabino Acquaviva, l'avvocato Nicolò Amato, l'attore e deputato Luca Barbareschi, la presentatrice Rita Dalla Chiesa, la cantante Cecilia Gasdia. Magna Carta: varata nel 2004 su impulso di Marcello Pera, allora presidente del Senato. Motore operativo è da sempre Gaetano Quagliariello, che ne è stato anche il primo presidente. Tra i fondatori, Giuseppe Calderisi (parlamentare di Fi), Giuseppe Morbidelli (professore di diritto alla Sapienza) e soprattutto la Erg della famiglia Garrone, la Fondiaria di Ligresti e la Nuova editoriale, una srl di Firenze. Ciascuno versa 100 mila euro cui si aggiungono più tardi identiche cifre da Mediaset, Gianmarco Moratti con la Secofin holding, Acqua pia antica marcia di Francesco Bellavista Caltagirone e British american tobacco, il cui vecchio ad Francesco Valli è l'attuale presidente di Magna Carta. Non basta: nella lista dei donatori, oltre la Korus srl del senatore Pdl Filippo Piccone (nel mirino dei pm di Pescara per la compravendita di candidature), compaiono pure Finmeccanica, la telefonica H3G, Viaggi del ventaglio e Meliorbanca. Liberal: nasce nel maggio del 1996 con Ferdinando Adornato. 200 milioni di lire di patrimonio versati da Diego Della Valle, Alfio Marchini (sempre lui), Vittorio Merloni e Marco Tronchetti Provera. Ma il progetto piace anche a un altro illustre sponsor: Cesare Romiti. Medidea: varata nel 2008 da Giuseppe Pisanu, ex ministro dell'Interno e ora presidente dell'Antimafia, con il figlio Angelo e a Massimo Pini, stretto collaboratore di Ligresti. Con tre assegni da 20 mila euro i tre hanno dato vita al think tank che a maggio ha visto entrare nel cda Tarak Ben Ammar, alleato storico di Berlusconi. Formiche: costituita nel 2005 dopo le dimissioni di Marco Follini dalla segreteria dell'Udc. Per vararla radunò alcuni fedelissimi, tra i quali Alberto Brandani e Paolo Messa, capo ufficio stampa del partito, che con pochi altri versarono i 95 mila euro di dotazione iniziale. Nuova Italia: creata dal mazziere di Almirante e attuale sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nel 2003 con 250 mila euro di patrimonio raggranellato con il contributo di Antonio Buonfiglio (sottosegretario alle Politiche agricole), Francesco Biava e Aldo Di Biagio (deputati Pdl), oltre a Franco Panzironi, un fedelissimo piazzato dal sindaco di Roma ai vertici dell'Ama, l'azienda rifiuti capitolina. 4 novembre 2009 |