Importante decisione dell'incontro nazionale promosso dal Presidio permanente No Dal Molin "Impediremo i lavori per la nuova base Usa di Vicenza" Centinaia di partecipanti, delegazioni da tutta Italia e dall'estero. Rappresentanti No Tav: "Se faranno qualcosa qui, avranno disordini in tutta Italia" Cinzia Bottene: "Prodi agisce in totale continuità col governo precedente'' Da un compagno veneto delegato dalla Redazione centrale de "Il Bolscevico" Tra le trecento e le quattrocento persone hanno affollato sabato 14 luglio il tendone del Presidio Permanente contro il raddoppio della base Usa al Dal Molin di Vicenza in occasione dell'incontro nazionale indetto dai comitati vicentini per discutere le vie da prendere dopo l'annuncio, vilmente delegato all'ambasciatore americano, dell'inizio dei lavori. In un sabato torrido, il dibattito si è prolungato per oltre cinque ore, con trentanove interventi a nome di moltissime realtà, provenienti da tutta Italia e anche dall'estero. Ha introdotto i lavori Cinzia Bottene, leader del Presidio Permanente, sottolineando la volontà e la possibilità di bloccare la realizzazione dei lavori con una metafora: "Abbiamo nemici che sono pochi ma potenti: noi siamo piccoli, è vero, ma provate a dormire con le zanzare!". Successivamente ha lanciato una serie di attacchi diretti al governo Prodi, accusato di lavorare in "totale continuità col governo precedente su tutta la linea", di aver mentito ripetutamente di fronte al Parlamento e ancora solo pochi giorni fa, di aver fatto "rinunciare la nazione alla propria sovranità e alla propria dignità... Hanno aumentato le spese militari del 12%, creato un nuovo fondo di ricerca militare, stanziato 1 miliardo di euro per gli F35, accettato di partecipare al progetto dello scudo missilistico, e poi ci dicono che mancano i soldi per abolire lo scalone!". Tra gli interventi che si sono susseguiti, quello delle Donne in nero contro la guerra, il Comitato no basi di Chito, le Donne contro il Dal Molin (che hanno intonato la vecchia canzone proletaria "Sebben che siamo donne" opportunamente modificata per adattarla all'argomento base), organizzazioni americane pacifiste e di disertori, e, ovviamente, i rappresentanti No Tav. Merito degli interventi di questi ultimi è stato quello di portare al centro dell'attenzione l'importanza di coinvolgere sempre, in ogni forma di lotta, la "popolazione locale", ossia le masse popolari, in contrapposizione a qualche intervento che alludeva a un certo settarismo e avventurismo, specie da parte di rappresentanti di centri sociali. Forti della loro esperienza di lotta, e incoraggiando i vicentini a non spaventarsi di fronte al pericolo dell'uso della forza da parte delle "forze dell'ordine", un rappresentante No Tav ha coraggiosamente affermato: "se faranno qualcosa qui, avranno disordini in tutta Italia", riferendosi comunque ad azioni di solidarietà di massa pacifiche e non a provocazioni suicide sul piano politico. L'illustrazione ufficiale del progetto di lotta finora elaborato è toccata a Francesco Pavin, del Presidio Permanente. Le prime due fasi, quella del rifiuto del progetto e quella dell'opposizione al sì del governo, caratterizzate rispettivamente da numerose iniziative cittadine la prima e da una grande mobilitazione nazionale la seconda, sarebbero finite. Oggi si starebbe entrando nella terza fase, quella del blocco dei lavori, caratterizzata dalla necessità pratica di impedire a ruspe, camion, ecc., di effettuare i carottaggi e successivamente di realizzare la base. Per il momento non esiste un programma preciso, ma solo due principi di metodo, sintetizzati nelle parole "efficacia e condivisione". Un campeggio nazionale, dall'8 al 15 di settembre, avrà il compito di raccogliere esperienze e idee per lanciare la resistenza. Anche se l'idea di blocchi stradali e ferroviari in tutta Italia in appoggio alla lotta vicentina si è fatta largo nel corso dell'assemblea. In generale, dall'incontro è scaturita la determinazione dei vicentini a non mollare, a non accettare i discorsi ipocriti e capitolardi secondo cui "tanto la base ormai la fanno lo stesso", a rilanciare la convinzione nella possibilità della vittoria, perché, come insegna la Val di Susa, con i mezzi di lotta adatti e le giuste alleanze, si può avere la meglio anche su un nemico potente. Nel comunicato emesso dal Presidio Permanente a commento dell'iniziativa si sottolinea che c'è piena disponibilità, rafforzata dal successo dell'incontro nazionale del 14 luglio, a "ostacolare e interrompere i lavori per la nuova base Usa di Vicenza". 18 luglio 2007 |