Decisi dal governo greco su imposizione di Ue, Bce e Fmi Contro i licenziamenti e il taglio dei salari sciopero generale dei lavoratori pubblici Atene e tutta la Grecia sono state paralizzate il 5 ottobre dallo sciopero generale di 24 ore dei lavoratori pubblici. In più di 100 mila hanno partecipato alle due manifestazioni sindacali e alla marcia degli studenti che hanno attraversato Atene fino a piazza Syntagma, di fronte al parlamento, dove la polizia ha respinto alcuni tentativi dei manifestanti di entrare all'interno. Nella stessa piazza si terrà la nuova manifestazione degli indignati greci il 15 ottobre e la conclusione del prossimo sciopero generale fissato per il 19 ottobre. Questa è la tabella di marcia delle proteste sindacali, popolari e studentesche contro il piano di lacrime e sangue del governo del socialista Giorgio Papandreu che tenta di salvare il paese dal tracollo finanziario scaricandone l'onere sulle spalle dei lavoratori e delle masse popolari. Nonostante le pesanti misure già adottate la situazione della Grecia resta ancora molto critica tanto che il governo Papandreu ha già annunciato di non essere in grado di rispettare gli obiettivi di bilancio posti per il 2011. E ha annunciato ulteriori misure di austerità anche per i prossimi tre anni, fino al 2014. Lo sciopero generale del 5 ottobre ha visto una larga adesione dei lavoratori e una partecipazione alta di tantissime categorie dai portuali agli insegnanti, dagli avvocati al personale dei musei, ai controllori del traffico aereo. Uffici e scuole chiusi, trasporti bloccati, salvo gli addetti a bus, tram e metro della capitale esentati per trasportare i manifestanti ai concentramenti nel centro della città. L'1 di ottobre il governo greco aveva dato il via libera al piano che prevede, oltre al taglio del 20% dei salari dei dipendenti della pubblica amministrazione entro il 2015, la diminuzione di 30 mila lavoratori pubblici attraverso la loro collocazione in una specie di cassa integrazione, un fondo "di riserva per il lavoro", entro i prossimi tre mesi al 60% dello stipendio per la durata di un anno; al termine del percorso c'è il licenziamento. Il varo della nuova stangata per i dipendenti pubblici era la condizione richiesta dalla cosiddetta Troika, la delegazione composta da rappresentanti della Banca europea (Bce), dell'Unione europea (Ue) e del Fondo monetario internazionale (Fmi) per concedere a Atene la sesta rata di aiuti, un pacchetto da 8 miliardi di euro senza i quali la Grecia si sarebbe trovata senza i fondi per pagare gli stipendi già da metà novembre. E l'11 ottobre la Troika darà i via libera agli 8 miliardi che saranno consegnati una volta approvati dall'Eurogruppo e dal Fmi. Al ministro del Lavoro greco Koutroumanis arrivava anche una lettera nella quale la Troika chiedeva l'abolizione dei contratti collettivi e del salario minimo. Una richiesta che i sindacati respingevano indicando nel contratto collettivo di lavoro e nei 751,30 euro del salario minimo contrattuale due punti irrinunciabili, da difendere col "sangue nelle strade". E già il 4 ottobre un gruppo di lavoratori occupava l'ufficio del ministro del lavoro, i sindacati davano il via alle occupazioni di ministeri, comuni, uffici e servizi statali. Gli impiegati statali mettevano sotto assedio i ministeri delle Finanze, Sviluppo, Agricoltura, Sanità, Giustizia, Ambiente e Cultura; la Pubblica Istruzione era assediata da migliaia di studenti; numerosi i comuni e le stazioni dei bus locali occupate dai lavoratori, presidi di infermieri e medici fuori degli ospedali. A Atene occupate dagli studenti anche 96 tra facoltà e scuole secondarie. 12 ottobre 2011 |