Pugno di ferro dei padroni contro il sindacato dei metalmeccanici che non si piega Indagati 19 sindacalisti della Fiom La denuncia è della Fincantieri. L'accusa della procura di Genova è di aver rimosso le transenne che impedivano l'accesso a un'assemblea pubblica nei locali dello stabilimento "Un'azione intimidatoria nei confronti della Fiom e un segnale preoccupante per il futuro dello stabilimento". Così il segretario generale Fiom Cgil di Genova, Francesco Grondona, ha commentato i 19 avvisi di garanzia a sindacalisti e operai della Fincantieri spiccati dalla Procura il 21 luglio scorso su denuncia dell'azienda. Dopo la Fiat si apre così un altro fronte per la Fiom, contro cui il padronato sta usando il pugno di ferro nel tentativo di piegarla ai suoi voleri. A finire nel mirino della procura, per una storia di transenne buttate giù e un cancello ammaccato lo scorso dicembre in occasione di una assemblea pubblica a cui parteciparono anche il sindaco Marta Vincenzi e il governatore della regione Liguria Claudio Burlando, oltre a Grondona, il Segretario organizzativo, Bruno Manganaro e AntonGiulio Mannoni della Camera del Lavoro di Genova, c'è tutta la struttura della Fiom all'interno di Fincantieri. I fatti risalgono al 18 dicembre 2009, quando, dopo quattro giorni di scioperi tesi contro la scelta di Fincantieri di non riconoscere ai lavoratori di Sestri Ponente il premio di risultato, viene organizzata un'assemblea pubblica nello stabilimento, alla presenza delle istituzioni. L'azienda dà il suo assenso. La mattina, però, i lavoratori trovano i cancelli sbarrati. Le guardie spiegano che "per motivi di sicurezza" devono restare fuori i lavoratori dell'indotto. I lavoratori forzano le barre ed entrano lo stesso. Alcuni lavoraratori vengono identificati dalla Digos e l'azienda guidata da Giuseppe Bono, sporge querela che non solo non viene più ritirata, ma anzi da parte del management di Fincantieri si chiede "di andare avanti". Fino agli avvisi di garanzia di oggi in cui si contesta ai sindacalisti e agli operai il reato di danneggiamento che prevede un anno di reclusione o una maximulta. Si tratta di fatto gravissimo e inaudito. "Mi si chiede se qui sta succedendo la stessa cosa che sta succedendo alla Fiat? - sbotta Grondona. - Non mi metto a fare paragoni forzati. Ma l'azienda non può non sapere che, muovendosi in questa maniera, manda un segnale politico." E aggiunge: "In un momento in cui la cantieristica è in difficoltà, speriamo che questi avvisi di garanzia non rappresentino una manovra preventiva per preparare un futuro peggiore per il cantiere di Sestri Ponente". Ossia, che Fincantieri facendo diventare un problema di ordine pubblico questa vicenda, stia preparando il terreno per la chiusura degli stabilimenti liguri, come voci sempre più insistenti hanno ventilato, anche se sinora smentite dall'azienda. Grondona quindi conclude: "Queste denunce non ci intimidiscono e non ci spaventano. Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto per difendere il salario dei lavoratori e, se sarà necessario, lo rifaremo". 28 luglio 2010 |