Indagata la banca del Vaticano per riciclaggio Il presidente dello Ior, Gotti Tedesco, e il direttore generale Cipriani sono accusati di omessa osservanza delle norme antiriciclaggio Il papa nero Ratzinger e il neopodestà di Roma Alemanno solidarizzano col nuovo "banchiere di Dio" Il 21 settembre il presidente dell'Istituto per le Opere di Religione (Ior), Ettore Gotti Tedeschi, e il direttore generale della banca vaticana, Paolo Cipriani, sono finiti nel registro degli indagati dalla Procura di Roma per violazione del decreto legislativo 231 del 2007, la normativa di attuazione della direttiva Ue sulla prevenzione del riciclaggio. Le indagini hanno portato al sequestro preventivo, firmato dal Giudice per le indagini preliminari (Gip) Maria Teresa Covatta su richiesta del procuratore aggiunto Nello Rossi e del Pubblico ministero (Pm) Stefano Rocco Fava, di 23 milioni di euro (su 28 complessivi) che si trovavano su un conto corrente aperto presso la sede romana del Credito Artigiano spa. Nel mirino dell'autorità giudiziaria, due operazioni che prevedevano il trasferimento di 20 milioni alla JP Morgan Frankfurt e di altri tre alla Banca del Fucino. L'inchiesta prende il via dalla segnalazione di una operazione sospetta da parte dell'Unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia alla procura capitolina sulla base delle nuove direttive antiriciclaggio che impongono agli istituti di credito che intrattengono rapporti con lo Ior le medesime regole in vigore per i rapporti con le banche extracomunitarie, con verifiche e controlli rafforzati. Il sequestro, precisano gli inquirenti, non è stato disposto perché c'è una prova di riciclaggio ma perché il reato omissivo della norma antiriciclaggio è già stato commesso da parte dei vertici dello Ior. L'articolo 55 del decreto 231 del 2007 punisce con la reclusione da sei mesi a un anno e con la multa da 500 a 5000 euro "l'esecutore dell'operazione che omette di indicare le generalità del soggetto per conto del quale eventualmente esegue l'operazione o le indica false". E ancora, lo stesso articolo prevede l'arresto da sei mesi a tre anni con l'ammenda da 5000 a 50mila euro "dell'esecutore dell'operazione che non fornisce informazioni sullo scopo e sulla natura prevista dal rapporto continuativo o dalla prestazione professionale o le fornisce false". Sprezzante la reazione del Vaticano che, da un lato, ribadisce "massima fiducia nel presidente e nel direttore generale dello Ior" e, dall'altro: "manifesta perplessità e meraviglia per l'iniziativa della procura di Roma". Mentre il papa nero Ratzinger in un "incontro al baciamano" ha espresso "pubblicamente attestazione di stima e di fiducia" a Gotti Tedeschi candidandolo addirittura al prossimo premio Nobel per l'economia. Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco fascista di Roma Alemanno che esprime "solidarietà al presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, del quale conosco la serietà e la correttezza professionale ed istituzionale. Mi auguro che questa vicenda che mi lascia alquanto perplesso si chiarisca al più presto". Ma questa non è certo l'unica inchiesta che ha investito la banca vaticana da quando, nel 2003, la Cassazione ha attribuito alla giurisdizione italiana competenza sullo Ior. Da quasi due anni infatti sono in corso accertamenti su una decina di istituti di credito italiani in rapporti con lo Ior, per presunte irregolarità in materia di norme antiriciclaggio. Le indagini, anch'esse affidate alla procura di Roma, riguardano, in particolare, movimentazioni di denaro sospette per decine di milioni di euro su un conto corrente dello Ior aperto nella filiale Roma 204 della ex Banca di Roma (successivamente integrata in Unicredit) di via della Conciliazione. Solo tra il 2006 e il 2008 sul conto in questione sarebbero transitati almeno 180 milioni di euro. 29 settembre 2010 |