I soldati nepalesi accusati di aver portato nell'isola il colera Le truppe ONU sparano sulla folla ad Haiti Almeno due persone sono morte e alcune decine sono rimaste ferite negli scontri avvenuti il 15 novembre tra la popolazione haitiana e i "caschi blu" dell'Onu, accusati di avere portato il colera nel paese già devastato dal terremoto dello scorso 12 gennaio e dalle forti inondazioni nel mese di marzo. Il 14 novembre le autorità haitiane avevano reso noto che l'epidemia di colera, i cui primi casi si erano registrati a metà ottobre nella provincia rurale centrale di Artibonite, aveva provocato 917 morti e 14.642 contagiati mentre secondo stime delle organizzazioni umanitarie presenti sull'isola l'emergenza colera potrebbe durare molti mesi e contagerà oltre 200.000 persone. Alla notizia migliaia di persone si riversavano per le strade della città di Cap Haitien, che si trova a circa 300 chilometri a nord della capitale di Haiti, Port au-Prince. I soldati della Minustah, la missione delle Nazioni unite per la stabilizzazione di Haiti presente nel paese dal 2004, intervenivano per disperdere i dimostranti che accusavano il governo di non aver saputo gestire l'emergenza sanitaria e la fine della missione Onu, più volte al centro di scandali e episodi di repressione e accusata di aver portato il colera nel paese. La popolazione è convinta che a portare il colera, un ceppo ritenuto identico a quello diffuso nel Sud est asiatico e mai registrato prima in tutto l'emisfero occidentale, siano stati proprio i soldati nepalesi. I soldati usavano i gas lacrimogeni e i dimostranti rispondevano col lancio di pietre e armati di spranghe e bastoni assaltavano un commissariato e tentavano di raggiungere due basi della Minustah, una occupata dai cileni e l'altra dai nepalesi. Gli scontri proseguivano per diverse ore con i manifestanti che alzavano barricate per le strade e rispondevano agli attacchi dei soldati che sparavano sulla folla. Le manifestazioni di protesta a Cap Haitien continuavano per diversi giorni, con barricate per le strade e tentativi di assalto al quartiere generale delle Nazioni unite, messo sotto assedio dalla rivolta popolare. 24 novembre 2010 |