Per appalti truccati e raccomandazioni Indagati Mastella, moglie e figlio Tra i 63 politici, imprenditori e amministratori sotto inchiesta c'è anche il consuocero dell'ex ministro della Giustizia. Bassolino, De Mita, Pecoraro Scanio e Martusciello nella lista di raccomandati L'ombra della camorra Con accuse gravi e infamanti che vanno dalla associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla corruzione, concussione, falso, abuso d'ufficio e alla turbativa d'asta, il 21 ottobre sessantatre indagati tra politici, dirigenti della Pubblica Amministrazione, professionisti e imprenditori campani sono finiti nelle grinfie della magistratura partenopea che da mesi indaga sulla scandalosa gestione dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpac) e in particolare l'assegnazione pilotata degli appalti pubblici, i concorsi finalizzati all'assunzione di personale su segnalazione degli "amici" e le modalità clientelari di affidamento di incarichi professionali nella Pubblica Amministrazione. Tra i 63 indagati, di cui 25 colpiti da misure cautelari personali, 18 da divieto di dimora e 6 da interdizione dell' esercizio di impresa e della professione, spicca l'europarlamentare e capo dell'Udeur Clemente Mastella; sua moglie, Sandra Lonardo, presidente del consiglio regionale della Campania colpita dal divieto di dimora a Napoli; il loro figlio Pellegrino (che tra l'altro avrebbe ottenuto una "Porsche Cayenne" dal titolare di un autosalone di Marcianise, Caserta, legato al clan dei Casalesi) e suo suocero, Carlo Camilleri, che è anche segretario generale dell'Autorità di Bacino sinistra Sele. Agli arresti domiciliari è finito Luciano Capobianco, ex direttore generale dell'Arpac. Nel registro degli indagati figurano anche i nomi del consigliere regionale dell'Udeur Nicola Ferraro; l'ex presidente della Regione Campania, fino a qualche tempo fa segretario regionale dell'Udeur, Antonio Fantini e Fernando Errico capogruppo dell'Udeur in Regione. E poi ancora: Mario Scarinzi, ex direttore generale dell'Asl Benevento e sindaco di Vitulano; Ruggero Cataldi, ex direttore amministrativo dell'Asl di Benevento; Bruno De Stefano, attuale direttore generale dell'Asl di Benevento; Arnaldo Falato, dirigente dell'Asl di Benevento. I dirigenti Arpac: Carmelo Lomazzo, Massimo Menegozzo e Francesco Polizio. I fatti accertati sono relativi al triennio 2005-2008. L'inchiesta è uno stralcio del filone che nel gennaio 2008 vide la stessa Lonardo destinataria di un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Una bufera giudiziaria che coinvolse numerosi politici campani dell'Udeur e l'allora ministro della Giustizia Mastella che cercò di mettere tutto a tacere ordinando ispezioni a raffica ma alla fine fu costretto a dimettersi. Nell'ordinanza del Gip Anna Laura Alfano si parla di "un ramificato sistema di potere e di gestione della cosa pubblica (appalti, assunzioni, nomine e sostituzioni dei vertici amministrativi locali) che - al di là delle rilevanti ricadute sull'efficienza della PA, sulla regolarità delle procedure amministrative e sul corretto impiego del denaro pubblico - si è contraddistinto per un improprio utilizzo delle funzioni pubbliche a fini privatistici, con conseguente commistione fra interesse pubblico e interesse personale e/o del partito politico di appartenenza". Mentre, in una nota, il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovandomenico Lepore ed il procuratore aggiunto, Francesco Greco, evidenziano che "Tale sistema - attesta l'esistenza di un vero e proprio programma criminoso stabilmente condiviso da più persone - sotto un profilo tecnico giuridico è stato ritenuto riconducibile alla fattispecie dell'associazione per delinquere". Il sodalizio, sottolinea la Procura, "ruotava intorno ad alcuni esponenti di vertice del partito politico (l'Udeur, ndr) e ad alcuni professionisti ed imprenditori ad esso collegati". Finalità dell'organizzazione "era l'acquisizione di utilità economiche, di incarichi pubblici, di consenso elettorale, di posizioni di comando attraverso la commissione di delitti che vanno dalla truffa alla concussione, all'abuso in atti d'ufficio". Sono inoltre emersi e sono in via di ulteriore approfondimento "contatti fra esponenti casertani del sodalizio inquisito e esponenti di livello delle organizzazioni criminali, attraverso il quale i primi miravano ad acquisire consenso elettorale e varie altre utilità, i secondi futuri favori". Secondo la procura "l'effettivo organo decisionale dell'Agenzia non era come per legge il suo direttore generale ma piuttosto i vertici della struttura di partito (Udeur) cui quest'ultimo apparteneva e di cui lo stesso altro non era che mero terminale". Durante le perquisizioni della Gdf negli uffici dell'Arpac, nel computer in uso alla segretaria di Capobianco è stato scoperto un file con i nomi di 655 raccomandati con accanto il nome del padrino politico di riferimento autore della raccomandazione. Tra questi, a parte i capi bastone dell'Udeur, che avevano trasformato l'Arpac in un feudo di clientele, figurano anche i nomi del governatore Bassolino, del boss di Nusco Ciriaco De Mita, dell'ex ministro all'Ambiente di Prodi Pecoraro Scanio e quello di Fulvio Martusciello, attualmente consigliere regionale del Pdl. Tutti insieme, "centro-destra" e "centro-sinistra", a raccomandare i soliti amici degli amici. 28 ottobre 2009 |